ilNapolista

La guerra fredda della Lazio (contro la Juve) per Keita è lontana dal nostro tempo

Il calciomercato è in mano ai procuratori: l’attacco della Lazio perché un principio morale (giusto) è ormai sepolto dalla prassi, è anacronistico.

La guerra fredda della Lazio (contro la Juve) per Keita è lontana dal nostro tempo

Tare e Lotito, in coro

È il giorno del dagli alla Juve, per tutta la Lazio. Lotito e Tare, anime del club biancoceleste, hanno attaccato a turno il comportamento sul mercato dei bianconeri. Che, secondo loro, starebbe agendo in maniera scorretta per Keita. In pratica, lo stanno adescando tramite colloquio con l’agente, senza prima passare ufficialmente dal club proprietareo del cartellino. Una condotta che non va proprio giù al club capitolino: le dichiarazioni di Lotito, riportate dal Messaggero, coinvolgono anche il Napoli: «Altri club ci hanno contattato e ho rifiutato 4 offerte da chi ci ha chiamato correttamente, come per esempio il Milan, il Napoli e un club inglese»; quelle del diesse albanese, invece, non fanno nomi ma confermano la versione del presidente: «Abbiamo ricevuto offerte da tre big, tutte proposto tra i 30 e i 45 milioni di euro. Cederlo a 30 significherebbe svenderlo. Questi tre top club ci hanno contattato per chiederci il permesso di parlare con i rappresentati del giocatore. La Juventus, invece, non ci ha mai interpellato ufficialmente, ma sappiamo che sta parlando con l’agente».

Ecco, parlarne fa bene. Fa bene spiegare che se la Lazio ha ragione, allora tutti abbiamo e hanno torto. Ci spieghiamo: il club biancoceleste vive una situazione comune ai club che sono vasi d’argilla tra quelli di ferro. La prassi del calcio di oggi è quella della Juventus. O del Napoli, con Diawara e Maksimovic. O di Raiola, che contatta e contratta con lo United. È un modus operandi sgradevole. Forse lontano dall’etica sportiva e professionale. Ma oramai consolidato, non più modificabile.

La durezza della Lazio

La Lazio, lo ricordiamo tutti, ha una certa scorza quando si tratta di “accontentare” i propri calciatori. Lotito ha firmato tante pagine di antimercato, con la sua condotta. Pandev, Hernanes, Ledesma. Non si è mai piegato. E anche questa volta ha ragione, ma solo in linea di principio. Il calciomercato è cambiato, la forza contrattuale non è più appannaggio dei club ma vive sulle dinamiche decise dagli agenti. Per il bene degli atleti, per il bene dei loro conti in banca attraverso le commissioni. Non tutti gli agenti sono uguali, certo, ma probabilmente tutti i club hanno contatti continui con chi rappresenta i calciatori. L’accordo preventivo non sarà il massimo dell’eleganza, e in questo caso la Juventus sta effettivamente forzando – nel caso le parole di Lotito e Tare corrispondessero a verità – un calciatore in scadenza di contratto. Però, come dire: così va la vita. Così va il calcio.

Indignarsi, oggi, vuol dire non essere pienamente calati nella realtà. Vuol dire che si mettono davanti i principi morali alla verità delle cose. Non possiamo dire «anche la Lazio contatta i calciatori senza parlare prima con i club» perché non ne abbiamo le prove. Ma pensare che non ci sia mai stato neanche un abboccamento tra Lotito, Tare e un procuratore ci pare una favola. Una bella favola, piena di umanità e del giusto principio di realtà e professionalità. Ma comunque una favola.

ilnapolista © riproduzione riservata