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Alla scuola media Minniti, dove i cellulari sono vietati e i ragazzi curano l’orto

Intervista alla preside Stornaiuolo: «I genitori? Negative sia l’eccessiva presenza sia l’eccessiva assenza. Così come le chat. Aspettiamo l’ok per la palestra».

Alla scuola media Minniti, dove i cellulari sono vietati e i ragazzi curano l’orto

Classe ’61, docente di lingue, Rosanna Stornaiuolo dirige l’istituto comprensivo statale Minniti dal primo settembre scorso. Al plesso principale di via Consalvo, che ospita la scuola media, se ne affiancano altri due che comprendono scuola dell’infanzia e scuola primaria: uno nelle vicinanze, in via Zanfagna, e uno un po’ più lontano, alla Loggetta.

Ci riceve nel suo ufficio in un’atmosfera di calma surreale. Sono le 9.30 e la scuola è in piena attività, ma ciò che subito colpisce la nostra attenzione è la straordinaria luminosità di questo grande ambiente immerso nel verde, con un vasto spazio esterno a disposizione, a cui si accede da un vialetto laterale della strada principale. E il silenzio, come se i ragazzi non fossero neppure presenti nella scuola.

Minniti ingresso scuola

Le esperienze precedenti

Preside, da quanto tempo dirige la scuola Minniti?

«Questo è il mio decimo anno da dirigente, il primo in questa scuola. Sono arrivata il primo settembre. Prima sono stata al Della Valle Orazio nella I municipalità e, prima ancora, all’istituto Moscati di Miano. Ho cominciato in periferia, in una zona di frontiera».

Minniti. Rosanna Stornaiuolo preside

Sport, musica e ceramica

Partiamo dalle attività che offre la scuola. Quali di esse sono rivolte alla scuola media?

«Tennis da tavolo, pallavolo, tennis, svolto all’esterno, in convenzione con il Tennis Vomero, bowling, che per due anni ha visto i ragazzi primeggiare nell’intera provincia di Napoli. Abbiamo un laboratorio di ceramica, che fino all’anno scorso era a pagamento ma, dato il successo che ha registrato, ho deciso di inglobare tra le attività a carico della scuola. Un progetto di musica e anche un coro, coordinato dalla professoressa Chirico: il corso di musica è in parte autofinanziato, ma in prospettiva conto di renderlo del tutto gratuito per gli alunni. Però abbiamo anche un modulo di 60 ore non a pagamento, grazie al progetto Scuola Viva. Al momento è previsto solo un piccolo contributo a carico delle famiglie per la pratica strumentale, con flauto, chitarra e percussioni. Il coro è gratuito».

Minniti laboratorio ceramica

Il laboratorio di ceramica

Il progetto Scuola Viva

Cos’è il progetto Scuola Viva?

«Si tratta di un progetto finanziato dalla Regione Campania che prevede 240 ore di corso pomeridiane per lo svolgimento di varie attività. Il collegio dei docenti ha deciso di destinarne 120 alle scuole medie e 120 alla primaria. Le linee guida del progetto non comprendono i bambini della scuola dell’infanzia ma io do l’opportunità anche alle loro insegnanti di proporsi come tutor. Nell’ambito del progetto Scuola Viva svolgiamo il progetto di musica, ‘The sound of art’ e anche un progetto che si chiama ‘Raccontare l’adolescenza’, un rinforzo delle abilità linguistiche molto improntato sugli aspetti psicologici e pedagogici di questo periodo della vita dei ragazzi, così delicato. E anche un progetto per il rafforzamento delle competenze nelle scienze matematiche, fatto in modo leggero ed attraente, con giochi matematici, con cui cerchiamo di colmare le carenze delle metodologie tradizionali ».

Minniti il forno per ceramica

Il forno per la ceramica

L’orto a scuola

I bambini si impegnano anche nella gestione di un orto all’interno della scuola. È così?

