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Le mie scuse più sentite a Maggio, grande uomo di un altro calcio

Un rigore procurato, un grande intervento difensivo in un match di ordine tattico. Christian Maggio vive un’inattesa, bellissima seconda giovinezza.

Le mie scuse più sentite a Maggio, grande uomo di un altro calcio

Un mantra

Quando parlo del mercato del Napoli, sono vittima di un vero loop dialettico. Che fa così: “il terzino destro, il terzino destro, il terzino destro”. Il mio problema si chiama Christian Maggio, da sempre nutro verso di lui un sentimento di avversione quasi totale – puramente e ovviamente tecnica, è bene chiarire fin da subito.

Le questioni sono due, secondo me. La prima è fondamentalmente tattica: Christian Maggio non è mai stato un terzino destro, quanto più un esterno di centrocampo (a cinque) intelligente in copertura e puntualissimo negli inserimenti. Il prototipo del “tornante” aggiornato al calcio contemporaneo. Un sistema di concetti e significati che sono molto lontani dal terzino moderno da difesa a quattro, un ruolo viene rappresentato da giocatori come Carvajal, lo stesso Ghoulam, o magari Hysaj in un’accezione più difensiva. Maggio, per me, denunciava i suoi problemi di mancato adattamento nella lettura dei movimenti collettivi della linea. Il fuorigioco, le scappate, le coperture preventive. Il suo Napoli vero giocava, viveva, respirava rappresentava un altro calcio. 

La seconda questione è tecnica. Ovvero: in una squadra con questo modello di gioco, così elegante e così orientato al possesso, al dominio del pallone, servono undici calciatori in grado di trattare la palla con grande qualità. Maggio, per me, non possiede caratteristiche adatte allo scopo. Ha un palleggio elementare, uno stop risicato, inoltre la velocità che contraddistingue il suo portfolio non può essere sfruttata appieno per via degli spazi intasati del gioco di posizione. E dal fatto che il Napoli attacca soprattutto a sinistra. 

Perdonami, Christian

Per tutti questi motivi, invocavo un nuovo acquisto. Un post-Maggio, un terzino propriamente detto che potesse fai rifiatare Hysaj. Invece, niente. Invece, ancora Maggio. Oggi, ma non solo oggi, il mio nemico carissimo è stato assolutamente perfetto. Tanto da spingermi a chiedergli scusa ufficialmente, a cospargermi pubblicamente il capo di cenere. A denunciare un mio errore di valutazione. 

Sì, perché il Christian Maggio di questa stagione è pienamente funzionale al gioco del Napoli. Non è che il suo possesso palla sia diventato raffinato, non è che i suoi cross siano diventati delle pennellate d’autore. Però Maggio è un po’ il simbolo di questo Napoli che ha scoperto la sua anima opreaia. Che ha compreso come alternare i momenti di grandeur a quelli di gioco rurale, primordiale, di gestione intelligente ma non speculativa. 

Oggi Maggio ha segnato praticamente un gol, tra il rigore guadagnato e il perfetto rientro su Perica in occasione di un’azione pericolosa nella ripresa. Avanti e indietro, supporto e contenimento. Come i grandi terzini. La risposta di Christian al momento di emergenza del Napoli è stata quasi commovente per professionalità e risultati (in itinere). Nel gioco delle rotazioni possibili, Christian Maggio c’è. Eccome se c’è, se lo merita, è diventato un difensore affidabile e soprattutto allineato con la linea, che è una ripetizione orribile a leggersi ma centra perfettamente il pugno. Mai una sbavatura posizionale, poi il solito impegno encomiabile nella marcatura grezza, nel gioco sporco.

Conclusione

Maggio mi ha piacevolmente sorpreso, è bello poter pensare di chiedere scusa così, quando la verifica di un tuo grosso errore riesce a renderti anche un po’ felice. Che altro dire ancora, al buon Christian – terzino (mi sento di affermarlo persino io, ora) di quasi 36 anni, decima stagione al Napoli e un’improvvisa seconda giovinezza -? Niente, non si può dire niente.

Oltre a Perdonami, Christian, non lo farò mai più (però tu continua così, eh…).

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