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I sorrisi e gli applausi: Napoli e questo Napoli si amano da impazzire

Un popolo, una squadra: la città e il suo Napoli, bello come gli Harlem Globetrotters, si fondono al San Paolo, si comprendono, si capiscono.

I sorrisi e gli applausi: Napoli e questo Napoli si amano da impazzire

Magie e differenze

Gli occhi ridono mentre la signora apre la sua frittata di maccheroni accompagnata da quel rumore della carta argentata che sembra l’esplosione degli spiritelli. Anche Lorenzo Insigne sorride quando lascia il campo tra gli applausi e anche lui applaudendo. Eppure solo fino a ieri la sostituzione l’avrebbe vissuta come un affronto. Napoli-Cagliari non è stata una semplice partita. E il San Paolo, pur degradato nelle sue strutture, non un semplice stadio. È la magia di Napoli che ieri sera ha trasformato lo stadio in uno di quegli altiforni dove si fonde il metallo. Sì, quando giocano i nostri è come se la città e il Napoli dessero vita a un processo di fusione.

Un popolo, una squadra. Ed è questo che fa la differenza è che nessuna squadra italiana, e neanche europea, potrà mai superare. Pensate a Roma, Milano, Torino, Genova, Verona. Due squadre una città. Competizione e affronti. Odio viscerale l’una dell’altra, cittã divise in Guelfi e Ghibellini.

Gioco e amore allo stato puro

E ieri questa magia si era perfettamente trasformata in un incantesimo. Gli applausi, i canti, lo striscione della curva che osanna Maurizio Sarri. E il direttore d’orchestra Lorenzo Insigne che applaude e dà indicazioni di applaudire Ciro Mertens che esce dal campo. E il testimone della fascia da capitano che viene passato di braccio in braccio, e quei passaggi di prima così belli da vedere che trasformano il Napoli negli Harlem Globetrotters del basket degli anni magici, quando riempivano i campi di mezzo mondo con i loro palleggi e virtuosismi da comici e atleti imbattibili.

Gioco allo stato puro con tanto divertimento. Questo Napoli e questa Napoli sono fidanzati che si amano da impazzire. Si capiscono, si comprendono, condividono tutto. Quegli applausi che esplodono, per esempio, al cambio dei giocatori, è una manifestazione di condivisione delle scelte ma soprattutto un attestato di stima. Un modo per far sapere al giocatore sostituito che è bravo, che l’uscita dal campo è solo una scelta tecnica necessaria.

Ci sono le imprecazioni al minimo sbaglio. Le incazzature per le traverse o i pali presi o la palla uscita di poco. Ma anche questo è solo amore. E ieri sera quel gollaccio preso a due secondi dal fischio finale, i napoletani del San Paolo hanno voluto far finta di non vederlo.

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