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Andrea Agnelli, la Juventus e John Elkann: breve guida per decrittare i messaggi cifrati di Moggi

Che cosa ha voluto dire Moggi con quell’intervistona a Libero? Per il Complottista il messaggio è piuttosto chiaro e ha voluto dirlo ai napolisti.

I messaggi criptati di big Luciano

Quindi, ricapitolando. La Juventus non rischia nulla, nemmeno un punto di penalizzazione.
Se Dominello appartiene alla ‘ndrangheta, all’Isis o all’Accademia della crusca per la giustizia sportiva cambia zero.
Andrea Agnelli invece sta un tantinello preoccupato, come suggerirebbe Mandrake. Rischia uno o due anni di inibizione. Lo ha scritto ieri il Napolista e oggi il Corriere della Sera.

Ho capito bene? E allora se è così, risulta evidente anche il sorridente silenzio a trentadue di John Elkann il nipotino col capello riccioluto. Una mossa del cavallo come nemmeno Kasparov che poverino oggi è in tutt’altre faccende affaccendato. Il nipotino, dunque, sarà costretto ad assumere il comando dell’azienda calcistica di famiglia. Suo malgrado, ovviamente. Il cuginetto è stato incastrato.

Due paginate

Sono un complottista. Però è da ieri che rifletto su alcune paroline di Luciano Moggi nella appagante intervista di Libero a firma Pietro Senaldi. Un interista che intervista il re del male. Una figata giornalistica, non c’è che dire. Ed è da ieri che rifletto su alcuni passaggi. Innanzitutto su quel titolo. “Se incastrano Agnelli come hanno fatto con me, stavolta crolla il calcio”. E i boccaloni juventini pensano subito a Guido Rossi, la Telecom. Moggi è bravo, fa il nome di Tavaroli. Va sul sicuro. Mica ha torto. Ma non mi accontento e penso: “Con chi ce l’ha Lucianone?”. Si prende due pagine di Libero per urlare contro un nemico invisibile?

Poi mi segno due tre risposte

Prima risposta. «Undici anni fa erano morti l’avvocato Agnelli e Umberto, era morto pure Chiusano, c’era un’eredità da dividere. Era un momento difficile e tutti si sono buttati contro la Juve. Oggi è tutto diverso». C’era un’eredità da dividere?

Seconda risposta. «Mi hanno voluto incastrare. Se l’Avvocato e Umberto fossero stati in vita certe cose non sarebbero succes- se. È difficile da spiegare, tanto le cose le sanno o le hanno intuite tutti. Fatti delle domande: l’avvocato della Juve anziché difenderci chiese la retrocessione in Lega Pro della società». L’avvocato della Juventus? Quindi non sta parlando di Guido Rossi e della lobby interista? O l’Inter manovrava anche l’avvocato di casa Agnelli? Ma vuoi vedere che Moggi sta dicendo che l’incastro partì da dentro? Lo hanno sempre detto, lo so, io lo so, che Calciopoli nacque da casa Juventus. Non sapevano come sbarazzarsi di Moggi. Vabbè ma è roba per complottisti, qua lo sta dicendo Lucianone.

Terza risposta. La riportiamo con la domanda. Eccola: Dicono che John Elkann abbia mollato il cugino e punti a prendersi lui la Juve. Risposta: «È una situazione molto diversa rispetto a 11 anni fa». Come diversa? Allora ho ragione io. Moggi si è impadronito di due paginate di Libero per denunciare questo. Per dire che stanno riservando ad Agnelli lo stesso trattamento che riservarono a lui.

E aggiunge una specie di appello finale: «Calciopoli ha distrutto il calcio italiano, siamo stati eliminati due volte al primo turno dai Mondiali e in Europa facciamo ridere. Se si riapre il capitolo, finisce il calcio in Italia, non credo convenga a nessuno».

Tutti in coro

Ora ripetete con me.
La Juventus non rischia nulla, nemmeno un punto di penalizzazione.
Se Dominello appartiene alla ‘ndrangheta, all’Isis o all’Accademia della crusca per la giustizia sportiva cambia zero.
Andrea Agnelli invece sta un tantinello preoccupato, come suggerirebbe Mandrake. Rischia uno o due anni di inibizione.

E pensate al silenzio sorridente di John Elkann.

p.s. Ricordo un vecchio editoriale di Sergio Romano al Corriere della Sera sulla cuginanza.

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