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Napoli, c’è vita oltre Insigne. E impara da Andreotti: “Il primo posto logora chi non ce l’ha”

Senza l’emergenza, non avremmo scoperto Mertens centravanti. Il Napoli può fare a meno anche di Lorenzo e l’ansia da prestazione lasciamola agli altri

Napoli, c’è vita oltre Insigne. E impara da Andreotti: “Il primo posto logora chi non ce l’ha”
Toni Servillo nei panni di Giulio Andreotti ne “Il divo” di Paolo Sorrentino

L’ansia da prestazione lasciamola agli altri

C’è uno strano fenomeno che insegue il Napoli capolista a punteggio pieno. O meglio, che insegue l’ambiente Napoli. È una inversione dell’assioma – siamo oltre il postulato – di Giulio Andreotti: “Il potere logora chi non ce l’ha”. Basta sostituire “potere” con “primo posto”. Sembra invece che da noi il potere logori chi ha vinto otto partite consecutive e attende la squadra seconda in classifica. Come se il Napoli questa sera contro l’Inter avesse l’obbligo di vincere. Non ce l’ha. Potrebbe vincere. E arrivare a nove vittorie consecutive. Ma un pareggio con l’Inter – risultato peraltro che ricalcherebbe quello della stagione 1986-87 – non sarebbe affatto da disdegnare. Si continua incomprensibilmente a ragionare come se il burrone fosse dietro l’angolo e invece siamo alle prime battute di una stagione molto ma molto lunga. Che arriva dopo ormai tantissime stagioni vissute da protagonisti.

Giocammo e vincemmo anche senza Maradona

E in una stagione lunga, può capitare che anche i calciatori chiave saltino una o due partite. Capitò – torniamo sempre lì – anche al Napoli di Maradona che senza Diego vinse a Bari così come sconfisse in casa l’Avellino. Potremmo aggiungere anche il Wettingen e forse qualche partita che ora ci sfugge. Lorenzo Insigne è una pedina fondamentale di questo Napoli. Del resto ha giocato consecutivamente oltre cinquanta partite. Ma il Napoli deve cominciare anche a fornire prove di duttilità, a dimostrare di aver raggiunto un livello tale di maturità da saper fare di necessità virtù. E noi siamo certi che la squadra di Sarri sia in grado di farlo.

Dalle emergenze nascono i fior

Le novità spaventano e l’infortunio di Milik non aiuta. Su questo non ci sono dubbi. Se ci fosse stato il centravanti polacco, Sarri ha avrebbe avuto gioco (più) facile nello spostare Mertens a sinistra per trovare il nuovo assetto. Nemmeno in quel caso sarebbe stata una manovra a cuor leggero, però avrebbe comportato un minore scombussolamento. Il Napoli deve entrare nell’ordine di idee che non si possono giocare trentotto partite con la stessa formazione. E che talvolta gli infortuni e gli addii possono essere forieri di novità positive.

Non avremmo mai scoperto il formidabile Mertens centravanti senza la partenza di Higuain e l’infortunio di Milik. Le emergenze – se possiamo chiamare emergenza l’assenza di un calciatore sia pure fondamentale come Insigne – aiutano a trovare soluzioni alternative e Sarri ha già dimostrato di trovarsi bene anche su questo terreno. Potrebbe stupirci ancora. Alla fine vince il più forte ma anche il più completo. La squadra che riesce a superare in maniera più efficace le avversità. E il Napoli quest’anno lo ha già fatto in tante partite. Ha recuperato tre volte da situazioni di svantaggio (Atalanta, Lazio, Spal), non è crollato dopo la prima mezz’ora di Manchester. Saprà ovviare anche alla eventuale assenza di Insigne.

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