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Ceferin: «Il vero problema del calciomercato sono i soldi che escono dal sistema»

Il presidente della Uefa Aleksander Ceferin intervistato dalla Gazzetta dello Sport: «Chiederemo all’Europa il Salary Cap».

Ceferin: «Il vero problema del calciomercato sono i soldi che escono dal sistema»

L’intervista della Gazzetta

Aleksander Ceferin, di nuovo contro il mercato impazzito. Almeno, questa è la definizione che il presidente Uefa dà di sé e della situazione riferita ai trasferimenti dei calciatori in questa estate 2017. Il numero uno del calcio europeo ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui spiega l’atteggiamento della Uefa e la natura del “problema”: «Stanno succedendo cose abbastanza folli. Ma questo è il mercato. Certo, non esiste un business senza limiti. Noi siamo contenti del prodotto calcio, che è fantastico, aumenta i ricavi e distribuisce utili. Il problema vero sono i soldi che escono dal sistema». Il riferimento diretto è alle percentuali degli agenti: «Sono troppo alte.

Ceferin sul Psg: «Non faccio nomi di club virtuosi o che non rispettano le regole. Spero solo che tutti abbiano capito cosa si può fare o cosa no. Ma dobbiamo adattarci. Il passaggio record di Zidane dalla Juve al Real, in fondo, vale quello di Neymar oggi. Serve qualche accorgimento: quello che succede può essere un’occasione. Avremo bisogno della Fifa. Intanto, aspettiamo la fine del mercato per capire come intervenire. Per esempio, un paese non può assolutamente comprare un calciatore per un club. I certificati medici durante le trattative? A volte bisognerebbe tutelare i club, non i calciatori».

Cosa è cambiato, cosa cambiare

Il passato dell’Uefa e il futuro del Fair Play Finanziario: «Se l’Uefa segue le regole, devono farlo anche i club. Non commento ciò che è stato fatto prima di me. Plaini e Rummenigge andarono in Commissione Europea per chiedere il Salary Cap. La risposta fu che non era possibile. Ora andremo noi a Bruzelles. Sul tavolo ci sono salary cap, luxury tax e non solo: penso a limiti ai prestiti, perché un club non può prestare trentenni se non per controllare il mercato, e perché cisono società che hanno più di 100 giocatori sotto contratto. La prima è un’italiana. Qualcosa faremo anche senza l’Ue. Non potremo avere il consenso di tutti, ma grande sostegno sì».

L’Eca e il futuro della Champions secondo Ceferin: «Agnelli come presidente? Mi piace molto come persona e professionalmente. Giovane, istruito, competente. Non lo considero un collega ma un amico. Mi piace gente dalle larghe vedute: possiamo non essere sempre d’accordo, ma con lui si trova sempre una soluzione. Per la nuova Champions, l’importante è che tutti possano partecipare. Poi siamo realisti: i cinque grandi Paesi portano l’86% del fatturato e ricevono il 60%. La prossima Champions ridurrà i posti per le piccole, ma ai piccoli andranno più soldi. Non credo alla Superlega. Non sarebbe interessante».

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