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Il Napoli ha vinto soffrendo, ma solo il futuro ci dirà se sarà in grado di farlo ancora

Il Napoli ha dato prova di una certa maturità, ora però deve confermare questa crescita. Male Callejon e Hamsik, decisivi gli innesti.

Il Napoli ha vinto soffrendo, ma solo il futuro ci dirà se sarà in grado di farlo ancora

La vittoria può arrivare in tanti modi. Quello scelto dal Napoli, con tanto di sofferenza di noi tifosi nel rivedere un film dell’orrore (e del terrore), già nei nostri peggiori incubi sin dalla scorsa stagione, regala però emozioni ed entusiasmo, oltre all’inevitabile sospirone di sollievo. Recuperando un minimo di razionalità, viene però spontaneo porsi alcune domande sulla partita:

  • L’Atalanta durante il primo tempo ha speso tanto nel raddoppiare e triplicare i portatori di palla del Napoli e i calciatori più vicini al pallone, tanto da impedire al Napoli di praticare il suo gioco. Poteva durare per 90 minuti?
  • Gasperini ha tolto Petagna pensando di rinforzare il centrocampo. L’Atalanta si è fatalmente abbassata, e, dopo il gioiello di Zielinski, le contromosse di Sarri hanno disinnescato proprio il reparto chiave degli orobici.
  • Cosa sarebbe cambiato con Petagna in campo?
  • Il Napoli ha radicalmente cambiato il suo trend, riuscendo a capitalizzare le pochissime azioni da gol create. È una prova di maturità o è stato solo un caso?

Deciderà il futuro

Come sempre, solo le prossime partite potranno chiarire se il Napoli è cresciuto così tanto da riuscire a vincere addirittura per 3-1 una partita difficile e giocata maluccio, o se magari in partite altrettanto scomode torneranno i vecchi incubi stile Palermo e Sassuolo (oltre alla stessa Atalanta) dello scorso anno.

Per ora ci accontentiamo, anche perché certe gare alla seconda giornata, e dopo tre partite (vinte) in poco più di una settimana, possono capitare. Soprattutto perché le squadre meno forti (o apparentemente tali), nelle prime giornate sparano molte delle cartucce disponibili. Basti guardare le analoghe sofferenze di Juventus, Lazio e Milan in questo weekend. E la stessa Inter, pur vincendo 3-1 all’Olimpico, ha rischiato di affondare più volte contro una Roma sfortunata.

Quelli in difficoltà

Alcune annotazioni sui singoli del Napoli sono però inevitabili. Prima di tutto Callejon, che contro l’Atalanta continua a soffrire. Ancora una volta contro i nerazzurri bergamaschi non appare brillante, e per l’ennesima volta arriva male su una palla gol. Poi Hamsik è ancora fuori forma e fuori dal gioco. Non so se insistere su di lui sia un bene o un male. Per il resto la bravura di Gasperini nell’occupare gli spazi è nota, e togliere gli spazi al Napoli è come togliergli l’ossigeno.

Sarri, i centrocampisti e Reina

Per fortuna il top player del Napoli è stato ancora una volta Sarri, che riesce a leggere la partita benissimo e trova il coraggio di cambiare tutto il centrocampo, incluso l’eroe di giornata Zielinski. Allan, Diawara e Rog hanno pesato sulla rimonta del Napoli. Tanto che Marko, oggetto misterioso del 2016-17, diventa decisivo nel chiudere la partita. Merito di chi li allena e merito di chi quei calciatori li ha comprati. Tanto per non dimenticare che i meriti non sono sempre tutti da una sola parte.

Discorso a parte merita Pepe Reina. L’anno scorso mezza Napoli non vedeva l’ora che il Napoli trovasse un nuovo portiere. Ora pare che senza Reina il Napoli non possa avere più ambizioni di classifica. Naturalmente le discussioni su Reina sono benzina sul fuoco per chi, attraverso la gestione di questo presunto caso, vuole dimostrare l’incapacità della Società Sportiva Calcio Napoli. Di sicuro Reina non può lasciare Napoli senza un accordo con la società, in quanto è sotto contratto e senza alcuna clausola rescissoria. Pare sia andata proprio così, alla fine.

Var

Un’ultima annotazione sul VAR. Ho l’impressione che la campagna di buona parte della stampa e di alcuni addetti ai lavori contro la tecnologia in campo sia tesa a proteggere un certo modo di giocare di alcune squadre italiane. Le difese sempre al limite, i calcetti visti e non visti, le trattenute subdole, i mani-non-mani stanno già diventando più difficili. E lo saranno sempre di più.

Chi era abituato a creare pressione sugli avversari e sugli arbitri attraverso il gioco duro, le entrate al limite, i falli non visti e le proteste, meglio che inizi a cambiar pelle. Solo allora verificheremo se le fantastiche difese che non prendono mai gol continueranno ad essere così ermetiche oppure no…

 

 

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