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Sacchi: «Sarri ha già vinto, con il Var siamo noi gli innovatori»

Lunga intervista di Sacchi alla Gazzetta dello Sport: «Allegri è bravissimo, ma dovrebbe osare di più. Il Napoli meriterebbe lo scudetto, cerca la bellezza come me».

Sacchi: «Sarri ha già vinto, con il Var siamo noi gli innovatori»

L’intervista alla Gazzetta

Arrigo Sacchi è il solito Arrigo Sacchi. Lunga intervista alla Gazzetta, tanti concetti importanti che si inseguono da anni e si ritrovano sempre nelle sue parole. Le argomentazioni dell’ex Ct riguardano l’intera percezione del nostro calcio, e partono dall’immancabile definizione del rapporto tra bellezza e bruttezza del nostro calcio, impantanato nei tatticismi.

Leggiamo: «Siamo fermi al tatticismo di 70 anni fa. Pensiamo solo a vincere, non a un calcio di coraggio, bellezza, emozione. Hanno chiesto a Capello se vedesse delle novità. Ha risposto: il ritorno del libero. Ha ragione. Ricordo lo scozzese Roxburgh, direttore tecnico Uefa, all’Europeo del 2000, dopo la vittoria azzurra sull’Olanda. Mi disse: “Se vince l’Italia, torniamo indietro di 20 anni”. Per me il calcio è sempre stato ossessione, ricerca continua del massimo, della bellezza. Pensavo che lo spettacolo del gioco aiutasse e amplificasse la vittoria. Senza ossessione non c’è evoluzione. Guardiola ha ossessione, anche Conte, ma soffre di tatticismo».

Juventus e Napoli

Il discorso si sposta fatalmente sul dualismo “concettuale” tra Juventus e Napoli, una specie di cavallo di battaglia per l’uomo di Fusignano. Si parte da Allegri: «La Juve a tratti fa gran calcio, ma se segna, spesso si ferma. Ha ha una dirigenza illuminata e mi piacerebbe che smettesse di ripetere: la sola cosa che conta è vincere. Allegri è uno dei più grandi allenatori italiani di tutti i tempi. È bravissimo a innalzare al massimo la qualità dei suoi. Eroe è chi fa quello che può fare, dice Romaine Rolland. Max sa ottenere una squadra di eroi e per questo vince. Ma io vorrei che, oltre alla qualità, innalzasse anche i valori, cercasse cioè di divertire ed emozionare. Non sarebbe più solo vincitore, ma degno vincitore. Altrimenti non lascia idee da ricordare, solo vittorie».

Il giudizio sul Napoli e sulla sua gestione tecnica è decisamente meno severo: «Sarri ha portato il Napoli già nel futuro. Non ha top player eppure esprime un gran calcio di qualità e valori. La conferma sono i tanti giocatori che sono migliorati: Koulibaly, Ghoulam, Mertens, Insigne… Lo scudetto sarebbe il giusto premio alla bellezza e alla generosità. Ma il Napoli non ha le risorse della Juve che può sottrarre i 36 gol di Higuain e inserire alternative come Cuadrado. Comunque vada, Sarri ha già vinto».

Altri tecnici

Non solo Sarri, però. Sacchi ha adocchiato un piccolo gruppo di tecnici che incontrano il suo gusto esteticano, appagano la sua filosofia: «Giampaolo, che contattai per primo, quando Ferrara lasciò l’Under 21 e Gasperini che ha creato una simbiosi unica con proprietà e città. E Di Francesco, che è bravissimo. Loro sì, giocano un calcio con lo spirito dei padri fondatori: coraggioso, offensivo, ottimistico. Oltre la tradizione. Come pure Oddo e De Zerbi. Ma non è facile. Alla vigilia di un Milan-Napoli mi ritrovai in un ristorante di Milano con mia moglie. C’erano anche dei giornalisti, tra i quali Brera. Uno venne al tavolo a chiedermi: “Chi marcherà Maradona? Abbiamo fatto una scommessa tra noi”. Uno diceva Baresi, un altro Tassotti, un altro Galli… Mia moglie, che non segue il calcio, mi chiese: “Ma tu non giochi a zona?” Se uno non vuol capire…».

Il Var

Infine, un giudizio sul tema più dibattuto negli ultimi mesi: il supporto tecnologico agli arbitri. Sacchi ne dà un giudizio positivo: «Sono stato piacevolmente sorpreso dalla nostra sperimentazione sul Var: finalmente abbiamo preceduto gli altri in qualcosa. Ora bisogna vigilare che la paura di perdere privilegi e la presunzione di qualche arbitro non guasti tutto».

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