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Armanini: «Ancelotti è l’ultimo capolavoro di De Laurentiis. Ma va sfruttato bene»

Intervista al giornalista calcistico-economico. «Carlo è un brand, ma in campo ci vanno i calciatori. Il suo nome può essere sfruttato in sede di calciomercato»

Armanini: «Ancelotti è l’ultimo capolavoro di De Laurentiis. Ma va sfruttato bene»

Uno sguardo di insieme

Giovanni Armanini è un giornalista specializzato nell’analisi calcistica declinata in chiave economica. Il suo curriculum vanta anche un’esperienza nel Brescia Calcio, come direttore organizzativo. Oggi lavora a Manchester, e gli abbiamo chiesto un parere sulla nomina di Carlo Ancelotti come nuovo allenatore del Napoli. La nostra chiacchierata parte dall’idea che questa operazione possa avere un impatto tecnico, economico e di appeal sul club partenopeo. Questo il suo giudizio: «Dal punto di vista strettamente commerciale, i vantaggi per il Napoli potrebbero essere immediati solo se Ancelotti avesse lasciato alla società i suoi diritti di immagine».

Ovviamente, nessuno di noi conosce nel dettaglio il contratto di Ancelotti. Quindi ragioniamo per ipotesi: «Non credo che il tecnico abbia ceduto l’intero sfruttamento della sua immagine. È ovvio che la sua carriera e il suo appeal costituiscono praticamente un brand, ma è difficile pensare ad un impatto diretto sui conti del Napoli. In ogni caso, poi, parleremmo di cifre marginali. Il discorso cambia se cerchiamo di individuare aree in cui Ancelotti possa incidere in maniera indiretta, come ad esempio il calciomercato. In questo caso posso sbilanciarmi: se sfruttato bene, un nome così importante può essere un fattore molto positivo. Ma tutto fa riferimento e può cambiare in base alle strategie del club. Perché tutto dipende dai risultati, anche sul mercato».

Ancelotti come richiamo, e le garanzie

Secondo Armanini, il Napoli potrà giovarsi di questa sua nuova dimensione solo se approccerà in un certo modo la prossima sessione dei trasferimenti, anche dal punto di vista temporale: «La firma di Ancelotti è un’operazione straordinaria. Partiamo da questo, ma ricordiamo che in campo ci vanno i calciatori. A parità di offerta economica, la presenza di un tecnico così importante può rappresentare un richiamo per un certo tipo di giocatori. Ma è anche una questione di timing. Per spiegarmi meglio, faccio riferimento al caso-Bonucci: senza i tre-quattro acquisti precedenti fatti dal Milan, Bonucci avrebbe accettato di trasferirsi in rossonero? Probabilmente no, ed è qui che deve lavorare il Napoli».

«Al di là delle cessioni da fare – prosegue Armanini -, De Laurentiis dovrebbe chiudere qualche operazione come “segnale” di un certo programma. Come dire: anticipare qualche annuncio, in modo da confermare le proprie buone intenzioni. Un altro esempio che faccio sempre è quello della Juventus 2016 con Pjanic, Higuain e Pogba. Magari i bianconeri avevano già deciso di privarsi del francese, si erano accordati da tempo con lo United. Nel frattempo, però, avevano già messo a segno due colpi, che hanno fatto passare in secondo piano una cessione così importante. Il Napoli ha lavorato in questo modo alla successione Sarri-Ancelotti, ora deve fare la stessa cosa per i calciatori. Se ha intenzione di cedere due o tre dei suoi pezzi migliori, deve cautelarsi con dei sostituti di grande richiamo, anche per una questione di comunicazione. In questo modo, può sfruttare l’aumento di appeal garantito da Ancelotti. Campione chiama campione, più dell’allenatore».

La domanda successiva è scontata: per accettare di allenare il Napoli, Ancelotti avrà avuto questo tipo di garanzie per il mercato che verrà? Armanini non ha dubbi: «Sono convinto che un allenatore del genere rappresenti un’assicurazione per il club che lo mette sotto contratto, in assoluto. Quindi, a meno di clamorose marce indietro, credo che i tifosi del Napoli possano stare tranquilli sulla qualità dei prossimi acquisti. Sono davvero molto curioso, ma anche fiducioso».

La forza di De Laurentiis

La chiusura di Armanini è dedicata a De Laurentiis, ad un plauso al presidente del Napoli per questa operazione e per la la politica di gestione del club. Si parte dall’ultimo concetto espresso: «Aver convinto Ancelotti è l’ultima perla di una collana di capolavori. Evidentemente, il suo progetto è davvero solido, e un buon esito del prossimo calciomercato confermerebbe la sua grande capacità di far fruttare un modello economico rischioso, ma senza pari in Italia nel rapporto tra investimenti e risultati»

«Il secondo posto del Napoli a 91 punti è valso uno scudetto, e un applauso va fatto anche a Sarri: difficile che Ancelotti possa avere lo stesso rendimento, soprattutto in relazione al reale valore della rosa. Ma la certezza dei tifosi del Napoli deve essere De Laurentiis. Per superare lo shock dell’addio di Sarri, ci voleva un nome importante. È arrivato, ora basta far seguire i fatti alle garanzie che Carletto ha ottenuto in sede di trattativa. Se il Napoli non smantella la squadra, e lavora con intelligenza sul mercato, la scelta sarà sicuramente premiata dai risultati. Se ci pensi, a De Laurentiis è andata sempre così, così bene».

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