Senza l’emergenza, non avremmo scoperto Mertens centravanti. Il Napoli può fare a meno anche di Lorenzo e l’ansia da prestazione lasciamola agli altri
L’ansia da prestazione lasciamola agli altri
C’è uno strano fenomeno che insegue il Napoli capolista a punteggio pieno. O meglio, che insegue l’ambiente Napoli. È una inversione dell’assioma – siamo oltre il postulato – di Giulio Andreotti: “Il potere logora chi non ce l’ha”. Basta sostituire “potere” con “primo posto”. Sembra invece che da noi il potere logori chi ha vinto otto partite consecutive e attende la squadra seconda in classifica. Come se il Napoli questa sera contro l’Inter avesse l’obbligo di vincere. Non ce l’ha. Potrebbe vincere. E arrivare a nove vittorie consecutive. Ma un pareggio con l’Inter – risultato peraltro che ricalcherebbe quello della stagione 1986-87 – non sarebbe affatto da disdegnare. Si continua incomprensibilmente a ragionare come se il burrone fosse dietro l’angolo e invece siamo alle prime battute di una stagione molto ma molto lunga. Che arriva dopo ormai tantissime stagioni vissute da protagonisti.
Giocammo e vincemmo anche senza Maradona
E in una stagione lunga, può capitare che anche i calciatori chiave saltino una o due partite. Capitò – torniamo sempre lì – anche al Napoli di Maradona che senza Diego vinse a Bari così come sconfisse in casa l’Avellino. Potremmo aggiungere anche il Wettingen e forse qualche partita che ora ci sfugge. Lorenzo Insigne è una pedina fondamentale di questo Napoli. Del resto ha giocato consecutivamente oltre cinquanta partite. Ma il Napoli deve cominciare anche a fornire prove di duttilità, a dimostrare di aver raggiunto un livello tale di maturità da saper fare di necessità virtù. E noi siamo certi che la squadra di Sarri sia in grado di farlo.
Dalle emergenze nascono i fior
Le novità spaventano e l’infortunio di Milik non aiuta. Su questo non ci sono dubbi. Se ci fosse stato il centravanti polacco, Sarri ha avrebbe avuto gioco (più) facile nello spostare Mertens a sinistra per trovare il nuovo assetto. Nemmeno in quel caso sarebbe stata una manovra a cuor leggero, però avrebbe comportato un minore scombussolamento. Il Napoli deve entrare nell’ordine di idee che non si possono giocare trentotto partite con la stessa formazione. E che talvolta gli infortuni e gli addii possono essere forieri di novità positive.
Non avremmo mai scoperto il formidabile Mertens centravanti senza la partenza di Higuain e l’infortunio di Milik. Le emergenze – se possiamo chiamare emergenza l’assenza di un calciatore sia pure fondamentale come Insigne – aiutano a trovare soluzioni alternative e Sarri ha già dimostrato di trovarsi bene anche su questo terreno. Potrebbe stupirci ancora. Alla fine vince il più forte ma anche il più completo. La squadra che riesce a superare in maniera più efficace le avversità. E il Napoli quest’anno lo ha già fatto in tante partite. Ha recuperato tre volte da situazioni di svantaggio (Atalanta, Lazio, Spal), non è crollato dopo la prima mezz’ora di Manchester. Saprà ovviare anche alla eventuale assenza di Insigne.