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Napoli-Inter, due anni dopo: si sono invertiti i ruoli

Per noi non è più LA partita, è una tappa. Un Napoli da primato affronterà un’Inter in piena ricostruzione

Napoli-Inter, due anni dopo: si sono invertiti i ruoli
L'abbraccio a Reina dopo la parata miracolosa all'ultimo secondo (Ciambelli)

Da Sarri a Sarri, da Mancini a Spalletti

C’è una piccola discrepanza temporale, un mesetto abbondante d’anticipo, questa volta. Napoli-Inter è una costante del tardo autunno, nei due campionati precedenti si è giocata il 30 novembre e il 2 dicembre, leggermente più avanti. Quest’anno capita che saremo ancora ad ottobre, che siamo alle prime schermaglie e quindi tutto è ancora indefinito, o comunque non ancora indefinito.

Solo che possiamo già percepire una differenza fondamentale, soprattutto rispetto a due anni fa: Napoli-Inter sarà una gran partita, importante per consolidare il primato contro l’inseguitrice più prossima. Ma non è un big event, non è più una partita da appuntamento con la storia. Anzi, è parte della costruzione della storia, almeno per il Napoli.

Ricordiamo tutti la rimonta con cui Sarri ed Higuain si andarono a prendere il primo posto, nell’autunno 2016. L’inizio stentato, poi l’improvviso boom, i risultati in fila, Milan, Juventus e Fiorentina battute d’un fiato e infine l’Inter al San Paolo, il suggello nella notte di Higuain, Reina che fa il miracolo nel recupero, Napoli capolista e la capolista se ne va. Una specie di Natale fuori stagione, Napoli in testa per la prima volta dopo un quarto di secolo.

Ecco, oggi tutto è cambiato. Per noi, che Sarri e moltissimi altri sono rimasti e hanno sostituito, tutti insieme e alla grande, Higuain; per l’Inter, che nel frattempo ha rigettato tre progetti tecnici (Mancini, allora in panca, poi de Boer e Pioli) prima di trovare in Spalletti una solidità stabile che nemmeno nelle più rosee aspettative. Più di tutto, però, è cambiata la nostra percezione rispetto a quel giorno di fine novembre.

La corsa scudetto

Il Napoli che era l’outsider è oggi in testa, saldamente e meritatamente. Contro l’Inter, giocherà per certificare le sue ambizioni scudetto, ma in senso di conferma e non in senso di approdo. Diversamente da due anni fa, quando poteva andare male e allora ci potevi rimanere male ma non era nulla di che. No, quest’anno la situazione è diversa: il Napoli parte (molto) avanti rispetto all’Inter, non tanto sulla singola partita quanto sulla corsa complessiva. In molti, più che ai nerazzurri, badano alla Juventus come contender reale.

E il punto è proprio questo: avventato, presuntuoso o esagerato che sia, quest’atteggiamento ci sta. È verificato nella realtà delle cose, nella forza di una squadra che potrebbe anche perdere punti, magari proprio contro l’Inter, ma ha raggiunto un punto tale di solidità ed importanza che è difficile pensare a una retrocessione in classifica. E la sconfitta di Manchester, paradossalmente, sembra aver rafforzato più che depotenziato questa idea.

Una lezione

Il calcio d’inizio di sabato sera, al di là dei singoli episodi (gli infortuni di una o dell’altra squadra, carenze d’organico ecc.), rappresenterà una lezione di progettualità. Per tutti, tifosi e neutrali. Un Napoli da primato, riconosciuto come una squadra da primato, affronterà un’Inter in piena ricostruzione, che sta cercando di ricostruire identità e ambizioni. Nonostante il blasone storico e le differenze di censo e palmarés, loro sono indietro di due punti e partono da sfavoriti. Al 90oesimo potrebbero essere a -5, ancora a -2 come anche a +1. Eppure la sostanza delle cose, la narrativa delle due squadre, cambierebbe pochissimo. Anzi, cambierebbe molto, ma solo nel caso in cui l’Inter vincesse largamente. Perché sarebbe clamoroso, inaspettato. Sarebbe la sorpresa.

Ecco, appunto. Due anni fa noi eravamo la sorpresa in testa, e abbiamo saputo costruire intorno a quell’exploit. Nonostante tutto, viene da dire e pensare e scrivere. L’Inter ci ha provato in maniera disorganica e disordinata, oggi pare in un momento decisamente più propizio, ma la distanza potenziale è ancora elevata. Questo ci deve far riflettere. Per il resto, sarà calcio. E sarà anche niente male, la consistenza delle squadre in campo è di ottimo livello. Vale tranquillamente uno scontro tra prima contro seconda. Solo che i primi, questa volta, almeno per un’altra notte, siamo noi.

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