«Sì, è l’iniziativa ‘L’orto a scuola’. I ragazzi si rimboccano le maniche nel vero senso della parola, con la professoressa di scienze matematiche. Abbiamo tanto spazio a disposizione e cerchiamo di sfruttarlo. L’anno scorso sono riusciti addirittura a produrre olio con le olive del giardino. E poi abbiamo anche una lunga tradizione nelle attività teatrali e dei costumi di scena. Al teatro sono dedicate le ore pomeridiane delle classi a tempo prolungato: mettiamo insieme una piccola rappresentazione che tocca varie materie in modo trasversale, dall’italiano, alla musica, all’educazione motoria con una valenza fortemente educativa per i ragazzi».

Minniti ulivi

Gli ulivi della scuola

Qual è la preparazione dei ragazzi al loro ingresso nella scuola media?

«Dipende molto dalle scuole di provenienza. Sicuramente oggi l’approccio è diverso da un tempo, come sono diversi i bambini. In linea di massima arrivano abbastanza preparati, ma è sempre una questione di metodo: non possiamo addebitare alle scuole di provenienza la preparazione minore rispetto a una volta, ma a un diverso modo di fare scuola, quello odierno».

Minniti laboratorio informatica

Il laboratorio di informatica

Il bacino territoriale di riferimento

Che bacino territoriale accoglie la sua scuola?

«Ecco, mi dà l’occasione per sfatare un mito non proprio positivo. Devo dire che quando sono venuta in questa scuola, sono stata favorevolmente colpita dal contesto. L’elemento critico può capitare, ovunque, ma anche quello è contenuto dai docenti. Vedo che c’è una situazione tranquilla, serena. Vengo da esperienze diversificate, sia come docente che dirigente, sono stata sia a Miano che a Posillipo, quindi sia in scuole di periferia sia dove c’era una borghesia medio alta e dove, nonostante ciò, esistono comunque tanti problemi e disagi dei ragazzi. Le classi medio-alte tendono a delegare a soggetti altri, come le babysitter. Così come a Miano c’è l’eccesso opposto. Qui abbiamo una via di mezzo: una piccola-media borghesia che segue abbastanza i figli, che tiene alla scuola e vede giustamente in essa il modo per l’emancipazione dei propri figli e per un miglioramento nella scala sociale».

Minniti disegno

La scuola ha un regolamento di istituto molto ferreo: sono ammessi ritardi di non più di 5 minuti, gli studenti possono recarsi in bagno solo se chiedono il permesso e non rimanerci troppo a lungo, i cellulari vengono raccolti alla prima ora e chiusi in un armadietto. C’è addirittura un elenco delle sanzioni. Come mai?

«Sì, è un regolamento molto severo. E si adottano provvedimenti anche abbastanza rigidi per le infrazioni. Riteniamo sia giusto avere delle regole entro cui muoverci e far muovere i ragazzi».

L’importanza del ciclo di studi

Alla scuola media si entra bambini e si esce quasi adulti. Qual è la particolarità di questo ciclo di studi?

«È una fascia di età molto complessa, ma è anche quella che mi affascina di più. Trovo sia una fase evolutiva molto bella. Dico sempre che la scuola primaria fissa la fine dell’infanzia, poi c’è l’interregno della scuola media, dove i ragazzi non sono ancora adolescenti ma preadolescenti. Penso che il nostro sia un compito di massima responsabilità. Una volta ero ad un convegno sulla qualità della scuola e sulla valutazione degli insegnanti e uno dei miei colleghi pronunciò una frase che potrebbe sembrare banale ma che secondo me fa molto riflettere: “Per capire se siamo stati dei bravi docenti, dovremmo incontrare questi ragazzi quando avranno 40 o 50 anni”. Certo, è un augurio! Ma è estremamente vero. Perché a parte la preparazione data loro, sarebbe bello osservare l’uomo e la donna che sono diventati, i cittadini. Si tratta di tre anni determinanti per come evolve il pensiero e per quanto influisce la scuola media sulle scelte da adulti. È un percorso di studi che ci influenza la vita».

Minniti laboratorio artistico

Il laboratorio artistico

Nessun trauma nel passaggio dalle elementari

Per i ragazzi quanto è traumatico passare dalle elementari alle medie?

