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Baldissoni: «Dobbiamo cedere per essere competitivi, Roma cade spesso nel turbamento»

Lunga intervista di Mauro Baldissoni, dg della Roma, a Radio 24. Una splendida lezione sul calciomercato, la competitività e la ricezione dei tifosi: «Dobbiamo rispettare i regolamenti».

Baldissoni: «Dobbiamo cedere per essere competitivi, Roma cade spesso nel turbamento»

L’intervista a Radio24

«Questa è una città che cade facilmente nel turbamento». Le parole di Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma, riguardano l’ambiente giallorosso ma anche tutto il calcio italiano. Nella sua intervista fiume a Radio 24, Baldissoni ha spiegato motivazioni e strategie del club di Pallotta in sede di mercato. Chiarendo, soprattutto, la posizione della Roma in relazione al Fair Play Finanziario.

Le sue parole: «Non faremo molto. È arrivato un ragazzo che andrà a sostituire Emerson Palmieri (Jonathan Silva, laterale sinistro argentino in arrivo dallo Sporting Lisbona). Sulle cessioni credo sia opportuno fare un po’ di chiarezza. Non è che è necessario fare una cessione. Sapete che purtroppo da qualche anno le squadre non sono libere di agire secondo le strategie dei club devono fare i conti con un regolamento internazionale, che tra l’altro è diventato anche italiano dall’anno scorso, ovvero il Fair Play Finanziario. Nasce in ambito Uefa, ma è stato trasferito anche nel nostro codice. Questo implica restrizioni nell’operatività. Essenzialmente, senza essere troppo tecnici, bisogna raggiungere il pareggio di bilancio. Si possono avere costi corrispondenti ai ricavi, altrimenti bisogna recuperare con degli attivi».

Una differenza sostanziale: «Non è tanto una questione di denaro. Spesso sento dire “la Roma ha bisogno di soldi”. Fortunatamente la Roma non ha bisogno di soldi, quando servono abbiamo una proprietà solida che li mette. Dovreste saperlo, perché basta guardare i bilanci che sono pubblici, essendo la Roma una società quotata. Negli ultimi 15 mesi la società ci ha inviato circa 100 milioni, per l’esattezza 98. Senza contare l’aumento di capitale del 2014, altri 100 milioni. Certi investimenti delle proprietà, però, non sono da considerare attivi nella scrittura del bilancio per il FPF».

«L’istituzione del Fair Play finanziario nasce proprio per questo motivo qui. Dopo l’acquisizione del Manchester City e del PSG da parte di due proprietà che facevano riferimento a due Stati, altre grandi società sportive si erano allarmate e l’Uefa ha deciso di mettere questo limite, proprio per evitare che un proprietario ricchissimo potesse avere una possibilità infinita di spesa violando la competizione. Per questo il contributo delle società non conta».

Le strategie di mercato

A pioggia, Baldissoni spiega quindi come ha operato la Roma sul mercato: «Abbiamo venduto? Intanto siamo al 31 gennaio, la Roma ha ceduto un solo calciatore e l’ha fatto solo ieri. C’era un’opportunità da ascoltare. Avendo delle necessità, bisogna cercare di essere così bravi da trasformare le necessità in opportunità, cosa che la Roma ha fatto in questi anni. Avendo acquisito una società con una situazione di perdite pregresse negli ultimi anni, e questo sempre per quanto riguarda il conteggio che fa il Financial Fair Play, la Roma è stata sanzionata nonostante la proprietà fosse arrivata da poco. Essendoci un calcolo pluriennale di perdite ai fini del calcolo del rispetto dei parametri del FFP, la Roma era soggetta già a sanzione».

L’opportunità da ascoltare, ovviamente, è un riferimento all’offerta del Chelsea per Dzeko: «Per rispettare il FPF, le strade erano due. Abbattere i costi di gestione e ripartire daccapo, dal punto di vista della competitività sportiva, e quindi dei costi della rosa, in parallelo con una crescita organica dei ricavi. Immaginate quanto ci sarebbe voluto. Oppure continuare a investire, mantenendo costi alti, recuperando il differenziale tra i costi e i ricavi attraverso le cessioni dei calciatori, quindi grazie alle plusvalenze che appunto consentono di sistemare il bilancio».

«Facendo questo, la Roma è riuscita a mantenere competitività anno dopo anno, tanto è vero che è stata stabilmente in Champions League negli ultimi 4 anni, salvo fallire l’accesso attraverso il preliminare nella scorsa stagione. Qui si inserisce il discorso Dzeko. Era un’opportunità, per noi. Ma non si è concretizzata, abbiamo mantenuto una posizione che permetteva a questa operazione di rimanere interessante e funzionale ai nostri obiettivi economici. Valeva per la Roma e per il calciatore. Siamo felici che sia rimasto».

La reazione dei tifosi

Baldissoni spiega perché la Roma vende i suoi migliori calciatori: «Per far crescere i ricavi in maniera organica c’è bisogno di molto tempo, quindi si è costretti in qualche modo a fare delle cessioni. Ovvero operazioni funzionali alla competitività della squadra. Questo è stato dimostrato anno dopo anno. Negli ultimi quattro anni  la Roma non solo è stata saldamente in Champions, ricordo che ha fatto 2°-2°-3°-2° e per due volte è arrivato il record di punti della sua storia. Questo vuol dire che l’obiettivo di rimanere competitivi è stato comunque raggiunto, purtroppo dovendo passare anche attraverso delle cessioni, che sono condizionate dalle regole internazionali, e non sono un’opzione. Sono una necessità. La Roma non può permettersi di non rispettarle».

Sul rendimento della squadra e le critiche dei tifosi: «Siamo stati competitivi fino a dicembre, poi le cose non sono andate nel modo giusto. Se i risultati non arrivano, è evidente che qualcosa non funziona e bisogna fare meglio. Da questo punto di vista comprendiamo gli sfoghi dei tifosi, la loro frustrazione è anche la nostra. Sul mercato, non direi che ci siamo indeboliti. In questo momento parliamo di una squadra che ha ceduto Emersom, sostituito da un giocatore che giocava la Champions».

Le sanzioni Uefa e il nuovo stadio

Baldissoni e il Fair Play Finanziario di domani: «Siamo estramente fiduciosi, proprio in virtù della nostra buona volontà. Abbiamo dimostrato l’impegno, vogliamo rispettare il Fair Play senza trucchi. Abbiamo sforato un parametro di quattro, e solo nell’ultimo anno. Siamo fiduciosi che l’Uefa dovrà considerare la buona volontà e l’impegno dimostrato, consentendoci di operare in questo modo»

Il nuovo impianto: «È il vero volano della nostra gestione, è il game-changer. Abbiamo fatto spesso riferimento a paragoni con altre realtà. Il più facile e evidente è il caso della Juventus, che ha +175% sui ricavi. Solo attraverso un intervento del genere, che passare per un investimento enorme per consentire di sviluppare ricavi superiori e arrivare alla sostenibilità dei costi di squadra che ci consentano di mantenere. Questo è l’obiettivo. Rido quando sento che Pallotta vuole fare lo stadio per guadagnarci, questo è ridicolo. Un investimento così serve a garantire alla Roma un volano che altrimenti non sarebbe in grado di portarci a un livello di competitività».

 

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