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Crosetti (Repubblica): «Real-Juventus, continua un post-partita imbarazzante»

Il commento sulle pagine sportive del quotidiano romano: «Ricorderemo solo il fetore di questo Real-Juventus, in cui la bassezza di parole ed argomenti è stata molto triste».

Crosetti (Repubblica): «Real-Juventus, continua un post-partita imbarazzante»

Il commento

Non abbiamo scritto sul Napolista, del caso Benatia-Crozza, o delle parole di Bonucci. Ovvero, gli ultimi capitoli del postpartita infinito di Real Madrid-Juventus. Più che riportare certi discorsi, però, ci sembra doveroso sottolineare la dura (ma giustificata) critica di Maurizio Crosetti, editorialista sportivo di Repubblica, rispetto all’atteggiamento che ha caratterizzato questa settimana.

Leggiamo una parte del suo commento in apertura della sezione sport: «Questi supplementari di sole parole sono imbarazzanti. Real Madrid-Juventus procede, per così dire, contromano, affogando la sua sciupata bellezza emotiva e tecnica nella fogna delle provocazioni, nella latrina delle botte e delle risposte, nella cloaca delle ripicche e delle repliche. Non si capisce se metta più tristezza il terzino che dice all’arbitro di ringraziare di non essere stato menato, oppure il portiere che a quell’arbitro nega persino il diritto di essere chiamato uomo, o magari lo stopper che parla di stupro e il comico che in volgarità addirittura lo supera, per farsi a sua volta rispondere in maniera delirante. La bassezza degli argomenti e ancor più delle parole ha
raggiunto livelli mai visti».

Tutti contro tutti

Crosetti ce l’ha anche con Zidane e Sergio Ramos, con la Uefa che non vigila sulla presenza inopportuna dello spagnolo in campo. Insomma, con tutti. Effettivamente, il postpartita “lungo” (eufemismo) del Bernabeu sta davvero mostrando il peggio del calcio e del commento calcistico. Tra l’altro, dopo una partita bellissima e drammatica, come si conviene a uno scontro tra titani.

Scrive proprio così, Crosetti: «Finiremo per ricordare, di Real-Juve, più che altro il fetore. È come se gli attori del calcio avessero smarrito di colpo la capacità di ragionare, di far decantare le pulsioni, atteggiamenti del resto quotidiani e comuni: al volante, in ufficio, a scuola, in famiglia. Nessuno sa più tapparsi la bocca o frenare l’istinto del polpastrello, quella furia compulsiva che ora ha a disposizione persino i disegnini per rendere pubblico un autentico disagio psichico. Nessuno mai dice basta. Persino il mitologico portiere ribadisce i concetti, seppur ammettendo che li ripeterebbe in modo più “edulcorato” e almeno per un istante il vocabolario ci guadagna. Un tempo si multava per molto meno, e un certo rispetto della forma assomigliava molto alla sostanza. Adesso puoi dire, scrivere e disegnare qualunque cosa di chiunque. Alla peggio, il tuo club ti farà gli auguri di compleanno su Internet».

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