«Meno di quanto si immagini. Ai nostri tempi avevamo un’insegnante unica ed era diverso, ma adesso già alle elementari i bambini hanno due o tre insegnanti, tra italiano, matematica, religione e inglese, lavorano con le altre classi, per cui il passaggio non è così drammatico. Sono più abituati a una pluralità di docenti rispetto a noi».

Minniti campo basket

Il campo di basket

La sensazione però è che la scuola media sia il più sottovalutato tra i cicli di studio. È così?

«Questo è vero. Basti pensare che è l’unico ordine di scuola che è stato toccato solo marginalmente dalle varie riforme. Se ne è spesso parlato, ma poi si sono solo messe insieme realtà diverse, senza creare un discorso articolato e organico. Questo, come creare un curriculum verticale e di accompagnare il ragazzo, è il compito delle scuola. Compito che viene svolto grazie all’autonomia scolastica. A livello istituzionale, però, è stato affrontato in modo molto marginale. Lavoriamo tanto sulla continuità, la curiamo molto, se ne occupa la professoressa Chirico. Continuità e orientamento, in modo che al ragazzo che arriva alla licenza media si consiglia davvero il percorso di studi che sarà meglio per lui, in base alle sue attitudini».

Minniti interni

Il progetto continuità

Che cosa si intende precisamente per continuità?

«Accompagnare i ragazzi, sia quelli che entrano alle medie che quelli che ne escono. Come istituto comprensivo, ci lavoriamo sin dalla nostra scuola dell’infanzia. Dovrebbe essere questo il senso di un istituto comprensivo: è strano vedere, come ancora succede, per un problema culturale, che si iscrivono i bambini alla primaria in un istituto poi si va alle medie in un altro. Non ha senso. Ecco perché insistiamo tanto sul punto. Lo facciamo con il plesso di via Zanfagna, favoriti dalla vicinanza, con un po’ più di fatica con quello della Loggetta. Ma questo dipende dalla politica: i piani di dimensionamento andrebbero tracciati con maggiore razionalità. Mi rendo conto che non è sempre facile perché ci sono le esigenze numeriche e non si può sempre trovare una scuola vicina con cui fare accorpamento, ma noi ci stiamo lavorando».

Lavorate anche con altre scuole esterne?

«Sì, con quelle che sono circoli didattici. Mi piace sottolineare che siamo una scuola corretta. Non andiamo a fare pubblicità in una primaria di un altro istituto comprensivo, insomma, perché siamo dei professionisti dell’educazione e dovremmo applicare prima di tutto noi delle regole di correttezza. Cosa che non tutti fanno».

Minniti interni

E quali sono le scuole esterne in cui portate avanti il progetto di continuità?

«Altre due scuole primarie del territorio, il 63° circolo didattico Andrea Doria e il 39°, Giacomo Leopardi. I docenti vanno lì a tenere lezioni di musica e incontri dedicati alla civiltà latina e greca – quelli di italiano – e agli approfondimenti sul corpo umano – quelli di matematica. I bambini di queste due scuole frequentano anche il nostro laboratorio di ceramica e partecipano alle nostre attività musicali. È un lavoro finalizzato a creare un curriculum verticale, centrato sulle competenze dei bambini di quinta, in uscita, e di quelli in entrata in prima media».

Le iscrizioni: trend e modalità

Paga l’impegno della continuità? Come stanno andando le iscrizioni?

«Incrocio le dita. Il trend, ad oggi, ci sembra abbastanza positivo. Negli ultimi anni il numero di iscritti è stato inferiore. Pensi che siamo passati, nel corso degli anni, da sei a quattro sezioni. Oggi possiamo essere cautamente ottimisti. Ma aspettiamo il 6 febbraio».

Il personale della sua segreteria è a disposizione dei genitori per aiutarli nella compilazione della domanda online…

«Sì perché molti genitori hanno difficoltà, o sono un po’ spaventati dal dover fare l’iscrizione da soli. Non siamo però l’unica scuola a farlo, a onor del vero».

Minniti esterni

Le preferenze

È possibile, nella sua scuola, indicare la preferenza per una particolare sezione?

