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Panucci: «La crisi del calcio italiano: la Juventus fa gol e va in difesa, il Napoli va fuori in Champions»

L’intervista di Christian Panucci alla Gazzetta dello Sport: «Il calcio deve essere fatto da persone che lo conoscono da dentro, che l’hanno già fatto. Subito le seconde squadre e gli investimenti sui giovani».

Panucci: «La crisi del calcio italiano: la Juventus fa gol e va in difesa, il Napoli va fuori in Champions»

L’intervista alla Gazzetta

Christian Panucci non è mai stato un personaggio banale. Anche da tecnico (oggi è ct dell’Albania dopo un paio di esperienze non indimenticabili in Serie B), anche da commentatore interno. Le sue parole, riportate stamattina dalla Gazzetta in edicola, sono una stilettata importante al momento e al movimento calcistico italiano: «Per puntare allo scudetto devi avere continuità. E non puoi avere continuità se sei una squadra in costruzione. Non è un caso che il Milan abbia avuto risultati negativi, ha cambiato tanto».

Duello scudetto e partite brutte: una correlazione. Il pensiero di Panucci: «Non ci sono altre candidate oltre Napoli e Juventus. E anche se il Napoli gioca molto bene, dovrà fare i conti con la potenza, la praticità, l’esperienza e la maturità della Juve. Che lo scudetto può solo perderlo: per valori tecnici e del club, è la più forte di tutte. Ma non prendiamoci in giro, in questo momento il calcio italiano non è di altissimo livello: molto tatticismo difensivo, il risultato anzitutto. Guardiamo anche la Juve, che pure salva un po’ la nostra immagine perché ha budget per investire, ha ancora appeal in Europa e come l’anno scorso proverà a vincere sia scudetto che Champions: attacca, va in vantaggio, rientra a “casa” sua e si mette a fare contropiede. Guardiamo il Napoli: lotta per lo scudetto e in Champions va fuori al primo turno».

Il declino

I problemi del nostro calcio, secondo Panucci: «Il nostro declino è iniziato da un po’. Il problema è che in Italia le cose si sanno, ma non si vogliono mettere a posto. Ci lamentiamo, pensiamo di essere i più bravi, poi gli altri vanno avanti e noi restiamo sempre lì».

Le proposte: «Io penso che il calcio debba farlo chi ha fatto calcio: per ripartire bisogna fare calcio, non business. Per questo io voterei per lo spessore di Damiano Tommasi, o comunque per il suo alleato. Per questo non capisco come Paolo Maldini sia ancora fuori da qualunque discorso: vuol dire che non si vogliono fare le cose per bene. Subito le seconde squadre, anche
se ci sono d.s. che comprano cinquanta giocatori e poi non le vogliono. Da dove sono partiti Zidane, Guardiola, Luis
Enrique? Perché le mie Under 21 vincevano sempre? Perché si lavorava sui giovani. E perché oggi si spendono 5 milioni per un giocatore che non si conosce e non per il settore giovanile? Ma ci vuole tanto a capirlo?».

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