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La Stampa: «Napoli che ricorda il Barça di Guardiola, Europa dolce fastidio»

Una pagina sul quotidiano torinese per celebrare il Napoli primo in classifica: «Sarri ha una squadra che gioca a memoria, il pubblico ha scelto lo scudetto».

La Stampa: «Napoli che ricorda il Barça di Guardiola, Europa dolce fastidio»

La pagina per gli azzurri

Una pagina sul Napoli, per il Napoli, sul quotidiano La Stampa di Torino. Una bella soddisfazione, ma del resto la squadra allenata da Maurizio Sarri è prima in classifica, ha vinto sette partite su sette, in Europa solo il Barcellona tiene il passo. Quel Barcellona che è una suggestione anche tattica, ormai, perché l’ultima grande squadra europea a praticare un calcio così estetico è stata proprio quella azulgrana, Guardiola version.

Scrive così, in un commento, Gigi Garanzini: «Se parliamo di puro piacere, in andata e ritorno, che vale cioè sia per chi quel genere di calcio lo pratica sia per chi lo vede, allora il Napoli di Sarri è oltre il Barça di oggi, troppo legato alle magie di Messi, e vicino semmai a quello di ieri, targato Guardiola». Garanzini ne fa una questione di identità, di crescita del progetto tattico e tecnico.

Insomma, parla di un Napoli adulto e bello a vedersi. «Questo Napoli, non da oggi, gioca a memoria. È corto, compatto, non spreca un pallone e nemmeno lo alza da terra, se proprio non è indispensabile». C’è la storia dello spazio-centravanti, di Guardiola che si inventa Messi falso centravanti. Ma diventa forzata, perché Mertens non è (più) un falso centravanti, ma un attaccante con i fiocchi. Non siamo d’accordo con Garanzini, ma ci piace non esserlo così, anzi ne faremo un pezzo stamattina.

Quello che può andar storto

Certo, c’è sempre un potenziale negativo nelle cose della vita. “Ciò che potrebbe andar storto”, viene da dire, o il famoso “pelo nell’uovo”. Il Napoli delle sette vittorie su sette (dieci su undici, contando la Champions) corre il rischio che proprio questo pelo possa compromettere il tutto, per Garanzini si tratta del “granello di sabbia”: «Il rischio dei meccanismi calcistici perfetti è il granellino di sabbia che, senza sapere come, si insinua negli ingranaggi. Il valore aggiunto è che a giocare così si farà anche fatica, ma ci si diverte un sacco».

L’altro “problema” individuato dalla Stampa riguarda l’Europa. Che, per l’appunto, dà l’impressione di essere un obiettivo secondario rispetto al campionato. Non siamo nell’articolo di Garanzini, ma in un altro testo (autore Guglielmo Buccheri), e leggiamo così: «Armonia dettata dai numeri e dalla magia di una piazza che ha scelto lo scudetto come traguardo: la Champions non dà fastidio, ma, di sicuro, viene percepita come una bella distrazione (solo 22 mila i tifosi contro il Feyenoord, 55 mila con il Benevento) nell’anno della grande caccia tricolore. Come dire: Europa dolce fastidio».

Ecco, noi crediamo che il pubblico di Champions si sia “riservato” per il City. In una logica di scelta dell’evento, ci viene da dire anche giustamente. Ma, soprattutto, speriamo che non ci sia stata “scelta”, neanche inconscia, da parte della squadra di Sarri. La Champions è importante, anzi fondamentale, per crescere e per confrontarsi con altro dalla realtà italiana. Continuare a stupire, anche oltre frontiera.

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