«Diciamo che siamo dei moderati e non diciamo no a priori come magari posso capire che facciano altre scuole. Cerchiamo, nella misura del possibile, di accontentare le richieste dei genitori, ma più che per le sezioni, che sono tutte equilibrate – a parte l’unico corso a tempo prolungato che abbiamo –, per i compagni. Ritengo che il dovere della dirigenza sia garantire il più possibile la funzionalità del gruppo classe, cercare di far funzionare i gruppi, perché la fase è delicata e bisogna cercare di offrire ai ragazzi il clima più favorevole e sereno possibile per studiare. Per cui cerchiamo di tenere insieme qualche compagno, ma senza esagerare».

Quando parla di classi equilibrate intende in termini di numero?

«Anche, sono formate da circa 20-25 bambini, e con un numero bilanciato di maschi e femmine. Non classi micro, ma neanche pollaio, e soprattutto niente classi ghetto».

Minniti palestrina

La palestrina

L’appello per la palestra

La scuola ha una palestra?

«Abbiamo una palestra grande ed una più piccola che chiamiamo ‘palestrina’. La palestra grande è stata riaperta nel 2014 però è ancora ferma per un problema di accesso: la palestra deve averne due per essere funzionale. Questo problema è stato risolto da chi mi ha preceduta grazie al progetto ‘Scuole Belle’, visto che non se n’era occupata ancora la municipalità. Però ancora aspettiamo il responso della municipalità. Mi avevano garantito che sarebbe arrivato a dicembre, poi a gennaio. Le procedure sono state effettuate, aspettiamo che si muovano i tecnici. Mi lasci fare un appello a che la cosa venga risolta al più presto».

Minniti palestra grande

La palestra grande

Bullismo e disagio adolescenziale

Preside, oggi si parla molto di bullismo. Per la sua esperienza, è diffuso?

«Come educatore, dirigente e genitore devo dire che anche se è vero che nella società esiste questo problema, non si può generalizzare. Oggi qualsiasi episodio diventa bullismo. Io ricordo che, quando ero ragazza, è sempre esistita la presa in giro tra adolescenti e i genitori davano il giusto peso alla cosa. Poi c’è il bullismo serio, ma nella mia scuola non registro episodi tali da essere classificati come bullismo per come si dovrebbe intendere».

Ma qual è secondo lei il disagio più grande che vivono gli adolescenti, oggi?

«Crescere è una fatica. Ce lo dobbiamo ricordare anche noi adulti. Da un lato si vorrebbe restare bambini, perché l’infanzia è più rassicurante, però poi i ragazzi sono combattuti, perché vorrebbero anche essere adulti, bruciando le tappe, cosa tipica dell’adolescenza. È questa ambivalenza di sentimenti che genera il contrasto, e il disagio. Bisogna ascoltarli, stare loro vicino e far prendere loro anche qualche batosta, perché anche quelle aiutano a crescere. Questo eccesso di protezione che vedo in alcuni genitori non fa bene all’adolescenza».

Minniti palestra grande

La palestra grande

Genitori e chat whatsapp

Ecco, i genitori: come e quanto partecipano alla vita della scuola?

«Come le dicevo, ho vissuto realtà precedenti diametralmente opposte ma che in qualche modo costituivano un intralcio, o per la troppa assenza della famiglia – che però devo dire che in alcuni casi chiedeva di essere aiutata, mi riferisco a Miano – o per la troppa presenza, che è comunque negativa e porta a non voler vedere i problemi dei figli ma ad addossare sempre la responsabilità agli altri bambini o all’insegnante – mi riferisco a Posillipo. Qui ci troviamo in un contesto medio. Può capitare l’eccesso, in un verso o in un altro, ma in generale si ha fiducia nella scuola».

Si punta spesso il dito sulle chat whatsapp dei genitori. Lei cosa ne pensa?

«Che sono profondamente negative. Anche per questo penso sia positivo non far usare i cellulari a scuola: so di situazioni in cui quello che dice l’insegnante in classe viene riportato in tempo reale al genitore, con il cellulare. È sbagliato. Quando vengono i genitori da me che vogliono parlare di cose lette in chat, mi rifiuto. Siamo un’istituzione, ci sono i tempi e i modi adeguati per dire le cose. Il resto sono solo chiacchiere».

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