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Zelig Zielinski, l’anarchico che può diventare il jolly di Sarri

Il magnifico gol all’Atalanta, poi un periodo di buio. I due gol consecutivi – come spesso gli accade – a Milan e Shakhtar potrebbero aprire una nuova fase

Zelig Zielinski, l’anarchico che può diventare il jolly di Sarri

I gol consecutivi

È strano accorgersi e verificare che i gol di Zielinski vadano sempre in coppia, siano sempre consecutivi. È una consuetudine del suo periodo napoletano. Inter e Cagliari, dicembre 2016; Genoa e Chievo, febbraio 2017; Milan e Shakhtar, novembre 2017. Quello contro gli ucraini, inoltre, è stato il primo gol segnato nelle coppe europee, alla presenza numero 14. Di queste, 13 col Napoli e una con l’Udinese, 27 minuti in Europa League stagione 2012/2013.

Al di là delle suggestioni statistiche, è bello pensare che le due realizzazioni possano rappresentare il nuovo inizio di Piotr Zielinski. Il polacco aveva cominciato alla grande la stagione, perché sulla prima rimonta del Napoli 2017/2018 c’è una sua firma indelebile. Ricorderete: Napoli-Atalanta, seconda giornata, la squadra di Sarri in difficoltà e in svantaggio. Per di più, contro la squadra “bestia nera” del campionato precedente. I fantasmi sul San Paolo, e il pareggio di Zielinski. Un gol non banale.

C’era un problema Zielinski

Zielinski sta vivendo male questo avvio di stagione. Questa panchina ripetuta, nonostante le splendide indicazioni e prestazioni della passata annata. Secondo noi può trattarsi di un problema di atteggiamento rispetto alla concorrenza. Anche normale, se hai 23 anni e sei considerato all’unanimità come una specie di fuoriclasse del domani.

Certo, c’è anche una motivazione tattica. L’idea primordiale di Sarri, probabilmente, era di provare a fare come il City: muovere e quindi cercare giocatori dietro le linee avversarie. Un concetto che De Bruyne e Silva hanno espresso alla perfezione, e che potenzialmente fa parte del repertorio di Zielinski. Lo stato di forma negativo del polacco, però, ha in qualche modo “bruciato” questa volontà, finendo per “sabotare” il Napoli.

Dopo Manchester City-Napoli, il 18 ottobre, scrivevamo così. Zielinski stava vivendo un momento molto negativo, dopo il gol con l’Atalanta era un po’ scomparso dai radar. Anzi, era finito nel tritacarne mediatico per due prestazioni non brillantissime in Champions, contro lo Shakhtar e la squadra di Guardiola.

Un mese dopo, possiamo dire che la crisi è superata? Forse sì, perché due gol non fanno primavera ma sono un’ottima indicazione. Soprattutto il primo, perché nasce da un momento di partita in cui Zielinski ricopriva il ruolo che Sarri ha pensato e confezionato per lui: interno, mezzala completa, centrocampista moderno.

Piccola digressione sulla dimensione tattica di Zielinski

In un pezzo pubblicato ieri da Rivista Undici, Simone Torricini spiega come il sistema di Sarri sia servito per dare a Zielinski una dimensione tattica compiuta, forse definitiva: «Quello che è il classico giocatore offensivo atipico, un po’ mezzapunta e un po’ trequartista, viene impostato come mezz’ala da Sarri prima e da Giampaolo poi. Cresce fisicamente ed atleticamente, coltiva il culto dell’inserimento partendo da quindici, venti metri più indietro, studia e comprende le intenzioni dei centrocampisti avversari. Tutto questo grazie alla limitazione del suo istinto anarchico, che va lentamente assopendosi, e alla concentrazione che deve necessariamente mettere nella partita per risultare efficace».

Oggi non abbiamo controprove, ma difficilmente Zielinski troverà difficoltà nell’inserirsi in un nuovo contesto quando si trasferirà da Napoli. In lui la ripetitività del sistema chiuso e l’applicazione dei suoi princìpi hanno agito positivamente perché sono state in grado di trasformarlo, di sgrezzarlo. Se quello di Insigne è stato un semplice lavoro di miglioramento nei fondamentali e di crescita del livello di esperienza, per Zielinski è più corretto parlare di metamorfosi».

Alternative

Abbiamo inserito questo passaggio perché era importante chiarire il senso del lavoro di Sarri con Zielinski. Facciamo riferimento, come detto, al primo gol contro il Milan, uno splendido duetto con Mertens che libera al polacco lo spazio uno contro uno con Donnarumma.

La rete contro lo Shakhtar, frutto di un altro scambio con Dries, apre invece un altro scenario. Quello del ruolo multiforme, della possibilità di interpretare e utilizzare Zielinski come esterno d’attacco. Piotr possiede le qualità tecniche e fisiche per giostrare in quella posizione, non ha il gioco di Insigne ma proprio per questo può rappresentare un’alternativa importante per Sarri. Un po’ come riscoprire il vecchio Zielinski, giocatore offensivo atipico, e riportarlo alla luce in caso di necessità.

Conclusioni

C’è dell’ottimismo, oggi, intorno a Piotr Zielinski. Che ha giocato una buona partita nel suo ruolo naturale subentrando col Milan, che ha offerto una prestazione ordinata in coppia con Marek Hamsik (altro pomo della discordia: la coppia di interni troppo offensiva) l’altro ieri e poi ha dimostrato di poter essere un’arma tattica importante come vice-Insigne. La sua capacità con entrambi i piedi potrebbe portare Sarri anche a immaginarlo come vice-Callejon.

Sono arrivati due gol, una ciliegina abbastanza gustosa su una torta che già così non sarebbe niente male. La piccola crisi autunnale sembra un ricordo, il Napoli potrebbe aver riscoperto la forza del talento di Zielinski. Difficile chiedere, o anche solo aspettarsi di meglio.

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