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Dnipro, dalle stelle alle stalle: retrocessione in terza divisione per bancarotta

Dalla finale di Europa League 2015 al fallimento in soli due anni. Il presidente Kolomoisky ha deciso di chiudere i rubinetti preferendo obiettivi politici.

Dnipro, dalle stelle alle stalle: retrocessione in terza divisione per bancarotta

Dalla finale alla fine

Nel 2015 rappresentò la grande sorpresa della seconda competizione continentale, raggiungendo in finale il Siviglia. In quell’anno sconfisse squadre più blasonate come Ajax e Napoli ma si arrese contro gli andalusi dopo uno spettacolare 3-2. Dopo quella parentesi, Dnipro sembrava la nuova frontiera calcistica dell’est Europa e nessuno avrebbe scommesso sul fallimento del progetto.

Ma a distanza di soli due anni, la squadra ripartirà dalla terza divisione. Il motivo? Bancarotta. Già nel gennaio 2016 il debito ammontava a 1 milione e 742 mila euro, che costarono 12 punti di penalizzazione e retrocessione come penultima in seconda divisione. Il debito è aumentato ancora di più tanto da far intervenire la Fifa con una decisione perentoria: retrocessione di un’altra serie.

Calcio e politica

Il presidente Igor Kolomoisky, a capo della PrivatBank Group detentore di industrie di acciaio, gas e petrolio, è il 3° uomo più ricco di Ucraina. Il magnate è stato governatore dell’Oblast di Dnipropetrovsk, città importante a est del Paese, ed è un forte sostenitore dell’unità nazionale.

Da ormai due anni ha deciso di trascurare il Dnipro per concentrarsi sulla politica. Sostenendo la campagna per la formazione di battaglioni volontari di contrasto all’esercito filo-russo. Il disimpegno del presidente è stato talmente netto da rendere la situazione irreparabile.

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