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Simone Inzaghi: «Se guardiamo al budget, domani non c’è partita. Che bravo Hamsik»

Lunga e bella intervista di Simone Inzaghi al Corriere dello Sport: «La Lazio nel destino, ho lanciato i miei giovani ma non gli ho mai regalato niente».

Simone Inzaghi: «Se guardiamo al budget, domani non c’è partita. Che bravo Hamsik»

L’intervista di Veltroni

Bella intervista sul Corriere dello Sport, a firma Walter Veltroni, al tecnico della Lazio Simone Inzaghi. Un allenatore rivelazione, che domani sfida il Napoli in un match decisivo per la Champions pochi giorni dopo aver conquistato la finale di Coppa Italia. C’è tutta la storia del suo percorso calcistico, l’innamoramento per la Lazio, il rapporto col fratello Filippo. Fino a un’affermazione repentina come tecnico, in sella a quella che poi è diventata la “sua” squadra, la Lazio. Ecco alcuni passaggi significativi.

La gavetta: «Sì, l’ho fatta è mi è servita tanto. Poi per me, ogni calciatore ha un suo destino segnato. Chissà magari anche tutti questi ragazzi che ho fatto esordire io: Murgia, Lombardi, Strakosha, Rossi avranno un futuro bellissimo. Io li conoscevo da sotto, dalla Primavera, e quindi forse loro hanno avuto la fortuna, tra virgolette, di trovare me. Lo dico sempre: non gli ho regalato nulla, se le sono meritate, queste belle soddisfazioni. Se io all’epoca avessi trovato un allenatore che, magari a diciassette anni, mi avesse lanciato subito, probabilmente non avrei fatto quei tre quattro anni in giro per l Italia che però, alla fine, mi sono serviti molto. Lo stesso discorso vale anche per mio fratello, perché anche lui nelle giovanili prometteva tanto bene. Ma anche lui, prima di arrivare in serie A, ha dovuto fare tanta C e tanta B. Io ho rischiato i primi due o tre anni, ma poi sono riuscito a fare il salto e direttamente dalla C sono andato in serie A. Al contrario di Pippo, che dopo la C si è fatto due campionati di B importanti».

Destino biancoceleste

«Sì, la Lazio è nel mio destino. L’esordio in serie A contro di lei e poi nel ’99 arrivo e vinciamo subito Supercoppa europea, Coppa Italia e campionato. Facciamo un triplete storico e da lì è cominciata la mia cavalcata a livello calcistico. Era una squadra fortissima, completa, con tantissimi campioni e il primo anno vincemmo tre competizioni. E in Coppa Campioni, senza quella malaugurata partita di Valencia, dove perdemmo all’andata 5 a 2, secondo me avremmo potuto andare oltre i quarti di finale, perché avevamo una squadra profondamente unita e di grande qualità tecnica. Quella Lazio era piena di giocatori di grandissima personalità. Per questo vinse tanto».

Il calciatore più forte mai allenato: «Ho la fortuna di lavorare con giocatori giovani, di bella prospettiva, che secondo me possono diventare dei grandissimi. Stanno facendo una stagione straordinaria. Se proprio devo dire un nome, farei quello di Biglia che è il mio capitano ed è un giocatore per me imprescindibile. L’anno scorso, nelle sette partite della mia gestione, mi sono convinto che la mia Lazio dovesse ripartire con Biglia. Perché è un giocatore che in quel ruolo, in questo momento, in Italia e in Europa secondo me non ha eguali. Eppure la figura del playmaker sta sparendo, a volte anche per esigenze tattiche. Nel calcio moderno si può giocare con un play alla Biglia o alla Pirlo ma ci sono delle partite in cui noi giochiamo con i due mediani. Con l’Argentina lui gioca da mezz’ala, lo dico per far capire che tipo di giocatore maturo è. Non è un play classico, è un top player che, in mezzo al campo, può fare qualsiasi cosa».

Lazio-Napoli

Qualche parola anche sulla partita di domani: «Confrontando i budget non ci dovrebbe essere partita. Però abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela contro tutti. E’ normale che quelle davanti a noi sono delle corazzate costruite per fare la Champions. Ma in questo campionato basta una partita vinta o persa, un passo falso e tutto si può riaprire. Noi dobbiamo ragionare partita per partita: se ci metteremo la testa, il fisico, l’intelligenza e la determinazione nulla deve essere considerato impossibile. Poi domani affrontiamo Hamsik, che a me personalmente piace tanto. È un giocatore completo, forse, in questo, il migliore che ci
sia in Italia».

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