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L’Equipe: Napoli-Nizza, i rossoneri sono «appesi a un filo»

La presentazione del match di questa sera: come sta il Nizza, Sarri, la sua “sinfonia” e l’atmosfera “calda, vulcanica” del San Paolo.

L’Equipe: Napoli-Nizza, i rossoneri sono «appesi a un filo»

Matchday

È il giorno di Napoli-Nizza. Si sente, si vede, si percepisce. Dalla prima pagina de L’Equipe, soprattutto, perché in Francia i giornali lavorano anche a Ferragosto e quindi si va avanti, anzi si può leggere tantissimo della partita sul quotidiano sportivo di riferimento in Francia. È l’argomento del giorno, e in apertura c’è un bellissimo fotomontaggio di Allan Saint-Maximin, che non ha mai giocato al San Paolo eppure c’è. Il titolo è bello catico di attesa, però interpretata in chiave negativa: “Nizza appeso a un filo”. Perché appeso a un filo? Perché il Napoli è una squadra “formidabile” e che gioca in un ambiente “caldissimo”.

Tanti articoli

La prima pagina è solo una vetrina. All’interno, c’è tanto da leggere. Il primo pezzo ha un titolo geniale, per dirlo francamente. “Vedi Napoli e sopravvivi”, questo deve essere l’obiettivo della squadra di Favre. Che «arriva alla Champions dopo un inizio di Ligue 1 balbettante, ma è comunque riuscito ad eliminare l’Ajax. Affronta una squadra in grado di segnare più di 90 gol nello scorso campionato, ma che in Champions ha perso due partite in casa, una contro il Real Madrid e ci può stare, ma l’altra era il Besiktas. Che parte favorita, ma si può prendere esempio dall’Athletic Bilbao, tre anni fa: 1-1 in Italia e 3-1 in terra basca».

E il Nizza? «Ha cambiato tanto, ha ceduto tanti giocatori e deve fare a meno anche di Balotelli e Sneijder. È una squadra che ha avuto delle difficoltà in queste prime partite della stagione, è parsa intermittente, negli uomini e nella fluidità di gioco. Al San Paolo potrebbe anche decidere di cambiare modulo, passando dal 4-2-3-1 classico a una sorta di 3-4-3. Souquet, interrogato proprio in questo senso, ha spiegato che Favre “non ha ancora deciso”».

Sarri e il San Paolo

Gli altri due articoli sul Napoli riguardano Maurizio Sarri e il San Paolo. Quello sul tecnico risponde alle esigenze di profilazione per un pubblico straniero. Nel senso: racconta la storia del tecnico azzurro, una storia che noi conosciamo a menadito, ma non tanto dal punto di vista del cliché ormai stantio dell’impiegato, quanto sulle sue idee di campo, sul suo gioco, sui suoi risultati. Un estratto: «Sarri è un maestro atipico, è arrivato a un riconoscimento tardivo della sua forza ma sta recuperando. Il Napoli gli ha offerto un’occasione: i suoi principi di calcio seducente sono esaltati dalla qualità dei calciatori che ha a disposizione». Dal punto di vista dei calciatori, i cronisti de L’Equipe definiscono Insigne, Mertens e Hamsik come “i tre strumenti della sinfonia».

L’altro pezzo interessante è quello sullo stadio San Paolo, ed è curioso che venga definito “un vulcano, un ambiente caldissimo” e la foto di riferimento sia tratta da una partita con degli ampi spazi vuoti in gradinata. La partita in questione è Napoli-Dnipro, l’affluenza allora fu poco soddisfacente. Per dire che, questa sera, la situazione se vogliamo sarà anche “peggiore” per il Nizza.

Nel testo, ci sono tante testimonianze. C’è quella di Sabatino Abagnale, del Napoli club Paris San Gennar, della capitale francese. C’è addirittura quella di Willy Prunier, un’esperienza entrata nella storia (per la sua negatività, noblesse oblige) ma raccontata con tanto orgoglio, le mura che tremano, il sostegno incondizionato. Scopriamo che oggi è allenatore delle giovanili del Tolone, ci fa piacere.

Boghossian e Diawara

Altre testimonianze sullo stadio di Fuorigrotta arrivano da Alain Boghossian e Souleymane Diawara. Il primo lo conosciamo, anzi lo ricordiamo con affetto. Tre stagioni al Napoli, prima di diventare campione del Mondo con la Francia, e dopo l’esperienza al Marsiglia. Ecco, per un tifoso del Nizza o per un francese in generale, il pubblico caldo è quello del Velodrome, ma il vecchio Alain spiega che c’è differenza, «quello di Napoli è assolutamente impressionante».

Diawara ci ha giocato recentemente al San Paolo, era proprio un Napoli-Marsiglia, Champions League 2013/2014. L’ultimo incrocio internazionale del Napoli con un club di Ligue 1. Il suo racconto è breve ma intenso, il percorso dall’hotel allo stadio fino al riscaldamento e alla partita: «Ricordo quando ci vennero a prendere in hotel, scortati dalla polizia, per strada ricevevamo gli insulti dei tifosi avversari. Poi entrammo in campo per qualche minuto di preparazione prima della partita e ci subissarono di fischi, poi l’urlo The Champions al termine dell’inno, un loro marchio di fabbrica. E infine la partita, in un ambiente caldo di quelli che piacciono a me». Quella sera, al San Paolo, non c’era tanta gente. Stasera, Napoli-Nizza sarà giocata di fronte al pienone, al tutto esaurito. Sarà ancora di più.

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