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Esclusiva / Procura Figc ad Agnelli: «Favorito il bagarinaggio, Juventus autorizzò striscioni nel derby». Erano quelli su Superga

Per Pecoraro il rapporto tra il club bianconero per la vendita illegale dei biglietti dura dalla stagione 2011-2012. Nel 2014, per la Procura, D’Angelo sapeva degli striscioni.

Esclusiva / Procura Figc ad Agnelli: «Favorito il bagarinaggio, Juventus autorizzò striscioni nel derby». Erano quelli su Superga
Uno dei due striscioni esposti dagli juventini nel derby del 23 febbraio 2014. Per la Procura Figc, la Juve autorizzò gli striscioni

La difesa del club bianconero

Ammettono, adesso. Riconoscono di aver trattato, costretti per il loro spessore criminale, coi capi ultras. Ė drammatica la testimonianza dei legali della Juventus e dei suoi dirigenti, che nella memoria difensiva depositata alla Procura Federale invocano una rilettura diversa dei fatti. La Juve, insomma, per loro è vittima non artefice e complice degli affari della curva.

La chiusura dell’inchiesta federale

L’inchiesta federale è arrivata al giro di boa. Il 16 dicembre scorso il procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha comunicato agli indagati di aver terminato le indagini, che avevano ad oggetto il «comportamento di tesserati della F. C. Juventus spa in ordine a presunti rapporti intrattenuti con la tifoseria organizzata per l’acquisto da parte della stessa di biglietti e abbonamenti a fini di bagarinaggio e altre utilità, con la realizzazione di illeciti guadagni per associazioni malavitose».

I legali degli indagati hanno depositato le memorie difensive contestando le accuse e adesso, entro aprile, si aspetta la pronuncia del Tribunale sportivo.

Vediamo le singole posizioni dei dirigenti della Juventus deferiti davanti alla giustizia sportiva “perché emergono i seguenti comportamenti posti in essere dai soggetti e con riferimento alle gare di seguito indicate”.

ANDREA AGNELLI

Al presidente della Juventus viene contestata la «violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e del l’obbligo di osservanza delle norme e degli atti federali», perché nel periodo che va «dalla stagione sportiva 2011-12 a quantomeno tutta la stagione sportiva 2015-2016, con il dichiarato intento di mantenere l’ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dai tifosi “ultras” al fine di evitare alla Società da lui presieduta, pesanti e ricorrenti ammende e/o sanzioni di natura sportiva, non impediva a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus F. C. S.p.A di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti gruppi ultras, anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando la fornitura di dotazioni di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito, anche a credito e senza previa presentazione dei documenti di identità dei presunti titolari, così violando disposizioni di norme di pubblica sicurezza sulla cessione dei tagliandi per assistere a manifestazioni sportive e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio, partecipando, personalmente, inoltre, in alcuni occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria “ultras.

E assecondando, in occasione della gara JUVENTUS-TORINO del 23.02.2014, l’introduzione all’interno dell’impianto sportivo, ad opera dell’addetto alla sicurezza della Società D’ANGELO, di materiale pirotecnico vietato e di striscioni rappresentanti contenuti non consentiti al fine di compiacere e acquisire la benevolenza dei tifosi ultras».

Il derby Juventus-Torino del 23 febbraio 2014 è quello in cui furono esposti striscioni che inneggiavano e deridevano la strage di Superga. Il giorno dopo, Andrea Agnelli prese le distanze da cori e striscioni esposti.

Non è solo il presidente Andrea Agnelli a essere finito sul banco degli imputati della giustizia sportiva. E dovremo aspettare i “giudici” per capire se le prove per i quattro deferiti sono solide e fino a che punto.

Gli altri deferiti sono Francesco Calvo, all’epoca dei fatti Dirigente Direttore Commerciale della Juve; Stefano Merulla, responsabile all’epoca dei fatti del ticket Office della Juve; Alessandro Nicola D’Angelo Security Manager della squadra e, infine, la stessa società Juventus F.C. Spa

FRANCESCO CALVO

Al direttore commerciale della Juve viene contestato di aver dato l’autorizzazione ad altri dipendenti della Società sportiva a lui subordinati, «di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti gruppi ultras, anche per il tramite e il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, facendo sì che venissero fornite dotazioni di biglietti e abbonamenti, anche a credito e senza previa presentazione dei documenti di identità dei presenti titolari, così violando disposizioni di norme di pubblica sicurezza sulla cessione dei tagliandi per assistere a manifestazioni sportive e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio, partecipando personalmente, inoltre, in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria “ultras”».

ALESSANDRO NICOLA D’ANGELO

Per il procuratore della Federcalcio, il prefetto Giuseppe Pecoraro, l’allora Security Manager della Juve «garantiva ai gruppi ultras la fornitura di biglietti e abbonamenti, anche a credito e senza previa presentazione dei documenti di identità dei presunti titolari, così violando disposizioni di norme di pubblica sicurezza sulla cessione degli tagliandi per assistere a manifestazioni sportive e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio, partecipando personalmente, inoltre, a numerosi incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria “ultras nonchē, in occasione della gara JUVENTUS-TORINO del 23.02.2014, introducendo di persona, all’interno dell’impianto sportivo, materiale pirotecnico vietato e striscioni rappresentanti contenuti non consentiti al fine di compiacere e acquisire la benevolenza dei tifosi ultras».

STEFANO MERULLA

Come responsabile del Ticket Office della Juventus anche lui ha garantito pacchetti di biglietti e abbonamenti ai gruppi ultras tramite la malavita organizzata. Ha favorito cosī, consapevolmente, il bagarinaggio e «partecipando personalmente, in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria ultras».

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