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Liga, Tebas: «Cresciamo con i manager di Facebook e Netflix, alla Serie A serve un leader»

Il numero uno del campionato spagnolo spiega il modello e il successo del suo lavoro: «Tante professionalità fuori dal mondo del calcio».

Le parole raccolte dalla Gazzwtta

Il successo della Liga è innanzitutto un successo politico e personale. E porta la firma di Javier Tebas, a capo del management del massimo campionato spagnolo. La Gazzetta dello Sport riporta i dati di una crescita netta, esponenziale, che a prima vista sembra inarrestabile: «Con Tebas in sella, i club di Spagna hanno dimenticato i debiti (da ­250 milioni ora sono a +300, esclusi Real e Barça) e hanno incrementato i ricavi tv, aumentando anche le presenze negli stadi (+12%)».

Il modello spagnolo è spiegato dallo stesso Tebas, le sue parole sono all’interno dell’articolo e sono state pronunciate sul palco del Globe Soccer, durante un dibattito con il candidato alla presidenza del Soccer Usa Eric Wynalda e il d.g. della Lega di Serie A Marco Brunelli: «In questi mesi ho scelto 4 manager per affidare loro lo sviluppo industriale del nostro calcio. Uno viene dal mondo bancario, un altro da quello della sanità e per crescere nei social media ci avvaliamo di un ex Facebook, mentre per la tv arriva un manager da Netflix».

Professionalità, non politica

Insomma, si tratta di personaggi non legati al mondo del calcio, piuttosto all’industria dell’intrattenimento. O comunque ad un settore specifico che “esiste” anche nell’universo del pallone. Spiega ancora Tebas: «La Liga è cresciuta tanto, ma ha ancora tanta strada da fare soprattutto sulla via della globalizzazione. Dobbiamo conoscere meglio i nostri tifosi: ora come ora le tv a pagamento sanno tutto di loro, noi nulla. E poi dobbiamo coltivare anche i tifosi dei nostri club che vivono all’estero, anche dall’altra parte del mondo. Abbiamo distribuito l’orario e i giorni delle partite per raggiungere il maggior pubblico possibile, ma siamo stati attenti ad incentivare le presenze negli stadi. Abbassando i prezzi e invogliando le famiglie».

Tebas e il rapporto con le istituzioni: «Quando vado a vendere il prodotto Liga trovo sempre al mio fianco gli incaricati di Uefa e Fifa. È legittimo
che gli organismi internazionali producano eventi, ma si ricordino che il motore del calcio sono i club. In prospettiva i denari che prendono loro li tolgono alle società che partecipano ai vari campionati. In particolare a chi non gioca la Champions League. Uefa e Fifa devono parlare con le varie Leghe per evitare che alla lunga emergano guasti ora inimmaginabili».

La Serie A

Qualche parola (anzi, qualche consiglio) anche sul nostro campionato: «La diagnosi sul calcio italiano è chiara a tutti. Ma nessuno indica la medicina
giusta, come nessuno la chiede. Occorre innanzitutto trasparenza e indicare bene gli obiettivi da perseguire. Poi va abbandonata l’idea di mettere tutti d’accordo: è impossibile. Ad un certo punto bisogna delegare e dare fiducia a qualcuno che operi nell’interesse generale, senza temerne la leadership»

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