C’era una volta Gabbiadini attaccante di riserva
Lo scorso anno era “panchinaro fisso” ma il posto di Higuain era suo in caso di assenza di Gonzalo. Adesso, rischia di non giocare anche stasera.

L'esultanza rabbiosa di Gabbiadini
Non giocava perché c’era Higuain
Lo scorso anno non giocava perché c’era Gonzalo Higuain. Eppure quando Higuain venne squalificato, Gabbiadini divenne titolare fisso e indiscusso, sia pure soltanto per tre partite. E segnò anche tre gol. Un anno dopo, senza Higuain, e senza neppure Milik infortunato, Gabbiadini la certezza di essere il centravanti di riserva l’ha smarrita. Non si sa bene che cosa sia per Sarri. Che sì, lo ha schierato nella prima partita post-Milik – contro la Roma – per sostituirlo all’inizio del secondo tempo col Napoli sotto di due gol. Poi Gabbiadini ci ha messo del suo, facendosi espellere a Crotone per un fallo di reazione praticamente a centrocampo. Senza di lui, il Napoli ha vinto anche in dieci. E senza di lui ha recuperato un gol alla Juventus prima di soccombere alla rete di Higuain. Con lui, invece, il Napoli non ha segnato nemmeno in Turchia: il gol di Hamsik è arrivato nel finale, Gabbiadini era già uscito.
Corpo estraneo
Un corpo estraneo. Sembra questo Gabbiadini per il Napoli. Sarri lo ha persino punzecchiato sulla posizione in campo: «Dieci metri più avanti o più indietro, cambia poco». Oggi, nel sabato in cui Ventura potrebbe convocarlo di nuovo in Nazionale, l’attaccante bergamasco potrebbe di nuovo accomodarsi in panchina nella partita contro la Lazio. Ovviamente bisognerà aspettare le formazioni, però non c’è certezza. Sarri è indeciso. Non sa se affidargli le chiavi dell’attacco, oppure se puntare nuovamente su Mertens.
I venti gol di due stagioni fa
Resta misteriosa, a questo punto, la decisione di trattenerlo a Napoli. Almeno lo scorso anno era indiscutibilmente il numero due e quando venne chiamato in causa, pure in Europa League, la sua parte la recitò dignitosamente e talvolta anche strappando applausi. Due stagioni fa, segnò venti gol tra Napoli e Sampdoria. Perché, diciamolo, Gabbiadini a pallone sa giocare. È dotato di un tiro che pochi calciatori hanno in Italia e se la cava discretamente in area di rigore. Certo ha impressionato l’errore nel secondo tempo contro il Besiktas quando, invece di attaccare l’area piccola e attendere il cross di Ghoulam, andò a cercare un pallone immaginario in mezzo all’area. Un errore troppo clamoroso per essere vero. Anche un portiere avrebbe avuto l’istinto di gettarsi verso la porta avversaria.
Due Gabbiadini
Non sappiamo che cosa Sarri deciderà. Se scegliesse di puntare su Gabbiadini, dovrebbe poi riuscire a tenerlo in campo novanta minuti. Non è semplice. Gabbiadini, quando si deprime, ha la tendenza a sparire dalla partita. Poi a volte, invece, sembra un altro calciatore. Come quando subentrò contro il Besiktas, nella gara d’andata: realizzò il rigore e segnò un gran bel in acrobazia, ingiustamente annullato. Chi è il vero Gabbiadini? Probabilmente, purtroppo, sono veri entrambi. E per avere l’uno, bisogna sorbirsi anche l’altro.