ilNapolista

Il Penzo, Venezia, e Spal-Napoli: metafisica della partita non guardata

Spal-Napoli, la partita non guardata (al suo posto Venezia-Parma): lo stadio sull’acqua, l’amore e gli insulti di un pubblico fantastico.

Il Penzo, Venezia, e Spal-Napoli: metafisica della partita non guardata

Venezia-Parma

Amici di Venezia mi avevano più volte raccontato il disincanto con cui i veneziani guardino la partita allo stadio. Vuoi per la posizione strategica dello stadio, che è sull’acqua, a Sant’Elena, vuoi perché nel carattere del veneziano risiedono in egual misura ironia, facile ricorso al brontolio e allo sfottò, distacco e irrinunciabilità al commento. Mi hanno raccontato di una volta che durante un Venezia-Triestina, i tifosi giuliani urlavano gol per finta per provocare i veneziani distratti a commentare le barche ormeggiate dietro la curva ospiti. Questi racconti mi hanno incuriosito al punto che ho pensato più volte di andare a vedere una partita del Venezia, seduto tra i veneziani e, più che guardare la partita, guardare il loro comportamento. Con due amici veneziani, Vincenzo e Paolo, abbiamo deciso di andare ieri pomeriggio a vedere Venezia-Parma.

Il bello di Venezia (tra le altre migliaia di cose eccezionali proprio perché uniche al mondo, dato oggettivo come quello della meraviglia) è che si possono fare a piedi cose impossibili anche solo da pensare in un’altra città. Abbiamo deciso perciò di andare a piedi fino a Sant’Elena, percorrendo tutta la riva che da San Marco va fino ai Giardini e infine allo stadio. Sotto una luce splendida, graziati dal clima, siamo passati dal Ponte dei Sospiri alla Pietà, lasciandoci via via sulla sinistra le case, l’Arsenale, via Garibaldi, l’ingresso della Biennale; e sulla destra, aver visto sfumare San Giorgio appoggiata sull’acqua, per strada abbiamo parlato di calcio, di vecchie partite.

Vincenzo ci ha raccontato di quella volta che, allo stadio, un attaccante di cui ricorda solo il nome “Marco” stava correndo sulla fascia, palla al piede, e dagli spalti si è levata una voce: “Marcoooo, ragiona”. E Marco sì è fermato e, pare, abbia detto (o mimato): “Ma cosa cazzo devo ragionare?”. Con queste premesse sono entrato al Penzo di Venezia. Di noi tre hanno perquisito solo me, scherzando sulla presunta innocuità dei miei due amici, che si sono pure un po’ offesi.

Calaiò, e il divertimento

La partita non è stata un granché, ha vinto il Parma per 1-0, gol segnato sul calcio d’angolo. Abbiamo assistito a una partita bruttina, due giocatori sopra il nulla: Falzerano del Venezia, numero 23, calciatore che mi pare da serie A, e il sempreverde Lucarelli, davvero eccezionale. Mi ha fatto uno strano effetto vedere giocare di nuovo Domizzi (nel Venezia) e Calaiò (nel Parma), inevitabile per me ripensare ad anni calcistici decisamente grigi. La serie B è comunque interessante, ma nulla è più interessante dei due o tre signori seduti davanti a noi.

Quello maggiormente preso di mira è Calaiò che è stato insultato in tutti i modi possibili e immaginabili, il mio preferito resta quello di un anziano che ha urlato in veneziano “Calaiò, ti xe un desgrasià”. A un certo punto il signore davanti a me ha urlato all’arbitro “Arbitro, Calaiò ti prende per il culo”. Bentivoglio e Zironi del Venezia sono stati massacrati, ma l’insulto veneziano è molto divertente per chi ascolta, immagino un po’ meno per chi lo riceve. I vecchi a un certo punto si sono scambiati di posto facendomi esclamare: “Mi hanno cambiato il vecio”. Uno si gira e ci fa “nel secondo tempo metterei Fabris” e noi tre “Chi cazzo è?”. Una brutta partita.

Mi sono, però, divertito moltissimo. In curva del Venezia cantano “Un giorno all’improvviso” e simpatici insulti alle mamme dei parmigiani che ricambiano con deciso trasporto. In generale, mi pare, che la sconfitta non rechi troppa tristezza nei veneziani, che credo diventerebbero molto più tristi se venissero privati del loro stadio sull’acqua e che con gran fatica andrebbero a vedere una partita così brutta a Tessera. Sulla via del ritorno ci fermiamo a bere un’ombra, poco prima che il Napoli cominci a giocare. Che devo dirvi, siamo andati oltre. La partita non guardata guardandone addirittura un’altra.

Il Napoli, la Spal e i suoi tifosi

Il Napoli vince e vince con merito, dove non arriva il bel gioco arrivano i bravi giocatori e arriva ciò che ogni tanto ci è mancata: la determinazione. Molto felice per Ghoulam, di cui ormai scrivo il cognome in scioltezza, con l’acca al posto giusto, che ha realizzato un gol bellissimo e che sta facendo un’eccezionale inizio di stagione. Non ho più aggettivi per Callejón, è stupefacente. Stiamo battendo record su record speriamo di continuare così.

Mi dispiace moltissimo per Arek Milik che è veramente sfortunato. Non conosciamo ancora l’entità dell’infortunio e non sappiamo nemmeno se dovrà essere operato: il Napoli continua a essere maestro nel diramare comunicati dai quali non si capisce nulla.

Non c’è da stare allegri, non mi pare un infortunio leggero. Milik è un gran calciatore ed è un calciatore che serve moltissimo al Napoli. Spero per lui e per noi che vada tutto bene. Volevo anche fare i complimenti alla Spal, che mi pare si collochi un gradino più su delle varie Verona, Crotone e Benevento, e ai suoi tifosi che, incredibilmente, non si sono prodotti nei soliti cori insultanti.

Note a margine

  • Dovremo davvero passare le domeniche a commentare una volta il miracolo di Reina e la volta dopo un’indecisione o una papera? Un altro portiere ci voleva, non ce lo abbiamo, vediamo di guardare avanti.
  • Vi vedo che state tutti lì a pensare che avremmo dovuto tenerci Zapata, alcuni di voi stanno addirittura pensando a Pavoletti. Fate come me: pensate a Milik.
  • Ieri tornando dalla partita sono saltati fuori ricordi di vecchie partite e di persone come Beppe Viola, della bravura di Gigi Garanzini (ma che fine ha fatto?). È stata una buona giornata.
  • Martedì siamo in diretta e in chiaro, vestiamoci bene.
  • #IoStoConSarri con decisione.
ilnapolista © riproduzione riservata