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Il problema Zielinski (che è legato al momento sì di Allan)

Il momento complesso del centrocampista polacco, tra difficoltà tecniche e mentali. Le sue enormi qualità non possono essere sparite, in ogni caso.

Il problema Zielinski (che è legato al momento sì di Allan)

La forza nella testa

Il Napoli ha un problema Zielinski. Possiamo dirlo tranquillamente, e non facciamo riferimento solo alla prestazione incolore di ieri sera. Contro il City, abbiamo solo avuto la certificazione definitiva: Piotr è in difficoltà. Dopo lo splendido gol realizzato con l’Atalanta, è semplicemente e puramente scomparso. Titolare a Ferrara con la Spal, e due volte in Champions, e mai all’altezza delle sue qualità.

Ecco, secondo noi il punto sta proprio in quest’ultima frase. Le sue qualità. Non possiamo pensare che abbia improvvisamente perso tutto il suo talento – roba che nemmeno gli alieni di Space Jam. Ed ecco che allora subentra un altro discorso importante: quello della testa.

Per testa, intendiamo innanzitutto un altro aspetto del discorso sulle qualità. Ovvero, secondo noi il discorso è semplice: Zielinski sta vivendo male questo avvio di stagione. Questa panchina ripetuta, nonostante le splendide indicazioni e prestazioni della passata stagione. Senza ombra di dubbio, tra i nuovi acquisti dell’estate 2016 Piotr è stato quello più indovinato. Per rapporto contributo-prezzo-hype, soprattutto. Invece, oggi è finito in secondo piano rispetto ad Allan E questo, in qualche modo, lo depotenzia.

Oltre la testa

Secondo noi può trattarsi di un problema di atteggiamento rispetto alla concorrenza. Anche normale, se hai 23 anni e sei considerato all’unanimità come una specie di fuoriclasse del domani. Allo stesso modo, però, va accettato il fatto che i fuoriclasse del domani giocano nelle grandi squadre e le grandi squadre hanno grandi alternative. Allan, in questo momento, è nella fase migliore possibile. Anzi, rilanciamo: non si è mai visto un Allan così, per forza complessiva, per impatto sul gioco del Napoli, per completezza.

Ne discende, a pioggia, che Zielinski non gioca o gioca poco e quindi “si intristisce”. Che magari si perde una certa abitudine rispetto alle tante richieste che Sarri impone alle sue mezzali. Che il Napoli vince otto partite su otto in campionato e allora la fiducia aumenta e tu sei escluso da questa dinamica mentale. Insomma, succedono le cose normali del calcio e sarebbe bene reagire. Per farlo, serve la fiducia dell’allenatore e serve una prestazione “di sblocco”. Ecco, Manchester poteva essere un’occasione. E non è andata benissimo.

Tattica

Certo, c’è anche una motivazione tattica dietro il flop di ieri sera. L’idea primordiale di Sarri, probabilmente, era di provare a fare come il City: muovere e quindi cercare giocatori dietro le linee avversarie. Un concetto che De Bruyne e Silva hanno espresso alla perfezione, e che potenzialmente fa parte del repertorio di Zielinski. Lo stato di forma negativo del polacco, però, ha in qualche modo “bruciato” questa volontà, finendo per “sabotare” il Napoli. Perché la scelta Zielinski-Allan, come tutte quelle di un ballottaggio, ha pro e contro: il brasiliano assicura una tenuta difensiva superiore, per quantità e qualità di corse e supporto in fase di recupero palla.

Zielinski, nelle ultime prove, ha mostrato di essere un po’ fuori da tutti i meccanismi del Napoli. È certamente una questione di testa (il discorso di cui sopra, sulla qualità, che ritorna), anche perché alcune delle prestazioni dello scorso anno fecero arrivare a dire che fosse proprio lui “il miglior partner di Hamsik”, nonostante le caratteristiche offensive o comunque creative di entrambe. Contro una squadra dal ritmo infernale come il City, però, la scelta di sbilanciare il peso offensivo del centrocampo si è rivelata troppo azzardata. O comunque si è basata su un calciatore che non è in condizioni di sostenere il carico di attribuzioni e responsabilità richieste dal ruolo di “mezzala secondo Sarri”.

Attesa

Allo stesso modo, però, il discorso iniziale sulla qualità può essere “ribaltato”. Nel senso: Zielinski tornerà, deve tornare, non può non tornare e quindi vale la pena aspettarlo. Vale la pena per lui, perché parliamo di un campione che ha dimostrato di poter essere utile. Vale la pena per il Napoli, perché ci sarà bisogno di cambiare, di variare, di alternare. Specie in caso di passaggio del turno in Europa.

L’ultima cosa da capire: come gestire, ora, Zielinski? La prossima settimana si gioca di nuovo, infrasettimanale in trasferta a Genova sponda rossoblu. Per il bene del Napoli e di Zielinski, è bene immaginare la sua presenza in campo a Marassi o nel successivo impegno casalingo col Sassuolo. Perché se è delittuoso tenere questo Allan in panchina, lo è anche costringerlo a giocare sempre. Al suo posto, Zielinski può tornare a dare garanzie assolute. Deve farlo.

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