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Com’è cambiata la difesa estiva del Napoli: dal 2-2 di Pescara al Nizza

Come sono nate le tre conclusioni pericolose del Nizza: perdita delle distanze per condizione fisica. Anche se i francesi non sono stati un test attendibile.

Com’è cambiata la difesa estiva del Napoli: dal 2-2 di Pescara al Nizza
Albiol Photo Matteo Ciambelli

Un anno fa

Pescara-Napoli, agosto 2016, fu la prima partita ufficiale della scorsa stagione. E non fu una bella partita, per la squadra di Sarri. Costretta a rincorrere i ragazzi di Oddo, tremendi nel primo tempo e poi afflosciati nella ripresa. Così nacque il 2-2, così nacque il Napoli degli 86 punti che potevano essere 88 – col Pescara, all’Adriatico, avrebbero vinto praticamente tutti.

Allora, il primo Napoli dell’anno non brillò per applicazione e concentrazione difensiva. Era una squadra mentalmente e fattivamente ancora in costruzione, noi dedicammo diversi pezzi a quegli sbandamenti arretrati che portarono al gol di Benali, a quello di Caprari, poi a quelli di Niang e Suso una settimana dopo, quando però il Milan ne prese anche quattro, di gol, al San Paolo. In uno di questi pezzi scrivevamo così:

I momenti di panico degli azzurri sono circoscritti ad alcuni periodi della partita. Quelli in cui, fisiologicamente, il Napoli rifiata. Una cosa accettabile al 28 di agosto, che dovrebbe essere migliorata al ritorno dalla sosta e che comunque dovrebbe scomparire con il tempo. Anche perché il problema del Napoli è il numero (eccessivo) di tiri concessi agli avversari: 21 tra Pescara e Milan.

Oggi

Napoli-Nizza è stata la cartina al tornasole della preparazione, ne ha spiegato l’esito. Il Napoli ha concesso zero tiri in porta, ma sappiamo che per verificare la qualità della difesa bisogna leggere i tiri concessi, perché se alcuni escono fuori è colpa degli avversari. Ebbene, Napoli-Nizza uguale 4 conclusioni per i rossoneri. Saint-Maximin (due volte), Koziello e Plea. Quella in area del centrocampista poi espulso, la più pericolosa; poi i tiri degli attaccanti di giornata, tutti e tre scoccati da fuori area.

Le azioni pericolose sono tre. Casualmente, l’ordine temporale nella cronologia della partita coincide con l’ordine di “pericolosità”. Ne parliamo sotto, una per una.

Koziello

È un’occasione grossa, pericolosa, una big chance per gli amanti della statistica. Nicola Lo Conte, nella sua gallery di gif, ha selezionato l’apertura di Lees-Malou, che non si vede in questo frammento, tra le giocate più belle della partita. Perché spacca il dispositivo difensivo del Napoli, e sfrutta il primo momento della partita in cui la squadra di Sarri commette l’errore che più di ogni altro lo porta a subire gol: la perdita delle distanze tra i reparti. Se il cambio di gioco originale, per struttura e principi di gioco, quasi deve sorprendere il Napoli (voi direte: perché? Semplice: una squadra che fa della densità  in zona palla il suo credo tattico, offensivo e difensivo, crea inevitabilmente un lato debole, scoperto), l’inserimento di Koziello diventa un’occasione perché il centrocampo del Napoli non è vicino alla difesa. Si vedono tutti e tre i mediani del Napoli che affrettano il rientro, il bel passaggio tra le linee di Jallet e il tempismo e lo stop di Koziello fanno il resto

Saint-Maximin

La situazione è leggermente diversa, ma è sintomatica dello stesso problema. Saint-Maximin agisce come uomo tra le linee, si gira e corre palla al piede nello spazio, troppo ampio, tra difesa e centrocampo. Siamo nella seconda metà del primo tempo, l’unico periodo di partita in cui il Napoli ha perso, per l’appunto, le distanze in campo. Con un solo calciatore in avanti, Koulibaly avrebbe potuto cercare di uscire prima in pressing, la corsa in verticale di Plea sarebbe comunque finita in fuorigioco, ma l’atteggiamento mentale della linea a quattro costruito e perseguito da Sarri si fa sentire, quasi come un riflesso condizionato.

Plea

Occasione episodica, che nasce da una grande giocata palla al piede uno contro tre di Koziello. Il Napoli, come vediamo, ha le giuste distanze in questo caso. Lo scompenso nasce solo dopo una grande giocata singola, un exploit che libera Plea ad una conclusione a porta non spalancata. Albiol lo induce a concludere con una traiettoria chiusa, altro sintomo che il posizionamento di partenza era giusto.

Conclusioni

Il Napoli si è preparato benissimo per questo incontro. Anzi, diciamola meglio: ha impostato la sua preparazione per avere la condizione fisica necessaria a supportare la propria mentalità difensiva (quella delle distanze minime) già a metà agosto. Riuscirci per una partita praticamente intera, a parte pochi minuti nel primo tempo (quelli delle due occasioni di sopra) è una notizia positiva. Molto positiva. A differenza del cantiere aperto visto all’inizio dell’ultima stagione, questo sembra un Napoli già rodato e atleticamente pronto.

Di contro, bisogna considerare l’atteggiamento e la forza del Nizza. Entrambi i parametri non depongono a favore dei rossoneri, venuti al San Paolo per cercare di limitare i danni e non per giocarsi la partita a viso aperto, tra assenze e mercato in essere. La tenuta difensiva, direttamente proporzionale alla condizione fisica, andrà saggiata in altri contesti. Già il ritorno di Nizza, contro una squadra presumibilmente meno chiusa, potrebbe dare qualche indicazione in più. Speriamo possa essere altrettanto confortante.

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