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Calvo (ex Juventus): «Non so come facesse Dominello ad avere una Jaguar senza lavorare»

Oggi Agnelli sarà sentito all’Amtimafia. L’ex direttore marketing della Juve spiega il ruolo di Dominello: «Garantiva la pace in curva in cambio di biglietti»

Calvo (ex Juventus): «Non so come facesse Dominello ad avere una Jaguar senza lavorare»
I Drughi

Oggi Agnelli all’Antimafia

Sarà sentito oggi alle 13.45, Andrea Agnelli. La presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi lo ha convocato da presidente della Juventus per sentirlo sui rapporti della società con le curve e la Ndrangheta. Va detto che la Procura di Torino esclude che dalle sue indagini siano emersi profili di responsabilità penali della Juve e dei suoi dirigenti. Dalle indagini e dall’inchiesta sportiva, emerge invece, uno spaccato drammatico dove la Ndrangheta, all’insaputa della Juve, si infiltra nelle curve per fare profitti con il bagarinaggio. Personaggi chiave sono Saverio, il padre, e Rocco Dominello, sotto processo per mafia.

“Dominello mediava con gli ultras, garantiva la pace”

Francesco Calvo, ex direttore commerciale della Juve, finito sotto processo della Procura federale, mette a verbale: «Per garantire una partita sicura, cedevo i biglietti sapendo bene che loro facevano business. Ho fatto questo perché ho ritenuto che la mediazione con il tifo organizzato, nell’ambito del quale mi erano note aggressioni anche con armi, minacce e altro, fosse comunque una soluzione buona per tutti. La gente avrebbe avuto uno stadio sicuro, i biglietti non erano regalati ma venduti.

Non ho avuto il coraggio personale di trovare altre soluzioni per fronteggiare i tifosi di quel genere. Era un compromesso che veniva utilizzato nei confronti di tutti i gruppi ultras. In questo contesto il ruolo di Rocco Dominello era di equilibrio, non un ruolo di capo ultras. Intendo dire che era uno che aveva la capacità di parlare con i gruppi. Non mi dava preoccupazioni per quanto riguarda l’ordine pubblico, di ciò mi facevano preoccupare i Bravi Ragazzi o i Viking».

A Dominello, personalmente, spettavano tra i 70 e i 100 biglietti

Alessandro D’Angelo, responsabile Security Juve, è il dirigente che tratta con Dominello: «Rocco Dominello non aveva un club Juventus. Me lo trovo intorno anche nella organizzazione delle cose. Lo conosco nel 2012 e sembra un tifoso che sposa la mia filosofia, ovvero che gli ultras fanno schifo».

«Credo che Rocco provenisse dai Drughi, ma poi si era imborghesito. Mica la guardava in curva la partita, anche se prima dell’inizio della gara vi faceva dei passaggi. In un incontro al bar Gerla in Corso Vittorio, con Bucci, Mocciola, Merulla e altri, dissi a Dino Mocciola che oltre i biglietti ai Drughi, venivano dati dei biglietti a titolo personale a Rocco Dominello: tra i 70 e i 100».

La Procura ha escluso che la Juve fosse consapevolmente vittima di estorsione da parte della Ndrangheta. Né vittima né complice, insomma. Si assicura la pax delle curve rivolgendosi ai capi degli ultras, anzi a Rocco Dominello.

“Sapevamo della duplicicazione e falsificazione dei biglietti”

Mette a verbale Francesco Calvo: «Preciso che la Juventus era la squadra più multata sia in casa che fuori a causa di comportamenti illegittimi, come i cori, bombe carte etc, e pertanto cercavamo di trovare un compromesso per evitare queste problematiche, creando ai gruppi qualche facilitazione. Eravamo consapevoli che duplicassero/falsificassero biglietti perché ce ne rendevamo conto allo stadio. Tutte le decisioni erano condivise con il mio staff, senza però informare il mio superiore gerarchico, il Presidente. Posso pensare che Marotta fosse a conoscenza di certe dinamiche, come uomo di calcio, e quindi delle facilitazioni concesse ai tifosi».

«Venivano offerti biglietti non venduti agli ultras? Potrebbe essere accaduto. Dominello era persona educata, capitava di vederlo fuori dalla sede, gravitava nel mondo Juve, non ha mai rivolto a me richieste particolari. Non capivo come facesse ad avere una Jaguar senza avere un lavoro».

E già, un mistero. E Andrea Agnelli anche oggi potrá uscire indenne dalle Forche Caudine dell’Antimafia. Ma venerdì prossimo, il 26, a poche ore dalla chiusura del campionato, inizierà il processo davanti ai giudici sportivi. E Agnelli rischia molto.

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