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L’arte possente e raffinata di Marisa Ciardiello

A Palazzo Partanna, nella sede della Fideuram, esposti i quaranta lavori dell’artista. Sculture e disegni in mostra fino al 10 maggio

L’arte possente e raffinata di Marisa Ciardiello
Mentre gli occhi, ammirati, faticano a tener dietro al ritmo incalzante dei disegni e delle sculture che si rincorrono e si intrecciano – due stili solo apparentemente diversi che l’arte possente e raffinata di Marisa Ciardiello riesce armoniosamente a ricomporre come due rette che si ricongiungono prima dell’infinito – la mente vola con il ricordo ad una immagine ahimè lontana che mi è molto cara: un ambiente a piano terra a metà strada tra la stalla e l’aia di una casa contadina dell’Annunziata, il borgo dei giochi infantili di Fabrizia Ramondino, che Marisa, con il suo estro, aveva trasformato in uno studio sospeso tra il cielo, il verde e il mare. I suoi colori, il suo ambiente.
Lì, nell’incanto di Massalubrense, il nostro luogo dell’anima, a poche decine di metri dalla villa dalla quale Murat diresse la battaglia contro la flotta inglese e Maria Mazzola, che non è mai andata a scuola di cucina ma ha mandato in estasi Carlin Petrini, infornava i gamberetti  di punta Campanella allineandoli su una foglia di limone, si è formata la scultrice con lo scalpello capace di scavare nella pietra millenaria della baia di Mitigliano. Le opere di quegli anni felici hanno aperto la strada, a mo’ di prologo, ai quaranta magnifici lavori esposti a palazzo Partanna, nella bella sede della Fideuram, all’esordio di un ciclo espositivo organizzato da Franco Riccardo.
Il giudizio, tanto per le sculture quanto per i disegni, è assolutamente positivo: la forza delle idee è ancora quella delle sculture nella pietra e fa da contraltare al segno delicato della matita che nei disegni quasi si perde ma in realtà si esalta nel vuoto degli spazi bianchi. Rendendo possibile insieme l’“incontro” tra le due forme espressive e un felice connubio tra arte e materia.
I visitatori, tantissimi, hanno molto gradito dividendo i consensi tra sculture e disegni. Non potendoli citare tutti, scegliamo due opere tra quelle che più colpiscono: le linee, insieme forti e malinconiche di “Un uomo qualunque” e il tratto struggente di “Mare Nostrum”, un disegno che racconta mirabilmente una delle tragedie del tempo che viviamo, quella dei migranti. Il disegno si chiama “Mare Nostrum” e mostra in primo piano un gruppo di donne e di uomini imprigionati da un groviglio di lenze insanguinate dai loro corpi feriti e dolenti. Mare nostrum, mare di morte. Una emozione che inquieta, soprattutto alla vigilia delle  elezioni.
La mostra resterà aperta fino al 10 maggio. Il catalogo, pubblicato dalla EffeErre edizioni, sarà disponibile ad aprile.
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