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Sarri: «Io bandiera del Napoli? L’allenatore è come il pesce, dopo un po’ puzza»

«Nel ritorno, abbiamo gli stessi punti della Juve. Mi piacerebbe che Insigne diventasse la bandiera del Napoli. Mercoledì, meglio lui di Dybala».

Sarri: «Io bandiera del Napoli? L’allenatore è come il pesce, dopo un po’ puzza»

Maurizio Sarri ai microfoni di Sky.

Cosa manca al Napoli per fare l’ultimo chilometro verso lo scudetto? Quel 10% che manca per avere una dimensione da grande squadra?

«Non capisco perché la domanda non venga fatta alle altre squadre come il Milan e l’Inter che hanno un budget superiore al nostro. Stiamo facendo un percorso. Abbiamo preso tanti giovani. Abbiamo cercato di dare identità alla squadra, forse meno versatile di altre, ma avere una forte identità e delle certezze nel portare i punti è importante. Dal punto di vista mentale ci vuole un pizzico di mentalità in più se vogliamo fare l’ultimo salto di qualità perché ora siamo molto vicini. Nel girone di ritorno abbiamo fatto gli stessi punti della Juve, dobbiamo prendere qualche gol in meno ma continuando ad esprimere questo calcio, perché voglio continuare a divertirmi, sennò, se mi annoio, non trasmetto grandi emozioni alla squadra».

Si aspettava di fare tanti punti fuori casa con questo tipo di calcio? Inzaghi ha detto che il Napoli gioca meglio di qualsiasi altra squadra in assoluto e per questo la Lazio ha concesso il palleggio anche nella sua metà campo.

«Oggi l’andamento della partita soprattutto nel primo tempo era simile a quelle che facciamo in casa. Hanno fatto fare la partita a noi. Abbiamo fatto tre o quattro azioni in gran velocità che sono state di grande livello. Con questi ragazzi che stanno andando in campo in questo momento era prevedibile. Abbiamo fatto tantissimi punti ma abbiamo anche qualcos’altro. Un ventiduenne come Milik, una volta uscito da questa sfortunatissima stagione, credo che possa essere una delle sorprese del prossimo anno. Lo stesso Pavoletti è più forte di quello che ha fatto vedere finora. Era reduce da un grande infortunio, aveva bisogno di giocare ma noi avevamo bisogno di fare punti e per colpa nostra il ragazzo non è mai riuscito a trovare una condizione di alto livello».

Lei dice che vuole divertirsi, ma ha fatto i conti con la vittoria? Deve avere l’obiettivo di vincere qualcosa…

«Perché, se mi rompo i coglioni vinco? Il calcio è fatto di tanti luoghi comuni. A Empoli ci dicevano che si giocava troppo bene per salvarsi. Dove sta scritto che giocando male si fanno più punti? Abbiamo un modo di giocare che nel momento in cui perdiamo la partita di mano siamo una squadra a rischio a differenza di altre. Non so se deriva dal nostro modo di pensare, di fare sempre la partita, e quindi quando non riusciamo andiamo in difficoltà mentale o se non abbiamo la fisicità per superare una partita sporca e andiamo in sofferenza. Ma io penso che la nostra squadra, con le caratteristiche che ha, se giocasse male farebbe meno punti».

Paragonando il Dybala visto ieri sera e l’Insigne di stasera, quale si terrebbe con sé?

«Mi tengo Insigne, anche perché Dybala ieri non lo ho visto. Mercoledì, però, ho visto meglio Insigne che Dybala».

A proposito dei rinnovi di Mertens e Insigne, le va di fare endorsement?

«Endorsement non so neanche che cosa voglia dire, perciò se me lo spieghi io lo faccio».

Intendiamo: Insigne sta valendo la fascia di capitano che potrebbe indossare e con la quale è uscito dal campo stasera?

«Lo ho detto mercoledì: è un talento straordinario, in questo momento uno dei più vivi e brillanti del calcio italiano. Mi piacerebbe moltissimo che un ragazzo napoletano diventasse la bandiera del Napoli. Di queste storie romantiche c’è bisogno perché il calcio è fato anche di tanto sentimento».

Lei diventerà bandiera del Napoli?

«Io sono nato a Napoli. Anche se sto 50 anni da altre parti sarebbe una storia completamente diversa. Poi l’allenatore è come il pesce: dopo un po’ puzza».

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