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Il Monaco schiera le riserve col Psg e perde 5-0: una sensazione sgradevole e una domanda

Ben più di un turn over: Jardim ha schierato in Coppa undici riserve tra cui cinque ragazzi della Primavera. Fino a che punto è giusto fare una gerarchia tra i traguardi?

Cosa è successo

La prima pagina de L’Equipe è abbastanza emblematica, autoevidente. Anche chi non mastica il francese sa tradurre la parola Cadeau. Il Paris Saint-Germain ha battuto il Monaco per 5-0 nella semifinale di Coppa di Francia. E questa è la formazione scelta da Jardim per il match del Parco dei Principi: De Sanctis, Mbae, Diallo, Raggi, Jorge, Andzouana, N’Doram, Muyumba, Beaulieu, Cardona, Germain.

Un solo titolare propriamente detto, Andrea Raggi. Cinque calciatori provenienti dalla Primavera. E le polemiche, tante, lanciate fin da subito dopo la partita. Il primo a lamentarsi con parole forti è stato Marco Verratti: “Se fossi un giocatore del Monaco sarei incazzato nero con club e dirigenti. In passato anche noi abbiamo avuto tante partite importanti da affrontare, magari abbiamo giocato con qualche riserva, ma non siamo mai arrivati al punto di schierare i ragazzi della Primavera per una semifinale di coppa. Magari ci poteva stare per i primi turni, non a questo livello della competizione. Una grande squadra deve puntare a vincere tutto, avrebbero dovuto gestirla meglio. Sono problemi loro, per noi era importante arrivare in finale, indipendentemente dal tipo di avversario. Non hanno mancato di rispetto al Psg, ma alla coppa di Francia che rimane una competizione importante”.

Il tecnico portoghese del Monaco ne ha fatto una questione di organico: “Un conto è avere una squadra di 25 grandi giocatori, un altro come noi con 15 giocatori di livello, molti giovani e vari infortuni. Non potevamo fare diversamente“.

Il problema del calendario

Il tema è delicato. Pensate solo un attimo se il Napoli si fosse presentato a Torino, per la semifinale di Coppa Italia, con undici riserve. La rivoluzione nella stampa italiana e napoletana, e viene da dire “giustamente”. Il Monaco ha effettivamente esagerato, anche se si appresta a vivere le quattro partite più importanti della sua storia. Una semifinale di Champions da affrontare contro la Juventus, in cui non parte battuta; e una Ligue 1 comandata fin dall’inizio della stagione, con due punti di vantaggio proprio sul Paris accumulati grazie a un gioco di altissimo livello spettacolare. Insomma, il Monaco ha esagerato ma c’è anche da capirli. Anche perché, ora come ora, il calendario delle grandi squadre comincia a farsi caldo. E quando le squadre non sono abituate, è facile cadere in questo tipo di trappole.

Il Napoli fu protagonista di una situazione del genere a cavallo del doppio impegno col Real Madrid, in mezzo ci furono Roma in campionato e Juventus in Coppa Italia. Ora toccherà ai bianconeri, che hanno un vantaggio importante ma comunque affronteranno Monaco, Torino e Roma in rapidissima successione. E nel momento clou della stagione. Come dire: un calendario ingolfato, e gestito pure male. Perché in Francia ci sono due coppe nazionali (il Psg ha già vinto la Coupe de la Ligue, battendo in finale sempre il Monaco), perché in Italia c’è una lunga pausa natalizia in cui potrebbe essere giocata la Coppa Italia, ad esempio. In questo senso, pare esserci un ravvedimento.

Il problema delle competizioni

L’altro tema di discussione riguarda il rispetto verso le competizioni. Anzi, la gerarchia tra i vari tornei. Giusto farla? Fin dove deve spingersi? Facile parlare per un Psg eliminato dall’Europa? Ognuno fa le sue valutazioni, quel che è certo riguarda l’occasione che la sorte e la bravura hanno creato al Monaco: il double Champions-campionato è fattibile, possibile, da inseguire. Giusto “snobbare” la Coppa di Francia, tra le varie competizioni. Da discutere è la misura in cui farlo, l’atteggiamento smaccatamente superiore. Del resto, ognuno è artefice e responsabile del proprio destino, anche nel calcio. E dei giudizi altrui sulle scelte fatte in questo senso. Il Monaco non ci ha fatto bella figura, i risultati delle prossime settimane diranno se saranno stati poco sportivi ma vincenti, oppure poco solo sportivi, per una serata che accompagnava verso il sogno. Per il momento, resta una sensazione di sgradevolezza. Inevitabile, forse. Ma sempre sgradevole.

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