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Gli scossoni del Napoli di Maradona e di questo Napoli alla città

Il rapporto tra il Calcio Napoli e il Napoli. Negli anni Ottanta i successi calcistici anticiparono la rinascita e il Rinascimento. Scossoni che in parte rivediamo oggi.

Gli scossoni del Napoli di Maradona e di questo Napoli alla città
Uno dei tanti striscioni ai tempi del primo scudetto del Napoli

I successi degli anni Ottanta

Scossoni. Vibrazioni che lasciano intendere dei sommovimenti. Di quei fine anni Ottanta il ricordo più emozionante è quel fiume carsico che invase la città, fondendosi. C’erano San Gennaro e Diego Armando Maradona, ė vero. Ma per la prima volta i due scudetti e la Coppa Uefa è come se fossero stati vinti da una intera città, Napoli. Di quel fiume carsico che invase le strade, le piazze, i vicoli (ricordo per la Coppa Uefa), colpiva la fusione delle diverse città: quella criminale, disperata, sonnolenta, indifferente, lazzarona, di una borghesia senza midollo, di giovani senza speranze, di quell’area grigia che viveva di rapine ed estorsioni.

Il Napoli precedette la rinascita e il Rinascimento

Napoli non aveva mai vinto un bel niente. Si compiaceva del suo Festival di Piedigrotta, quando c’era. Aveva divorziato da quel figlio eccelso, Eduardo De Filippo, e piangeva Totò. Napoli cominciava a riconoscersi in quei nuovi artisti napoletani, come Pino Daniele o Massimo Troisi, ma faticava a emergere dalla nebbia della perdizione. Le notti magiche napoletane per quelle due vittorie in campionato e in Coppa Uefa rappresentarono un acceleratore formidabile di processi di identificazione, di consapevolezza e di progettualità comuni. Passarono tre anni ed esplose la Primavera napoletana, il Rinascimento è il sindaco Bassolino.

Gigino ‘a bandana

Un quarto di secolo dopo. Di nuovo Napoli è l’indifferenza. I silenzi, i vuoti, la morte e il dolore. Macerie umane e morali. Le “stese” in pieno centro, la città che si è trasformata in un moderno Lazzaretto di una gioventù che spaccia droga, che si ammazza, che ha perso il rispetto della vita propria e altrui.

Si discute come se fosse materia di un té delle cinque, se Napoli è cambiata in meglio. Come se “Gigino ‘a bandana“ avesse dimostrato in questi lunghi sei, sette anni di amministrazione di aver trasformato Napoli. Personaggio decadente, il sindaco che mastica di “rivoluzione” e incita alle cacciate di pensatori e politici indigesti.

La Napoli del Real Madrid

Però, la Napoli del Real Madrid e ora della Juventus sono anche loro dei sommovimenti, un inizio di ripensamenti. È vero che la storia non si ripresenta mai uguale a se stessa. Ma in fondo questo napoli “sarrista” sta aiutando la città a ritrovare una identità perduta. Speriamo che si possano di nuovo invadere le strade per festeggiare.

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