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La cosa che ci ha colpito del Napoli? La capacità di migliorare durante la partita

Senza brillanti momenti tecnici o particolari cambiamenti tattici, il Napoli ha dominato e domato il Pescara: è il sintomo di una grande squadra.

La cosa che ci ha colpito del Napoli? La capacità di migliorare durante la partita

Eravamo indecisi

Di solito, qui a caldo sul Napolista, dedichiamo un articolo al calciatore di spicco della partita. Il personaggio che ci ha più colpito, per una giocata in particolare o per un qualcosa di nuovo rispetto al piano consolidato. Dopo una breve discussione in redazione, ci siamo sorpresi di come oggi, stringi stringi, nessuno meritasse questo elogio personale. Di come il Napoli abbia vinto una partita dominata, meritatamente. Ma senza incantare con qualcosa o con qualcuno. Così, semplicemente: con la forza del proprio gioco e delle proprie idee.

Avevamo pensato a Tonelli, ancora uomo apriscatole. Ma poi ci siamo ricordati di un primo tempo giocato al di sotto del piccolo trotto, con la macchia di un giallo e di un errore grossolano (in cooperativa con Jorginho) che ha permesso al Pescara l’unica conclusione semi-pericolosa fino al tiro di Gilardino. Avevamo pensato ad Hamsik o a Zielinski, a Mertens o Callejon o il subentrato Allan. Ma non c’è venuto in mente granché rispetto all’ordinaria amministrazione. Ecco, questo è il punto: il Napoli ha vinto 3-1 col Pescara (diciamo 3-0, il rigore è una mezza invenzione) facendosi bastare l’ordinaria amministrazione. Con la stessa ordinaria amministrazione, nella ripresa ha costruito almeno 8 palle gol nitide. Pulite, a tu per tu con Bizzarri. Ecco cosa ci ha colpito.

Migliorare nella stessa partita

In realtà, l’abbiamo già scritto con Massimiliano Gallo: la conversione al cinismo di questo Napoli è una bella notizia. Noi, però, vediamo e rilanciamo: fa molta più paura un Napoli così, capace di vincere dopo essere stato brutto, che la squadra cui siamo (eravamo?) abituati. Quella che, per vincere una partita, deve giocare al massimo. Per 90 minuti, tra l’altro. Certo, oggi abbiamo affrontato il Pescara e quindi questo discorso lascia il tempo che trova. Ovvero, va verificato contro avversari più performanti, soprattutto dal punto di vista offensivo.

Ma migliorare all’interno della stessa partita è una dote, farlo con un gol “casuale” (per quanto casuale possa essere lo schema su punizione che ha portato al gol Tonelli, siamo alla settima realizzazione su giocate da fermo) per poi ritrovare se stessi è sintomatico della grande squadra. Lo scrivevamo qui, l’anno scorso: questo tipo di soluzione mancava al Napoli e sorrideva alla Juventus. Che, tu guarda un po’, quest’anno è seconda nella classifica dei gol segnati su palla inattiva (con due partite da recuperare).

Pazienza, gestione, esplosione

Al termine della partita, Sarri ha parlato in termini semplici: «Abbiamo subito zero, ho detto ai miei ragazzi di aspettare che il gol sarebbe venuto. Solo, dovevamo muovere meglio e più velocemente il pallone. Loro sarebbero crollati». È andata proprio così, e fa niente che oggi fosse il Pescara. Se un tecnico riesce a leggere la partita ha il dovere di farlo (per vincerla) contro tutti gli avversari, quelli forti e quelli meno forti. Quindi, tutto giusto. Il Napoli ha saputo giostrare a proprio piacimento la partita, ha superato le proprie difficoltà e ha iniziato a trovare il proprio gioco con un pizzico di ritardo. Ma l’ha fatto, collezionando i gol e le occasioni nitide di cui abbiamo già detto sopra.

Il miglior augurio che ci si potesse fare dopo il primo tempo di oggi, bruttino anziché no, è diventato realtà nella ripresa. In modo cinico, sporco, senza grossi brillanti momenti tecnici o particolari cambiamenti tattici. Il Napoli ha risolto e archiviato la pratica, poi si è sciolto nel suo bel gioco. Ha palesato il solito momento di blackout mentale (il passaggio all’indietro di Strinic per Gilardino è roba da ufficio inchieste interno), ma non ha mai dato la sensazione di essere fuori il controllo della partita. Anche nel momento in cui faceva fatica a costruire gioco, anche dopo aver sbloccato il risultato. Una grande squadra, dal primo all’ultimo minuto, Che ha gestito i tempi e i momenti di una partita contro un avversario più debole. Questo ci ha colpito, ed è una novità. Ora, toccherà farlo anche contro altri avversari. È la strada per puntare al vertice. 

 

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