Il commento al primo tempo di Milan-Napoli: a San Siro ci sono due squadre costruite per giocare a calcio, che si affrontano a viso aperto e si rispettano molto.

Il commento
Milan-Napoli è una bella partita, per gli amanti del gioco. Due squadre diverse per impostazione iniziale, eppure simili per capacità di interpretare i principi su cui sono edificate. Il Milan va più a strappi, Gattuso ha studiato un match di continui cambi di gioco da destra a sinistra, da sinistra a destra. È la situazione che il Napoli soffre di più, è una questione geneticamente connessa al sistema di Sarri, che difende orientandosi sul pallone e quindi fa fatica a scalare su palloni che esplorano l’ampiezza. In più, i rossoneri hanno buona qualità nella gestione del possesso, provano sempre a risalire il campo coinvolgendo molti calciatori nella manovra.
Le migliori occasioni sono per i rossoneri, nessuna big chance se non due conclusioni da fuori e i palloni messi al centro per Kalinic e sistematicamente sporcati da Albiol e Koulibaly (ottima partita per entrambi). Dall’altra parte del campo, il Napoli si accende bene quando Insigne e Mertens prendono a duettare, oppure quando funziona il dispositivo di recupero palla a centrocampo. Mezze occasioni, anche per gli azzurri: due tiracci di Hamsik; una conclusione ampia di Callejon; una combinazione Mertens-Insigne, tentativo diagonale di sinistro strozzato da Donnarumma; un tiro a giro di Insigne dopo azione personale.
Il resto è equilibrio tattico, è calcio di costruzione tra due squadre pensate per tenere il pallone. Un’azione di qua, un’azione di là. Perché Milan-Napoli possa concludersi con il successo della squadra di Sarri, serve alzare l’asticella dell’intensità.