Il tecnico rossonero ha cambiato il Milan, ma la sua rivoluzione è lontana dal primato dell’agonismo: la tecnica e una tattica intelligente sono alla base del suo lavoro.
Garanzie
In conferenza stampa, giusto oggi, Gattuso ha spiegato come ha già deciso di non cambiare il suo Milan per il match contro il Napoli. Parole di un allenatore per principi, ovvero che costruisce la propria squadra secondo un’idea da sviluppare. Queste le sue dichiarazioni: «A me non piace fare le cose da arruffone, non è che ti svegli la mattina e fai una cosa così, senza un lavoro dietro».
Gattuso è un allenatore che non ti aspetteresti mai, conoscendo il personaggio. È un tecnico che ha riassestato la stagione del Milan toccando le corde del gioco, non solo quelle della grinta e dell’agonismo. Anzi, la realtà è molto diversa dal luogo comune: dopo Montella, la squadra rossonera ha trovato un tecnico ancora più ossessivo nell’applicazione delle proprie idee, ovviamente si tratta di concetti differenti, più lineari, più vicini alle caratteristiche dei suoi calciatori, ma non per questo meno sofisticati. Ecco perché, come Sarri, non improvvisa con la scelta degli uomini: i suoi fedelissimi gli danno le maggiori garanzie perché vengano riprodotte, sul campo, le sue indicazioni. Che sono chiare, riconoscibili fin dai primi istanti di gioco.
Qualità
Il Milan è una squadra costruita per giocare a calcio. Bonucci, Biglia, Suso, Cahlanoglu, Bonaventura e un attaccante non vanno in campo tutti insieme per caso. Spieghiamo meglio questa frase: abbiamo citato calciatori di grande qualità, che interpretano il gioco in maniera proattiva e amano tenere e/o gestire il possesso. Il fatto che Gattuso abbia fondato su di loro il suo 4-3-3 è emblematico delle idee di un tecnico che rifugge il concetto di calcio come semplice agonismo, ma vuole arrivare al risultato attraverso la tecnica, la manovra, una serie di automatismi ripetuti e non casuali. Non è un caso che il Milan sia la terza squadra di Serie A per numero di conclusioni per match (16.7), la quarta per possesso palla medio (54,9%) ed occasioni create (384).
Proprio in relazione alle occasioni create, che sono in numero maggiore rispetto alla Juventus, va sottolineato come proprio Suso e Cahlanoglu siano gli uomini con il maggior numero composito di passaggi chiave e assist decisivi (per un totale di 65 per lo spagnolo e 56 per il turco). Cosa vogliamo dire? Torniamo al discorso di sopra, ovviamente. Il 4-3-3 di Gattuso è pensato per azionare i due esterni d’attacco, i giocatori con il maggior talento creativo in organico. Inoltre, entrambi sono schierati a piede invertito, in modo tale da offrire sempre due soluzioni differenti: il rientro convergendo sul lato forte e/o la sovrapposizione del terzino.
Regia e difesa
Anche Bonucci e Biglia declinano il gioco secondo un’interpretazione qualitativa. Entrambi, infatti, cercano sempre il passaggio complesso che taglia le linee avversarie. Su loro due è tarato invece il sistema difensivo, meno proattivo rispetto alla fase di possesso. Il motivo è semplice, e rimanda alle caratteristiche fisiche dei calciatori. Per dirla semplice: manca Koulibaly, manca quel tipo di strapotere fisico. Allora il Milan preferisce un atteggiamento passivo di tipo posizionale, con lo schieramento classico del 4-5-1, i raddoppi sugli esterni e le linee compatte.
Per il Napoli, non sarà facile. Proprio per via di questo meccanismo difensivo più “statico”, la squadra di Sarri dovrà mantenere grande attenzione nel non lasciare spazio alle spalle del centrocampo. Proprio lì, dove agiscono gli esterni Suso e Cahlanoglu, il Napoli non può permettersi di concedere campo libero. Solitamente, il meccanismo di Sarri permette questo tipo di situazioni quando il palleggio “intermedio”, dopo la prima costruzione, non riesce ad essere fluido. Sarà fondamentale, quindi, tenere alta la precisione negli appoggi e non forzare troppo il pallone in verticale.
In fase difensiva, gli azzurri potrebbero fronteggiare tre tipi di attaccanti molto diversi. Kalinic, André Silva e Cutrone sono in lizza per una maglia. Per caratteristiche tecniche e di approccio al gioco, Kalinic è il cliente più complesso da tenere. Soprattutto se Koulibaly dovesse proseguire nel periodo di scarsa vena; André Silva è un accentratore di palloni, molto tecnico, ha un buon controllo, ma sembra non essere a suo agio con una squadra che sembra “volere” un centravanti come Cutrone. Ovvero una punta “rapace” d’area, che ha i movimenti migliori per sfruttare le intuizioni di Suso e Cahlanoglu. Gli uomini di qualità, sempre loro. Altro che “Ringhio” Gattuso, questo è un Milan che ha scelto il primato della tecnica. Cancellando i luoghi comuni.