Il calciomercato è stato limitato fino a fine giugno dal fair play finanziario, ma l’organico è di buon livello e Spalletti sta lavorando bene.
Senza mercato (per ora)
L’Inter dell’estate 2016, per alcuni, doveva finire davanti a Napoli e Roma. Si trattava di suggestioni legate al calciomercato, al fatto che la prima sessione “completa” di Suning fosse stata condotta in porto con acquisti importanti, la rosa a disposizione di de Boer non era completa ma abbondava di talento soprattutto in avanti. Joao Mario, Banega, Gabigol, Candreva, Ansaldi, questi furono i colpi. Concordavano quasi tutti: l’Inter è una contender, se non per lo scudetto almeno per la Champions. Sappiamo com’è andata.
Quest’anno, il progetto sembra essere organizzato in maniera più chiara e definita. Sabatini e Spalletti, ma il punto non è solo questo. Il monitoraggio del fair play finanziario non ha concesso investimenti fino a giugno, da un mese il club si muove con circospezione e intanto il tecnico ha iniziato a mettere insieme la squadra con quel che ha. Che non è poco, se i giudizi dell’anno scorso non erano tutti pensati e scritti da folli. No, non lo erano. Perché sarà anche calcio di luglio, ma l’Inter 2016/2017 – con solo Borja Valero e Skriniar in più – ha già battuto Bayern Monaco e Chelsea. Non c’è nemmeno Icardi, a dirla tutta. Ergo, attenzione ai nerazzurri. Che, senza fare i botti sul mercato, possono diventare una squadra completa.
I nomi
Intanto, però, il calciomercato in entrata è un’entità che esiste. L’Inter lo sa. E allora ecco Vecino e forse Dalbert, il primo integrerà un centrocampo già completo e vario (Gagliardini, Medel, Joao Mario, Kondogbia, Brozovic); il secondo colmerà una lacuna importante, quella della fascia sinistra difensiva. È già arrivato Skriniar, al centro della difesa. Non sarà Bonucci, ma può diventare un ottimo difensore.
Ma il punto non è questo, ecco, non soffermiamoci sul mercato. Perché, altrimenti, proprio l’Inter avrebbe vinto tutti gli scudetti dal 1995 al 2006, per qualità e quantità degli investimenti. E non ci sarebbe dubbi su chi vincerebbe il prossimo, di scudetto – ovviamente il Milan. Andiamo oltre la campagna trasferimenti, e leggiamo tra le righe di una squadra che ora, innanzitutto, ha un allenatore con un’idea di calcio chiara, organica, adattabile al nostro calcio (le prime due qualità appartenevano pure al gioco di de Boer, era la terza che aveva iniziato in difetto); e poi ha sembra essersi dotata di linee guida vere, di un progetto mentale prima che tecnico. Che, soprattutto, non insegue il Milan a giocare al rialzo sul mercato (parole di Sabatini) e sta mettendo insieme degli acquisti funzionali al progetto di cui prima. Senza fretta, senza ansia, senza spese folli. L’Inter sta costruendo sé stessa, una nuova identità. Con razionalità, tempi lunghi di preparazione per tempi lunghi nel risultato. Progetto ad ampio respiro.
Gerarchie non stabilite
E allora, attenzione ai nerazzurri. Mettiamoli accanto al Milan, subito dietro al Napoli (che piaccia o no, ai tifosi azzurri disfattisti, ma il Napoli è ancora più forte) e forse anche prima della Roma. La squadra sta prendendo forma, siamo solo nel calcio d’agosto ma si vedono addirittura segni di redenzione in alcuni giocatori un po’ così. Kondogbia, appunto, al netto dell’autogol. E poi Jovetic ed Eder, il primo sempre “dietro” per una questione di testa e il secondo mai pienamente convincente nella sua stagione e mezza in nerazzurro. Insomma, in un campionato in cui le gerarchie subito dietro alla Juve sono abbastanza incerte, con il Napoli in attesa di un compagno di “rincorsa”, la candidatura dell’Inter non va scartata. Non ci sono stati addii, il mercato sta proseguendo in maniera intelligente e Spalletti è una garanzia. Lo leggi in queste prime uscite. Occhio.