Cuadrado è un attore da Oscar, patetica invece l’interpretazione di Higuain che non ha esultato
Un grande calcio e una grande squadra
– C’è una sostanziale differenza tra una grande squadra e una squadra che gioca un grande calcio. La Juve è una grande squadra. Il Napoli gioca un grande calcio ma non è ancora una grande squadra.
– Il calcio è uno sport di situazione. La Juve gestisce le varie situazioni di una partita meglio di chiunque altro in Italia e Allegri gestisce i suoi uomini a seconda del momento individuale e generale come meglio non si potrebbe.
– La testimonianza del precedente pensiero sta tutta nelle due gare disputate col Napoli. Due partite completamente diverse che la Juve ha sviluppato diversamente in ragione delle necessità e del risultato da conseguire, dimostrando di saper fare più cose. Dimostrando maturità e consapevolezza dei propri mezzi.
– Se a questo aggiungiamo la qualità dei calciatori e la forza della società comprendiamo perché Juve sia la squadra più forte d’Italia. Quella che da sei anni domina (5 scudetti e a un passo dal sesto, 3 finali di Coppa Italia, qualche Supercoppa, 1 finale di Champions).
– Non mi sono espresso all’indomani della gara di domenica sera perché qualcosa mi puzzava. Non poteva essere vera quella Juve al di là della forza e dei meriti del Napoli. La risposta l’ho avuta ieri. Allegri ha dato maggiore peso alla partita di Coppa e la Juve, fino alla disattenzione di Neto, è stata in totale controllo.
– Il Napoli ha preso il sopravvento solo negli ultimi 20 minuti quando sull’onda dell’emotività ha spinto di più e quando per la necessità imposta delle circostanze e dal risultato la Juve ha abbassato il baricentro.
I napoletani devono essere orgogliosi di Sarri e di questo Napoli.
– Molti di quelli che si sono esaltati domenica sera hanno dimenticato che non c’erano né Cuadrado né Dybala due che ti consentono di uscire in palleggio e migliorare la qualità del tuo possesso. Due che alzano la cifra tecnica di tutta la squadra. Due che negli ultimi 25 metri sono letali specie nell’uno-contro-uno e nell’assist e siccome la fase difensiva del Napoli non è delle migliori…
– La differenza la fanno i campioni: Higuain ha dimostrato di essere un top-player capace per l’ennesima volta di spostare gli equilibri.
– Dybala ha dimostrato di essere, dal punto di vista umano, ancora nu’ muccusiello. Cuadrado, oltre a essere un fenomenale calciatore, ha confermato di essere un attore da oscar al pari di Neymar e Suarez. Escluso invece dalle nomination Higuain: davvero patetica e finta la sua interpretazione dopo il gol al momento di indicare De Laurentiis in tribuna. Al suo posto, dopo tutti gli insulti e i chitemmorti e i 71 subiti domenica sera, un attore credibile avrebbe esultato come un dannato e magari baciato pure la maglia. E dopo, si sarebbe presentato ai microfoni dicendo che da bambino sognava in bianconero.
“Catenacciaro”
Non è un’offesa. Ci sono scuole calcistiche, caratteristiche, DNA, tradizioni molto radicate, diverse le une dalle altre e ciascuna di esse rappresenta una determinata cultura calcistica. Tutte le più grandi vittorie del calcio italiano, compresi i 4 mondiali, sono passate anche e soprattutto attraverso quello che in tono dispregiativo qualcuno chiama “catenaccio”. Se pensiamo al mondiale del 2006, la prima immagine che ci esalta e che ci torna in mente è il “Cannavaro! Cannavaro! Cannavaro!” di Caressa a sottolineare gli interventi da gladiatore del Fabio nazionale e non un dribbling, una ruleta o una rabona di un fuoriclasse.
– Per tutto il resto ci sono le chiacchiere da bar.