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Il Napoli ha vinto in trasferta 15 delle ultime 21 gare

Sarri affronta il turn over con naturalezza, la squadra gioca ad alta velocità. Le polemiche sull’efficacia del Var sono pretestuose.

Il Napoli ha vinto in trasferta 15 delle ultime 21 gare
Koulibaly (Photo Matteo Ciambelli)

La paura annebbia la vista

Il filotto di vittorie continua. Come tutti ci auguravamo.

Tre gol, ennesima vittoria in trasferta (quindicesima sulle ultime 21 giocate tra maggio 2016 e sabato scorso!), e per giunta su un campo storicamente difficile.

È vero, c’è stata un’inutile sofferenza in alcune fasi del secondo tempo, soprattutto perché in 11 contro 10 il Verona si è ringalluzzito e ci ha giustamente provato.

Ciò che frega noi tifosi è la paura, unita al ricordo di assurde rimonte subite in passato, anche se nell’ultimo campionato al Napoli non è mai successo di subire capovolgimenti come quelli che troppo spesso temiamo (solo l’Empoli sotto 0-3 fece tremare gli azzurri nel finale).

Il terrore che questi incubi si materializzino distorce la realtà, facendo cambiare giudizio a molti sulla forza della squadra, fino a leggere commenti che battono sempre sull’incapacità di mantenere il risultato.

Sì, mantenere. Come se vincere 3-1 fuori casa invece che 3-0 non significhi comunque mantenere il risultato, quasi fosse una cosa così grave da compromettere il cammino del Napoli in questa stagione.

Il “grande centrocampista”

Tanto che alcuni, dopo il tanto richiesto “grande difensore”, ora invocano a gran voce il “grande centrocampista capace di congelare la partita”. Come se Diawara non fosse stato in campo, e come se un solo uomo (chi poi?), arrivando anche domattina in una squadra che fa del gioco corale il suo marchio di fabbrica, potesse inserirsi in un lampo all’interno di un meccanismo che richiede conoscenza ed assimilazione dei tempi di gioco.

La verità è che in tanti considerano il mercato, il comprare nuovi giocatori, come il grande antidoto contro l’ansia di non farcela. Purtroppo non tutti credono che mantenere la stessa squadra (al netto di ulteriori acquisti in questi ultimi 10 giorni di mercato) sia la scelta giusta.

Ciò non significa che il Napoli sia perfetto.

Il gioco ad alta velocità

La velocità ed il gioco di prima richiedono concentrazione, forma fisica ed attenzione. Il secondo ed il terzo gol del Napoli sono stati di una rapidità impressionante. Tocchi di prima, inserimenti immediati e conclusioni che difficilmente avevamo visto in passato in questa fase della stagione.

Però la stessa velocità di gioco è una delle cause di alcune leggerezze difensive, di alcuni disimpegni al buio, in particolare di Hamsik che non sembra ancora nella sua forma migliore.

La chiave è tutta lì. Quando finalmente il Napoli riuscirà a ripartire senza più errori di disimpegno ed impostazione, per gli avversari ci sarà poco o nulla da fare.

Sarri e la naturalezza del turn over

Intanto Maurizio Sarri dà tutta l’impressione di essere sempre più sul pezzo. Molto più lucido dei due anni precedenti, non sbaglia da tempo una formazione o un cambio. Pratica il turn over con naturalezza e non recrimina più. Dalla confusione e le recriminazioni dell’ottobre nero dello scorso anno al Sarri di oggi sembra essere passato un secolo.

L’importante sarà mantenere la barra dritta e non sbracare dopo un eventuale passo falso del Napoli. Perché non si può sempre vincere, e prima o poi succederà di perdere dei punti.

Ma in campionato i punti a disposizione sono 114 e nessuno ha mai vinto a punteggio pieno.

Il Var aiuta e funziona

Quello che però difficilmente succederà quest’anno è che il Napoli perda punti per decisioni arbitrali controverse. La prima giornata del VAR ha dimostrato che gli arbitri possono contare su un valido aiuto. Qualcuno pensa che il rigore di Hysaj poteva non essere fischiato e che l’espulsione sia stata eccessiva. In realtà la spinta c’è stata e il difensore albanese era già ammonito.

Anche sugli altri campi la tecnologia ha dato una grossa mano agli arbitri. Non sarà tutto rose e fiori, perché il partito anti-VAR ingrossa ogni giorno le sue fila. E l’episodio di Bologna (nel quale il VAR non poteva e non doveva essere usato, visto che l’arbitro aveva fermato l’azione prima del tiro in rete del Torino) darà fiato alle trombe di chi è contrario.

Tra l’altro, il caso ha voluto che la prima decisione importante sia stata un rigore contro la Juventus allo Stadium. Immaginiamo le polemiche che si sarebbero scatenate senza questa decisione, in quanti avrebbero accusato l’arbitro di non aver concesso apposta il rigore al Cagliari sullo 0-1 e di aver cambiato il corso della partita. Tutte polemiche spente sul nascere.

I moviolisti rischiano di perdere il loro ruolo

La mia impressione è che a causa del VAR molti polemisti-moviolisti dovranno cambiare mestiere. Pur di contrastare la tecnologia, sono state messe sotto accusa le presunte perdite di tempo, e alcuni si attaccano a questioni di lana caprina che nulla hanno a che vedere con l’utilità del mezzo.

Mi chiedo dove siano finiti tutti gli specialisti del “danno procurato”, delle “questioni di centimetri”, quelli che davano la patente a punti agli arbitri, ora che la stessa moviola, che loro usavano come una clava, sta per diventare l’àncora di salvezza della classe arbitrale.

Quelli che vivisezionavano ogni azione diventeranno forse i paladini della cara vecchia discrezionalità?

Nel frattempo sarà meglio che il Napoli resti zitto e concentrato in una settimana cruciale.

Chiudere bene la pratica Nizza, e soprattutto sfatare il tabù Atalanta, la vera kryptonite per il Napoli della scorsa stagione, dovranno essere gli ennesimi esami di maturità per questa squadra, a mio avviso una compagine ancor più forte della comune percezione.

E ora che gli azzurri hanno recuperato anche il secondo centravanti, vittima di ingiusti rimproveri dopo il gol sbagliato mercoledì, le prospettive sono ancora migliori.

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