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La parata di Reina a Bergamo: l’arte di farsi trovare pronto nell’unico tiro in porta

Non è la prima volta in stagione, Reina conferma ancora di poter essere il portiere di una squadra dominante, che concede poco. E compie un intervento decisivo.

La parata di Reina a Bergamo: l’arte di farsi trovare pronto nell’unico tiro in porta
Reina (Photo Matteo Ciambelli)

La conferma

Dopo Napoli-Fiorentina 0-0, Il Napolista scrisse un articolo per applaudire la prestazione di Pepe Reina. Anzi, più che la prestazione, una parata importantissima su Giovanni Simeone. Una frase estrapolata da quel testo, ma che torna d’attualità oggi, dopo il match di Bergamo:

Sarà anche stata solo una, ma c’è la parata su Simeone che vale un punto. Ne sarebbe valsi tre con un gol dall’altra parte, ma il compito del portiere in una squadra dominante – o comunque aspirante a vincere molte partite – è essenzialmente questo. Farsi trovare pronto nei pochi momenti in cui c’è da lavorare. È come il cardiochirurgo d’urgenza: rispetto alle cadute, alle braccia e alle gambe rotte, c’è una pressione maggiore su un singolo intervento. Però il suo contributo è determinante per salvare una vita.

Contro la Viola, come in altre occasioni, Pepe si è fatto trovare pronto. Un estremo difensore che è tagliato su misura per questa squadra e per il suo gioco. E che ora sembra offrire garanzie importanti anche nel suo compito primordiale. Parare.

Cristante

Come detto, è una frase che torna prepotentemente al centro del discorso. Oggi, proprio oggi, dopo 90 minuti più recupero di sofferenza nello stadio con la kryptonite, quello di Bergamo. Situazione di pressione per il Napoli: vantaggio minimo, risicato, ma meritato. Atalanta che viene su, cerca il pareggio, sono passati pochi minuti dal tiro di Mertens che ha fatto male a Berisha. Bryan Cristante, uno dei migliori calciatori degli avversari, tra l’altro ha già segnato all’andata, trova un bel sinistro di prima intenzione. Pepe Reina risponde.

Niente male

Una delle frasi più significative di questa domenica di calcio è stata di Maurizio Sarri. Che, nel postpartita di Bergamo, riutilizza lo stesso concetto del Napolista: «Bravo Reina, è stato inoperoso per tantissimo tempo e poi ha dovuto compiere una gran parata. Anche in allenamento vedo che è in grande condizione».

Insomma, Reina conferma sé stesso. E la sua sicurezza. Oggi come oggi, è un portiere non solo affidabile nell’ordinaria amministrazione e nel governo della difesa, quanto (soprattutto) nei momenti in cui viene chiamato in causa. Pochi, ma buoni. Per usare una frase esatta.

Il Napoli ha bisogno di questo, esattamente di questo. Di Pepe Reina come portiere-libero, inteso nell’interpretazione moderna del ruolo, tipica del portiere spagnolo; e di questo Pepe Reina reattivo nelle poche, pochissime occasioni concesse dalla squadra di Sarri. È una condizione che leggi nei numeri: il Napoli ha la miglior difesa del campionato per gol subito, ma anche per minor numeri di conclusioni degli avversari. Sono 15 match stagionali senza gol subiti, 13 per Reina (sostituito da Sepe a Verona contro il Chievo e in Coppa Italia contro l’Udinese). Probabilmente, questo è il dato definitivo per sottoscrivere la splendida stagione di José Manuel, detto Pepe.

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