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La vera assurdità di Ventura è lasciare fuori Florenzi

Il discorso su Insigne diventa laterale, data l’allergia storica del calcio italiano ai fantasisti. Stessa cosa per El Shaarawy. Ma come si spiega la rinuncia a Florenzi?

La vera assurdità di Ventura è lasciare fuori Florenzi

Incredulità

Abbiamo avuto diverse conversazioni, in redazione, in merito alle scelte di Ventura per Svezia-Italia. E quasi non credevamo alle parole che uscivano dalla nostra bocca, ai nomi che abbiamo snocciolato delle possibili alternative del ct rispetto ai calciatori scelti ieri sera. A Napoli, per ragioni di prossimità geografica, si è parlato tanto di Insigne e Jorginho. Per carità, tutto giusto. Il primo è il calciatore italiano più tecnico, probabilmente oggi rappresenta il meglio possibile per il nostro calcio come impatto sul calcio internazionale. Tra forma, valutazione globale, prezzo di mercato, prove recenti contro le big. Per qualcuno, “il migliore giocatore a disposizione di Ventura”. Non vogliamo dirlo noi, sarebbe cortigianeria. Per Jorginho ci siamo già espressi molte volte. Ai tempi di Conte, anche più recentemente.

Tornando alle nostre conversazioni. Dobbiamo ammetterlo e confessarlo: siamo andati oltre Napoli. Pochi chilometri più a Nord, abbiamo pescato in quella Roma che è tanto osteggiata dai tifosi della nostra squadra. La Roma che sta incantando, che ha vinto contro il Chelsea, che gioca bene e sembra essere in una serie positiva infinita. Ecco, abbiamo letto gli ultimi tabellini giallorossi e le convocazioni e le scelte di formazione di Ventura. E abbiamo convenuto che il vero scandalo non è la panchina di Insigne, quanto quella di Florenzi. Per non parlare della mancata convocazione di Lorenzo Pellegrini e della tribuna di El Shaarawy.

Cos’è la Nazionale

Insomma, Insigne è un caso a parte. Laterale, se vogliamo. La sua collocazione tattica un po’ indigesta a certi allenatori (solo in Italia, comunque) ci porta quasi automaticamente ad andare oltre. Il suo è un gioco atipico, anarchico – sì, ci stiamo orgogliosamente arrampicando sugli specchi per non sembrare di parte, in un’altra nazionale qualsiasi Insigne giocherebbe senza se e senza ma, noi siamo Il Napolista e non vogliamo dirlo, non possiamo dirlo apertamente, in realtà potremmo essere anche d’accordo con Ventura da un certo punto di vista.

Potremmo essere d’accordo con Ventura se al posto di Insigne ci fosse stato Florenzi, adatto anche al 3-5-2 (come esterno a tutta fascia o come intermedio di centrocampo). Se ci fosse stato El Shaarawy (seconda punta accanto a un centravanti, magari, al posto di uno dei due centravanti affiancati). Se ci fosse stato Pellegrini (al posto di Parolo, neanche tanto negativa la sua prestazione). Oppure se ci fossero stati Gagliardini, Rugani, Caldara, i giovani promessi da Ventura. Promesse non mantenute, come si è visto ieri sera. La Nazionale vista ieri non è stata una Nazionale, ovvero il concetto dei “migliori giocatori” o di “quelli più in forma” assemblati secondo i criteri di una squadra di calcio. Non sappiamo cosa sia stata. Cosa sia diventata.

La storia siamo noi

È un discorso che abbiamo già affrontato, giusto ieri. La Nazionale italiana è ferma, ed è lo specchio del nostro calcio e del nostro Paese. Insigne è solo un pretesto narrativo rispetto alla nostra classica allergia per un certo tipo di calciatori. Ecco, magari passa. Florenzi, uno che corre e mena (come piace a noi) e che gioca pure bene a calcio, è inspiegabile. L’esclusione di Pellegrini dai convocati è inspiegabile. La tribuna di El Shaarawy ieri sera sarebbe inspiegabile – se l’italoegiziano non rientrasse nel “gruppo Insigne”, ovvero calciatori tecnici e tatticamente fastidiosi.

Insomma, uno accetta il proprio dna. Non siamo mai stati dei ricercatori del gioco, degli esteti, degli innovatori. Per dire, Arrigo Sacchi è stato osteggiato come pochi altri ct alla guida della Nazionale. Un uomo che ha cambiato il calcio mondiale non è riuscito a cambiare l’Italia. Quindi, come dire: siamo questi, siamo noi, lo siamo sempre stati e giochiamo sulla nostra storia (anche non vincente, ormai da un decennio). Ma almeno facciamolo con i migliori, proponendo in campo il meglio che c’è sul mercato. Anarchici a parte, vai con i Florenzi. Vai con i Pellegrini. Anche con i Gagliardini, magari. No, invece no. La vera assurdità calcistica è tutta qui.

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