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Lo spirito di Gianni Brera aleggia sul campionato

FALLI DA DIETRO / Piovono pareggi. Non succede niente in Juventus-Inter. Fattore C in Chievo-Roma. Il Napoli corre, ma senza gioia

Lo spirito di Gianni Brera aleggia sul campionato

Falli da dietro – Commento alla 16esima giornata del campionato

Piovono i pareggi come le rane nel film Magnolia.

Una sorta di punizione divina.

Una pioggia di partite perfette e pure.

Lo spirito di Gioanbrerafucarlo aleggia sul campionato. Secondo lui, come sapete, il gol rappresenta l’errore, il peccato, l’atto impuro.

Viene in mente il noto aforisma di Umberto Saba.
Non commettere atti impuri e vedrai che noia.

Pareggiano tutte, le quattro capoliste. Non succedeva dal 1966, pare.

Ma non tutte pareggiano allo stesso modo.

Niente al derby d’Italia

Allo Stadium il Derby d’Italia prometteva scintille.
Ma alla fine succede una cosa terribile.
Niente.

Le due squadre badano a non prenderle.

Gli ergastolani tentano qualcosina in più.

Gli esterni Cuadrado e il Bove croato saltano sistematicamente D’Ambrosio e Santon costringendo gli esterni crossatori dei Suninter Candreva e Perisic a un lavoro difensivo.

Wandicardi, senza rifornimenti, è inutile e smarrito come un giglio solitario in un campo di grano.

Non un tiro in porta.
Tutti indietro.

Il Bove crea un paio di occasioncelle. Ma poi spreca tutto.
Il Parapet esalta il vecchio calcio all’italiana e porta a casa un punto.

Rimane in vetta ed è felice così.

Il Fattore C del Verona

Verona dimostra quanto siano tosti e indigesti questi Pandoro.
In nove dietro la linea del pallone.
Solo un paio di incursioni, per vedere che succede.

I Sangue-Oro vogliono proprio vincere e ce la mettono tutta.
Ma sono partite così.

Se vai in gol presto, allora fai vendemmia. Sennò, son cavoli.

E in partite così, capita sempre che l’eroe di giornata sia il portiere.

Stefano Sorrentino quarantunenne di Cava dei Tirreni le prende proprio tutte.
Alcune anche con notevole contributo del fattore C.

Sor Tuta fa la minestra con quel che ha

La beneamata è reduce da due brutte scoppole che hanno annebbiato più i cervelli che i muscoli.

L’aria del San Paolo è greve di brutti presagi.

La piazza vede il frantumarsi del sogno di cui si nutriva.

E si abbandona in valutazioni ingenerose e spropositate.

Si rimprovera al Sor Tuta l’incapacità di mutare sistema di gioco.
E una eccessiva fedeltà sempre agli stessi, che pur appaiono in evidente flessione.

Sor Tuta fa la minestra con quello che ha.

E la squadra che riesce a mettere in campo è certamente un’altra squadra.

Meno magica, meno gioiosa, meno spavalda.
Una squadra più normale.

Addio alla leggendaria catena di sinistra.

Dentro il Signorinello Pallido, il più talentuoso della panchina, il fiore che non sboccia mai.

Ma l’enigmatico polacco stenta a trovare la posizione.

Sbaglia una nitida occasione centrando il portiere, e comunque prendendo un palo.

Si tenta allora di aprire sulla destra con meno successo.

Perchè i piedi dell’albanese e dell’Allanaladin sono quelli lì.

C’è meno lucidità nei fraseggi, c’è molta imprecisione, ci sono pochi guizzi.

Ma non sembrano cotti gli azzurri. Perché corrono per 90 minuti.

Cuociono invece gli stilnovisti nella ripresa. Dopo un primo tempo arrembante.

Poi succede che Lazarillo sprechi due volte da pochi passi.
Succede che il Fiammante Fiammingo si mangi un gol fatto.
Succede che Mareshark, con un tiro a giro, non prenda la porta per pochi centimetri.

Insomma tanta sfiga.

Persa l’occasione di tornare in vetta.

Ma di questi tempi non si può pretendere di più.
Passerà.

Il fascismo e il Pordenone

È passato l’effetto Brignoli e le streghe le buscano al Dacia.

Sembra passata anche per Ringhio che guadagna la prima vittoria grazie a una doppietta di Bonaventura.

Tuffo agli anni dell’adolescenza nel vedere i Salesiani di Ferrara con la splendida casacca british azzurra con maniche bianche.

Una notizia bella e una brutta.

Quella brutta.
Ricordate il saluto romano e la maglia della Rsi esibita a Marzabotto da quel calciatore del Futa?

Il gesto è servito a quel calciatore per fare un salto di due categorie e trovare un ingaggio al Borgo Panigale in Promozione.
Incommentabile.

Quella bella.
Coppa Italia. Martedì sera a San Siro scenderà in campo contro l’Inter, il Pordenone, che gioca in Lega Pro.
Sarà una bella serata di sport.

La noia non mi avrà.
Decido di andare a teatro.
Shakespeare, un regista di fama mondiale, un’attrice di sicuro spessore.

I fiochi applausi del pubblico stravolto dall’uggia ma rincuorato per la fine di un incubo, mi svegliano tre ore dopo da un sonno sereno e rigenerante.

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