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Per il Napoli tanti record e un limite: non sa fare la maratona

Cinque vittorie consecutive esterne, otto in totale, per Mertens numeri alla Totti. Sarri deve ancora lavorare sui cambi di ritmo: tallone d’achille di questo Napoli.

Per il Napoli tanti record e un limite: non sa fare la maratona
Diawara (Cuomo)

I primi venti minuti

Sarò sincero. Per i primi 20 minuti di partita ho seriamente pensato che, prima di ospitare il Napoli, il manto erboso del Castellani venisse sistematicamente imbevuto di qualche sostanza che intossica i muscoli ed il cervello di chi ne indossa la maglia. Sostanza che, allo stesso tempo, trasforma i calciatori dell’Empoli in supereroi imprendibili.

Poi dopo il gol di Insigne mi sono tranquillizzato. Ho capito che Maurizio Sarri, che ben conosce i segreti di quel campo e della società di cui è stato dipendente, probabilmente aveva fatto preparare dallo staff medico del Napoli un antidoto adeguato. E che l’antidoto somministrato ai calciatori era a lento rilascio, visto che c’erano voluti quasi venti minuti affinché facesse effetto.

Purtroppo il preparato non è venuto benissimo, perché non è durato abbastanza.

Jorginho

In effetti, poco più di un’ora dopo, il Napoli ha ricominciato ad andare nel pallone in corrispondenza dell’entrata di Maccarone, altro calciatore portatore di kryptonite per i nostri beniamini. Chissà, forse dalla panchina aveva portato con sé qualche altra goccia di pozione malefica da spargere sul prato, perché dal suo ingresso in campo non si è capito più nulla…

Tornando seri, credo che il problema principale, come ha ammesso Maurizio Sarri, e come ha scritto Massimiliano Gallo, sia stata la sostituzione di Jorginho per Diawara. Cambiare il regista in corso d’opera è un rischio enorme. Prima di tutto perché si tratta del giocatore che stabilisce il ritmo e i tempi di gioco fin dal primo minuto, e farlo uscire sottopone la squadra allo stress di doversi riadattare ai ritmi del nuovo organizzatore del gioco. Ma soprattutto perché Jorginho stava giocando bene.

Il pensiero di Sarri è stato giustamente quello di preservarlo da un’eventuale seconda ammonizione, ma forse avrebbe dovuto aspettare ancora un poco prima di fare il cambio con Diawara.

La lettura delle partite

La reazione di Sarri rafforza quanto da tempo sospettiamo e che ebbe l’ultima palese dimostrazione negli undici minuti di sofferenza all’Olimpico due settimane fa. Sarri è un grande allenatore, prepara le partite benissimo, ma non legge ancora alla perfezione la partita in corso.

La sua ammissione nel dopo partita è in parte una conferma dei nostri timori. Per fortuna l’allenatore toscano ha dimostrato di saper riconoscere i propri errori, e la sua carriera è fatta di continui miglioramenti. Migliorerà sicuramente anche in questo aspetto.

Peccato per la sofferenza finale, perché questa volta i disimpegni difensivi, a parte tre o quattro occasioni, non hanno portato eccessive apprensioni. Il Napoli, nel momento peggiore, ha saputo tirare fuori il randello e calciare il pallone lontano. Anche se proprio da un errato disimpegno è nato il fallo che è costato l’ammonizione ad Albiol.

I problemi del Napoli

Il Napoli non è abbastanza pronto ad eseguire i cambi di ritmo a partita in corso. Non sa rallentare senza farsi sopraffare dagli avversari. In una parola, non sa riposare correndo, pratica molto nota ai maratoneti. E per l’ennesima volta non riesce a concludere la partita senza subire gol. I due gol segnati dall’Empoli in una sola partita sono quasi un fatto eccezionale. In questo campionato ai toscani è successo solo tre volte, contro Crotone, Pescara, e Cagliari. Entrare a far parte di questa cerchia ristretta non fa molto onore al Napoli.

I record

Al netto delle giuste critiche per una partita divenuta complicata, i numeri però ci danno anche notizie positive. La prima, e ne hanno già scritto tutti, è che l’ennesimo tabù è stato sfatato. Empoli non è più la città proibita.

Poi il Napoli è sempre più vicino al suo record di vittorie in trasferta. Ora sono 9 e ne manca una per pareggiare il record del 2013-14. Poi il resto è già noto. Record di gare consecutive vinte in trasferta, squadra che ha segnato più gol in questo campionato, in totale ed in trasferta.

Mertens

Ma ce n’è un altro meno noto. Dries Mertens è il calciatore non attaccante di ruolo che ha segnato più gol nel campionato italiano da dieci anni a questa parte.

Francesco Totti è stato l’ultimo “falso nueve” a segnare più gol del belga in un unico torneo. Almeno fino ad ora. Per la precisione “er pupone” realizzò 26 gol nel 2006-07, un numero di segnature ancora ampiamente alla portata del “falso nueve” azzurro.

Bisogna essere grati a Maurizio Sarri per aver inventato un goleador dal nulla, grazie al suo gioco ma anche alla grande disponibilità di Mertens. Credo che al furetto belga non dispiaccia aver segnato finora più gol dell’ex compagno di squadra che oggi veste una maglia a strisce. Si vede con l’impeto con cui si lancia sul pallone quando è vicino alla rete…

Ora i due si incroceranno ancora. Sperando che la lezione di ieri serva a mantenere la concentrazione al massimo contro l’incubo Juventus, perché di motivazioni ce ne saranno già a sufficienza.

Gli ex di giornata

Nota televisiva: spero di poter essere ancora vivo e vegeto (e non rincoglionito) per potermi godere su Sky, tra una settantina di partite, le grandi celebrazioni con cui la rete di Murdoch, come ha fatto ieri per Buffon, certamente (???) festeggerà Hamsik come calciatore del Napoli con più presenze nella storia della società azzurra.

Nota finale: ieri è stata la giornata degli ex-azzurri goleador. Ben quattro gol realizzati da calciatori che hanno vestito la maglia del Napoli. Oltre a Omar El Kaddouri, che proprio contro il Napoli si è ricordato di come è fatta e dove si trovi una porta avversaria (e su punizione tra l’altro…), hanno segnato Dzemaili (doppietta) e un calciatore ancora di proprietà del Napoli, quell’Alberto Grassi oggetto misterioso dello scorso campionato.

Peccato che due napoletani DOC come Quagliarella e Paolo Cannavaro non siano riusciti a fare altrettanto. Gli avremmo voluto bene ancora di più.

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