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Juventus, ‘ndrangheta e biglietti, udienza d’appello il 4 dicembre

Rinvio dell’udienza per il processo sportivo a carico della Juventus, la procura federale dovrà acquisire atti relativi a procedimenti analoghi.

La notizia

La vicenda, oggi, si divide in due parti. Iniziamo con la notizia, ovvero con il rinvio dell’udienza al prossimo 4 dicembre per il processo sportivo alla Juventus. Il procedimento relativo al caso biglietti-Ndrangheta si aggiornerà quindi tra 20 giorni, un tempo che servirà anche a capire il nuovo assetto della politica calcistica italiana. Secondo quanto raccontato dalla Gazzetta, dibattimento di un’ora e istanza di rinvio presentata dalla difesa «per acquisire nuovi atti relativi a casi precedenti e analoghi».

Questi nuovi atti dovranno essere forniti (entro il 24 novembre) dalla procura federale. La Gazzetta lo definisce “il grande accusatore bianconero”, anche se «la sua tesi è stata già smontata dalle sentenze di primo grado: il tribunale federale, come quello di Torino in sede di giustizia penale, ha escluso la consapevolezza da parte dei vertici bianconeri del vincolo mafioso di certi ultrà-
bagarini».

L’articolo del Corriere della Sera

La seconda parte del racconto fa riferimento a un pezzo del Corriere della Sera che ricostruisce le vicende della curva bianconera. A partire dalla cosiddetta “fase Dominello”: sarebbe stato l’ingresso di Dominello nelle dinamiche relazionali Juventus-ultras a «“far compiere un passo in più: ha preso a trattare direttamente con la Juve, sostituendosi ai leader dei gruppi”. E ha raggiunto l’obiettivo di gestire “l’affare bagarinaggio nella sua globalità”».

I virgolettati sono opera dei pm Monica Abbatecola e Paolo Toso, e sono tratti dal ricorso in Appello contro gli imputati assolti del processo Alto Piemonte. Ovvero Fabio Germani e alcuni esponenti dei Raso. I pubblici ministeri sono partiti da qui per fotografare la situazione nelle curve bianconere, che poi ha portato fino al processo sportivo. Leggiamo: «Sino a qualche anno fa – ricorda la Procura – i gruppi organizzati di ultrà acquistavano dalla Juve, in violazione delle norme di legge che regolamentano gli eventi calcistici, quote di biglietti d’ingresso allo Juventus Stadium (nell’ordine di centinaia), che poi rivendevano abusivamente a prezzo maggiorato, per dividersi gli utili». È interessante notare come la Gazzetta abbia più certezze dei pubblici ministeri.

Dominello

In questo scenario, come scritto sopra, l’ingresso di Dominello avrebbe portato a «un salto di qualità». L’ultras bianconero avrebbe intrattenuto rapporti diretti con la società, una mediazione personale vera e propria che faceva da spola tra il club e la Ndrangheta, a sua volta controllante della curva attraverso i legami con i gruppi. Dominello avrebbe avuto «abituale accesso» agli uffici bianconeri, ma i dirigenti non erano a conoscenza del suo background criminale. Nessun dipendente del club è indagato, anzi la Juventus è stata dichiarata «vittima inconsapevole» del comportamento di alcuni personaggi.

Non solo. Leggiamo il Corsera: «Sarebbe stata lasciata sola a gestire, allo stadio una situazione di crescente difficoltà, con bande di ultrà quasi incontrollabili. Ciò che “si muoveva dietro alle figure dei Dominello”, sarebbe stato dunque, per la Juve, qualcosa di “ignoto e non ricostruibile”».

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