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Jorginho in Nazionale: scelta tecnica o politica?

I possibili significati rispetto alla convocazione del centromediano del Napoli: tra una (improbabile) rivoluzione tattica e la decisione strategica.

Jorginho in Nazionale: scelta tecnica o politica?

Interpretare Ventura

Non crediamo molto al fatto che Giampiero Ventura possa aver realmente cambiato idea sul gioco della Nazionale italiana. Questa era la conditio sine qua non perché Jorginho venisse convocato, era stato lo stesso ct a confermarlo diverse volte. E noi eravamo e siamo d’accordo con lui. Nel senso: Jorginho non ha presente né tantomeno futuro in una squadra che si prefigge di giocare in maniera verticale, sfruttando l’ampia profondità e la bravura degli attaccanti (Immobile e Belotti) in questo tipo di dinamica. Ventura, ormai un anno e mezzo fa, ha avviato un percorso di questo tipo e non crediamo possa sconfessarlo (quindi sconfessarsi) in maniera totale.

La convocazione di Jorginho, invece, è da leggere proprio in questo senso. Oppure bisogna fare dietrologia. Quindi, se non facciamo affidamento su una possibile rivoluzione di concetti tattici per la Nazionale italiana, non possiamo fare altro che immaginare altro, appunto. Pensare, ad esempio, che quella di Jorginho sia stata una chiamata “imposta” per non (rischiare di) perdere un calciatore importante. Che ha solo 26 anni, che per un altro biennio/quadriennio può rappresentare un patrimonio importante. E che, in qualche modo, iniziava a stuzzicare anche il Brasile.

È difficile, quindi e dunque, interpretare questa scelta di Ventura. L’idea del tecnico (e della Federcalcio) potrebbe essere quella di schierare Jorginho per qualche minuto contro la Svezia in modo da “accaparrarselo” dal punto di vista regolamentare. Scendendo in campo in un match valido per una competizione, il centromediano del Napoli perderebbe l’eleggibilità per la Seleçao.

Gli scenari

E allora, come dire: politica, strategia, magari prevenzione rispetto a un eventuale cambio di guida tecnica. Tutto questo, però, stona con il rinnovo fatto firmare a Ventura fino a Euro 2020. Una scelta contrattuale che passerà di certo al vaglio dei risultati (senza dubbio quello dello spareggio con la Svezia), ma che in ogni caso escluderebbe automaticamente Jorginho da un progetto tecnico lungo.

Ora, però, c’è la novità del giorno. Al di là dell’idea sul regolamento o di una (improbabile) rivoluzione tattica, c’è altro cui pensare? Sì, magari la scelta di mezzo. Nel senso: “Caro Ventura, dato che finora non siamo andati proprio benissimo, magari cambiamo qualcosa. E approfittiamo di questo cambiamento per portarci a casa Jorginho”. Firmato: Figc, Tavecchio e Uva o chi per essi.

Insomma, un mix tra il campo e il palazzo e un invito a Ventura per invertire il trend. E per convertirsi non solo a un calcio più aderente al nostro tempo, ma anche più adatto alle caratteristiche dei calciatori in rosa. Dei migliori calciatori in rosa. Non Jorginho, ma per esempio Verratti. Che gioca in un centrocampo a tre. Per esempio Insigne, che gioca in un tridente offensivo e non come esterno a tutta fascia. Per esempio lo stesso Immobile, che gioca da punta unica.

Al di là del modulo

Parlando di sistema di gioco, si potrebbe pensare a un 4-3-3. Ma non è questo il punto, è una questione di principi di gioco. Se l’Italia vuole scendere in campo con l’idea di segnare un gol toccando tre-quattro volte il pallone, finisce per svilire gran parte dei suoi talenti più apprezzati. Mentre un sistema più orizzontale finirebbe per favorire tutti i signori di cui abbiamo parlato sopra. E sarebbe adatto a Jorginho, anche a lui. Che poi noi non vediamo titolare, perché vuoi mettere Jorgi e De Rossi? Su, dai. È una cosa di concetto, però. Di adattabilità, come di giustizia.

Ecco, abbiamo detto tutto. La nostra ipotesi, oltre quelle estreme, è che Ventura si sia piegato alla situazione e alle indicazioni che gli venivano. Dal campo, dall’alto, per la sua convenienza. Jorginho, ma non solo. Una nazionale diversa, che magari si imponeva. Ecco, speriamo questo. Per il resto, siamo felici per Jorge Luiz Frello. Si meritava questa attenzione. Speriamo non sia una cosa effimera.

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