ilNapolista

Napoli-Nizza, Saint-Maximin è l’uomo da tenere d’occhio (senza esagerare)

L’esterno ex Monaco è un calciatore interessante, appariscente, molto tecnico, un dribblomane. Ma attenzione a non cadere nella sopravvalutazione.

Napoli-Nizza, Saint-Maximin è l’uomo da tenere d’occhio (senza esagerare)

L’Equipe e non solo

Allan Saint-Maximin è l’ultimo acquisto del Nizza, insieme a Sneijder. Se nei giorni del suo arrivo in Costa Azzurra, si parlava (giustamente) solo dell’olandese, ora (altrettanto giustamente) il protagonista è diventato proprio lui. Perché è abile e arruolabile, a differenza dell’olandese ex Inter. E perché comunque è un calciatore appariscente, ti ricordi com’è fatto, come gioca, quello che dà in campo alla squadra. È uno imprevedibile, che prende palla in attacco e punta in verticale verso la porta, ha una buona conduzione, un buon controllo, è vivace e veloce. Ne ha parlato Nicola Lo Conte nella presentazione del Nizza offensivo del Napolista, ne parlano un po’ tutti.

Anche L’Equipe gli dedica un articolo, incastonato tra quelli che raccontano e descrivono il Napoli in funzione del matchday. Ludovic Paradinas, uno scout del Saint-Etienne, lo definisce come «uno dei migliori talenti dell’annata 1997, un innamorato del dribbling che incontrando Favre potrebbe aver trovato il tecnico giusto per gestirne il talento, per inserire il suo gioco all’interno di un sistema». Dal punto di vista umano, Paradinas lo descrive come una persona «intelligente, passionale». È l’acquisto più costoso nella storia del Nizza (10 milioni), per lui il club rossonero ha predisposto una clausola rescissoria da 60 milioni di euro. Insomma, su di lui ci sono grandi attese, per lui sono state costruite grandi speranze. A partire da questa sera.

La sindrome di De la Cruz

Noi del Napolista vi abbiamo “messo in guardia”, ma dobbiamo anche cercare di essere realisti. Perché parliamo di un calciatore potenzialmente pericoloso, ma non dobbiamo cadere nell’errore della sopravvalutazione. In quattro stagioni calcistiche, Saint-Maximin ha cambiato quattro squadre. Saint-Etienne, Hannover, Monaco, Bastia. Insomma, non ha ancora sfondato.

E noi non dobbiamo fare la fine di Trapattoni, e ora citiamo una vera e propria perla del nostro movimento calcistico. Chi di voi ricorda Ulises De la Cruz? Era un terzino offensivo dell’Ecuador, presentato proprio da Trapattoni come una specie di demonio pallonaro, un campione in erba, un fenomeno sconosciuto da cui guardarsi bene prima del match mondiale contro i sudamericani. Era il 2002, De la Cruz faceva il mestiere di onesto mestierante all’Hibernian e ci fu tanto rumore per nulla. Non siamo a quei livelli con Saint-Maximin, il calciatore c’è e va considerato per quello che è: un esterno offensivo pericoloso e un po’ fumoso. Da qui a farlo spauracchio, perché nel frattempo mancano Sneijder e Balotelli, ce ne passa.

ilnapolista © riproduzione riservata