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Chi sarà il prossimo centravanti del Napoli: Mertens o Milik?

Analisi sulla domanda che già corre sul filo della prossima stagione: quali saranno le gerarchie del Napoli in attacco? Proviamo pure a rispondere.

Chi sarà il prossimo centravanti del Napoli: Mertens o Milik?

Il mercato in evoluzione

Siamo alla fine della stagione. Che poi è l’inizio di quella dopo, sempre e comunque. Da qui si parte per disegnare il Napoli che sarà, per capire come e dove intervenire. Parliamo di mercato, certo, ma non solo. L’affaire-Mertens ha dimostrato che il lavoro del campo può influenzare la campagna trasferimenti. Una direzione esattamente contraria rispetto al sentire comune, secondo cui solo determinati acquisti possono migliorare le cose. C’è una parte di verità, ovviamente, in questo concetto. Ma non è tutto. L’abbiamo capito quest’anno, davanti ai nostri occhi, attraverso una dinamica che idealmente apparterebbe solo al calcio minore, ma invece è stata fertile anche ad altissimi livelli. Adattamento di un calciatore a un ruolo, miglioramento del calciatore stesso e delle prestazioni collettive. Niente mercato, solo lavoro. Di fantasia, di campo, di allenamento.

Per il ruolo di centravanti del Napoli, il mercato è stato marginale. Milik è arrivato, si era preso la scena e poi si è fatto male. Gabbiadini ha provato a sostituirlo, poi Sarri ha pian piano addestrato Mertens dopo aver verificato che Manolo non era in grado. Sappiamo tutti com’è andata, ripeterlo è un esercizio di memoria. A gennaio, è stato fatto quello che andava fatto: via Gabbiadini, dentro una punta potenzialmente più vicina al Napoli per modo di giocare. Ecco Pavoletti, in attesa di Milik. Solo che Mertens, nel frattempo, ha iniziato a trovarsi bene, da centravanti. Anzi, benissimo. Milik è rimasto in panchina anche dopo il rientro, è rimasta la seconda scelta per ovvi motivi di valore tecnico e patrimoniale. Pavoletti, invece, è scivolato indietro nelle gerarchie. Terzo attaccante per una squadra che gioca con una sola punta. La marginalizzazione del mercato.

Domani (cioè oggi)

Il Napoli ha festeggiato ieri sera la fine della stagione. Realisticamente, è stato centrato un terzo posto che vuol dire preliminari di Champions. Nel frattempo, si è lavorato per costruire già la prossima annata. Insigne, Mertens, probabilmente Sarri. Gli unici dubbi sono Koulibaly e Ghoulam, nel senso che il primo ha rinnovato ma potrebbe essere ancora sedotto; il secondo deve ancora firmare il nuovo accordo. In attacco, quindi, non cambierà nulla.

E a questo punto diventa curioso immaginare le gerarchie. Capire, perlomeno, come si partirà. Anche perché, l’abbiamo visto quest’anno, è possibile che tutto cambi nel giro di qualche partita. Quindi, al di là delle logiche del turn over e degli ovvi correttivi ex-post in caso di andamento negativo, è importante capire quali siano gli status iniziali. Quelli di domani, che poi è oggi spostato un po’ più in la. Il preliminare di Champions si giocherà tra meno di tre mesi. Tra un mese e sette giorni il Napoli sarà già in ritiro. E comincerà a delineare le forze in campo, quindi anche in attacco, per la nuova annata.

Mertens davanti

Difficile pensare che un calciatore da 33 gol stagionali possa fare un passo indietro, tornare di nuovo esterno. Sarebbe anche ingiusto. Per lui, per il Napoli. La seconda dimensione della questione, quella riferita al rendimento della squadra, ci porta a pensare che anche Sarri sarà di quest’avviso. Mertens è un centravanti, è il centravanti di questo Napoli. A meno di voler costruire un’altra squadra in ritiro, la stagione 2017/2018 partirà da e con Mertens. Milik sarà al suo fianco, come co-titolare più che come alternativa. Per capire cosa intendiamo, spostiamo il “dualismo” Diawara-Jorginho di qualche metro in avanti. Adattiamolo al ruolo di centravanti mettendo Milik e Mertens al loro posto. Ecco, così. Così dovrebbe andare. La scelta in base all’avversario, alla partita che vuoi giocare o vuoi far giocare. La scelta in base a quello che ti serve, con Mertens che – nel caso – può anche diventare un’alternativa a Insigne o a Callejon. Insomma, tante possibilità per sfruttare un potenziale offensivo devastante.

Pavoletti

L’incognita è proprio Leonardo Pavoletti. Che, come ricorderete, fu sponsorizzato dal Napolista. Come acquisti mirato, come uomo che serviva. In effetti era così: un attaccante destinato a recitare il ruolo di centravanti associativo, da piazzare al centro del tridente e da svezzare al Napoli di Sarri in attesa del ritorno di Milik. Doppia alternativa. Poi le cose hanno portato questa alternativa a diventare tripla. Perché c’è un Mertens in più che nessuno si aspettava. E che ha segnato 33 gol. In virtù di questo passa in testa, è passato in testa, Milik è diventato prima alternativa e Pavoletti è scivolato giù, terza scelta. Non è stata colpa del Napoli averlo preso e poi aver scoperto Mertens. Il prezzo era stato fatto dal mercato, è stato ripagato con Gabbiadini. Un’operazione intelligente fatta senza doti di preveggenza. E che ora è da analizzare. Ovvero: cosa fare di Pavoletti? È disposto a una stagione “in attesa di sviluppi”, con una possibilità su dieci (siamo ottimisti, per lui) di tornare seconda scelta?

L’idea di una cessione a prezzo leggermente ribassato non deve essere vista o vissuta come un fallimento di mercato. Anche perché tutti sbagliano, e in questo caso non c’è stato nemmeno errore. C’è stata una valutazione fatta a monte mentre a valle si scatenava una festa belga, con Milik retrocesso a guest star. Il tesoretto-Pavoletti, diciamo 12-13 milioni altrimenti il calciatore resta qui, potrebbe essere sfruttato per coprire altri piccoli buchi d’organico. Per puntellare, con operazioni alla Pavoletti, gli slot meno coperti o meno brillanti. Oppure Leonardo vivrà la sua stagione ad aspettare lo scampolo di partita.

Conclusioni

Sì, lo scampolo e poco altro. Difficile che questo Mertens e Milik possano concedere molto di più. Il tifoso del Napoli già si strugge pensando a Arek in panchina, mentre però grida al mondo che il Napoli non ha una panchina all’altezza di quella della Juventus. Un po’ come a dire: ho una Ferrari e una Porsche in garage, gli altri sono più bravi perché hanno una Lamborghini. È la nostra configurazione di tifosi che amano crearsi il caso da soli, ma questo è un altro discorso. Il Napoli è forte perché Milik sta in panchina. L’avevamo già scritto. Volesse starci anche Pavoletti, sarebbe il benvenuto. Sarebbe il suo destino. A meno che anche lui non rivoluzioni tutto e faccia tornare il mercato di nuovo protagonista. Non un momento marginale, ma il momento fondativo. A quel punto, però, tutti staremmo a chiederci che fine farebbero o faranno Mertens e Milik. È la nostra natura, c’è poco da fare.

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