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Il Napolista e il nuovo don Patriciello

L’intervista, come lui conferma, c’è stata e ci consegna un sacerdote più disponibile al confronto. Non ceda al vecchio don Patriciello.

Il Napolista e il nuovo don Patriciello

Un commento rapidissimo, come rapida e liquidatoria è stata la risposta che don Patriciello ci ha dedicato. Un commento per affermare essenzialmente due concetti: 1) l’intervista, ci parrebbe addirittura superfluo sottolinearlo ma qualche volta, diceva Totò, ad abbondare non si fa peccato, ha riportato fedelmente le cose che il sacerdote ha detto e su questo, paradossalmente, conviene anche lui visto che si limita ad un generico «non è vero». Senza mai entrare nella sostanza delle cose dette che, invece, sono molto importanti soprattutto per quanto riguarda i diritti dei contadini e sulla necessità di riprendere un cammino virtuoso a difesa delle eccellenze dell’agricoltura della Terra dei Fuochi che sono ben altra cosa rispetto ai veleni e al degrado del territorio che, invece, resta in tutta la sua drammaticità come (ri)emergerà dal processo per il barbaro omicidio della piccola Fortuna;

2) tralascio, invece, le affermazioni che avrebbero dovuto ferirmi tipo «il signore che si presentava come giornalista» o, peggio ancora «l’inganno per vendere qualche copia in più». Non mi feriscono e non fanno onore a chi le ha scritte. Non abbiamo copie da vendere, anzi il tono della risposta mi sembra che appartenga più al “vecchio” don Patriciello che al “nuovo” che nell’intervista si è mostrato – almeno così ho inteso – più disponibile ad un confronto costruttivo: è di questo che ha bisogno la Terra dei fuochi. Ed è questo che noi inseguiamo.

Don Patriciello

Don Patriciello

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