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La Juve vince e si diverte senza Iago Higuain, Ghoulam rinnega gli schemi di Sarri

Falli da dietro / Montella è l’Aero…pianino e circola il nome di Mazzarri. Il capitano del Benevento si droga: provateci voi a essere ultimi e avere Mastella sindaco.

La Juve vince e si diverte senza Iago Higuain, Ghoulam rinnega gli schemi di Sarri
Ghoulam / Foto Matteo Ciambelli

FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 6A GIORNATA DEL CAMPIONATO 2017-18

Il Derby de popolo e dei padroni.

Il Derby della ragione e delle passioni.

Il Derby dei paroloni riesumati dal furbo ceffo Sinisa dura venti minuti.

Poi Baselli rovina tutto con la sua goffa imitazione di Bruce Lee.

Dura venti minuti ed è bellissimo.

In quei venti minuti i padroni del campo sono gli ergastolani.

Visti raramente così belli.

Manovra fluida, ritmo incalzante, gradevolezza insolita.

Il Piccolo Principe sugli scudi.

Ma anche il tosto Manzu, la solita Joya leggiadra, quel bestione francese in centro, il Cuadrado dai riccioli tondi a scorazzare a destra, l’ Alex Sandro campione di corsa e di piede a volare dall’altro lato.

Divertono e si divertono.

Grande squadra.

Della quale non fa parte il Gordo Iago. Escluso.

Pesantemente in panca a guardare.

Si può fare anche senza di lui. 

Avrà tempo per ritrovare leggerezza, soprattutto interiore.

Grande squadra.

Sesta vittoria consecutiva. E monito terribile e chi oserà rubargli lo scettro.

Ghoulam manda al diavolo gli schemi del sor Tuta

Sesta vittoria consecutiva per la beneamata.

Ferrara è campo di patate dove molti ci rimetteranno le penne.

Per ora ci rimette il ginocchio buono il Principe Arkadius ammiratissimo nella sua  silenziosa uscita dal campo piena di nobile dignitosa e fierezza.

Gara concitata.

In equilibrio fra contraddizioni e magie, fra errori e riscatti.

I Salesiani ordinati e compatti sanno attendere e imbucare improvvisamente.

Ci vorrà un assolo del magrebino che manda al diavolo gli schemi del Sor Tuta e la sfiga.

Fa tutto da solo e regala una vittoria sofferta e pesantissima.

Non girano le cinesi di Milano

Stanno un po’ meglio gli Intersuning che almeno mostrano di avere tenuta mentale. Almeno sono sempre in partita e non mollano mai.

Non può essere un caso  infatti che è nerazzurra la squadra che ha segnato di più nel quarto d’ora finale. Otto reti nelle ultime curve della partita.

E non mi sento di avallare del tutto la pur invitante teoria secondo la quale  la differenza più evidente che emerge attualmente fra le due milanesi sia il culo del Parapet.

A conti fatti, fra tanti mugugni in giro, la squadra  rimedia cinque vittorie e un pareggio in sei partite. Non mi sembra male.

Desta grande preoccupazione invece la tenuta mentale dei Milanhyang.

Di fronte alle prime difficoltà il Diavolo appare incapace di reagire e crolla rovisonamente.

Nell’altro derby incrociato Milano-Genova, a Marassi i rossoneri spariscono.

Come i 33 milioni raccolti con gli sms solidali per il terremoto di Amatrice.

Zero tiri in porta del Milan

Zero tiri in porta. Un Suso snaturato e sempre più malinconico.

Il Mammasantissima venuto da Vinovo per spostare gli equilibri aveva ordinato una difesa a tre.

Lo accontentano.

E lui buca l’intervento di testa regalando allo straripante Duvan il vantaggio.

Giampaolo è bravo.

E’ riuscito in un paio di mesi a imbastire un qualcosa che somigli a una squadra da quello che gli ha consegnato in estate il frenetico Viperetta, fra arrivi e partenze. 

I ciclisti hanno gioco e propongono individualità attraenti a poco prezzo.

Come Dennis Praet, uno dei più interessanti centrocampisti sulla piazza.

L’Aeroplanino invece appare frastornato e stranito. 

Gli hanno comprato quasi tutto, forse troppo. Forse hanno comprato male. 

E pretendono da lui ora, subito, immediatamente, i risultati.

Fassone agitando la gigantesca pappagorgia tuona: «Non voglio più vedere partite del genere!».

E pare abbia già telefonato a Mazzarri.

L’ Aero…pianino trema. E si interroga su dove abbia sbagliato.

Arbitraggio disastroso a Firenze

Sbaglia tutto l’arbitro il figlio di Pairetto al Franchi.

Concede un rigore inesistente al Papu, che sbaglia.

Non vede il portiere della Dea afferrare la caviglia di Gil Dias in corsa verso il gol.

Dovrebbe vedere il Var. Sennò che ci sta a fare il Var? È una domanda che ci faremo spesso. Ed entrerà nel taccuino delle domande senza risposte.

Il capitano del Benevento si droga.

Provateci voi a essere ultimi in classifica e avere come sindaco Mastella.

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