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Sette anni fa il 4-3 alla Lazio: la forza e le emozioni di un Napoli lontano (ma non troppo)

Napoli-Lazio-4-3, da declamare tutto unito. La prima qualificazione in Champions, una squadra forte ma diversa. Che seppe regalare grandi emozioni.

Sette anni fa il 4-3 alla Lazio: la forza e le emozioni di un Napoli lontano (ma non troppo)

Video

Abbiamo pubblicato, qualche ora fa su Facebook, il video di Napoli-Lazio 4-3. Una partita semplicemente indimenticabile, per chi ha avuto la fortuna di viverla al San Paolo. Anche chi l’ha vista da casa, però, ricorda un infinito rollercoaster di emozioni: l’applauso a Reja prima del calcio d’inizio, il doppio vantaggio della Lazio, la rimonta firmata Dossena-Cavani, il gol fantasma (era nettamente dentro) di Brocchi, l’autogol di Aronica e la nuova rimonta del Napoli. Con doppietta di Cavani, un rigore e un pallonetto da follia collettiva.

In redazione, oggi, abbiamo parlato di quella partita. Più di ogni cosa, abbiamo ricordato l’azione sequenziale del 4-3: rinvio di De Sanctis, testa di Lucarelli, testa di Mascara e pallonetto di Cavani. Non siamo riusciti a ricordare chi fosse l’uomo solo che l’attaccante uruguagio avrebbe potuto servire sulla sinistra, invece che tentare il lob a scavalcare Muslera. A distanza di sette anni, tutto diventa laterale rispetto all’impatto emotivo di una partita bella e pure pesante, nell’economia di quel campionato.

Tra Champions e scudetto

Anche quel Napoli studiava da grande. Il Milan era stato sconfitto a Palermo una settimana prima, poi aveva vinto il derby. Il Napoli era distante solo tre punti a sette giornate dalla fine, si iniziava a parlare di un possibile duello scudetto finale. Durò per altre due settimane, il Napoli vinse a Bologna e poi cadde in casa contro l’Udinese. Era una squadra lontana da quella attuale, per approccio al gioco e per criterio di costruzione. Ma era una squadra forte, in grado di finire il campionato a 70 punti, di centrare la prima qualificazione in Champions e di puntare al titolo per qualche settimana.

Torniamo al punto iniziale del pezzo: le emozioni. Per quanto sia difficile – e anche ingiusto – stilare una graduatoria percettiva, difficile trovare una partita così esaltante nella storia recente del Napoli. La rimonta a Torino contro la Juventus (2-3, Halloween 2009), il 3-1 al Chelsea, la Supercoppa Italiana a Doha o il 4-2 al Benfica nell’esordio Champions del 2016. Ognuno può scegliere la sua “Napoli” preferita, ma è difficile eguagliare gli episodi di quella Napoli-Lazio-4-3, declamata in fila come una vecchia Italia-Germania. Quel lunch match del San Paolo rientra perfettamente nell’epica dell’era-Mazzarri, con Aronica, Cannavaro e Grava e la forza superiore di Cavani, idolo assoluto di un San Paolo pienissimo e bellissimo. Che potete rivedere sotto, nel video.

Al di là dei giudizi estetici o riferiti alle varie ideologie calcistiche, quello che conta sta tutto in questa sintesi. In una partita che ricordiamo per quello che valse (la vittoria, innanzitutto: i laziali non saranno tanto d’accordo nell’esaltare il ricordo di quel giorno), per quello che seppe dire sul Napoli, sui suoi calciatori, sul suo futuro. Se oggi il club partenopeo è una realtà consolidata, e di vertice. tutto nasce anche da momenti come questo. Da un Napoli che studiava da grande, e faceva divertire.

Ah, l’uomo libero da servire sulla sinistra era Lavezzi. Ma Cavani non l’avrebbe passata neanche a sua madre, cento-cento.

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