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Che succede alla difesa del Napoli? Errori individuali e più tiri concessi

Pesa l’assenza di Albiol ma il Napoli concede di più agli avversari e paga il periodo di scarsa vena dei suoi difensori (Hysaj su tutti).

Che succede alla difesa del Napoli? Errori individuali e più tiri concessi

C’è qualcosa che non va. Due sconfitte consecutive in campionato, da queste parti, non si vedevano da un anno e mezzo. Un’intera stagione, la scorsa, fatta di scivoloni episodici, di partite perse che sono casi isolati. O, al massimo, partite (molto più) negative (rispetto alle altre) in mezzo a periodi difficili: lo dicono i numeri, 41 punti nel girone di andata e 41 in quello di ritorno vogliono dire che il Napoli ha avuto lo stesso rendimento. I punti persi all’andata furono quelli nella primissima parte, quelli persi al ritorno sono in alcune partite chiave (Torino, Udine, Milano, Roma).

Potremmo identificare anche questo come un periodo negativo, il primo senza una reazione immediata: 4 punti nelle ultime 4 di campionato, una sola vittoria e un pareggio più le partite perse contro Atalanta e Roma. Un confronto con l’anno scorso ci dice che il Napoli ha un punto in meno, tre gol segnati in meno e un gol subito in più. Insomma, il primo Napoli di Sarri ha superato il secondo. Che dalla sua ha ancora la Champions, che è un tantino più complicata dell’Europa League.

Siamo in linea, ma il periodo è negativo. Ed è negativo per il dato che più di ogni altro soffre il confronto con lo scorso anno: i gol subiti. Siamo a 9 in 8 gol di campionato, 12 in 10 considerando anche la Champions League. Troppi.

In avvio di stagione, dopo le quattro reti subite tra Pescara e Milan, scrivemmo che la situazione sarebbe migliorata con il crescere della condizione fisica, che quei gol subiti sarebbero diventati un ricordo. Possiamo dire subito che questa teoria è in parte vera e in parte no. E per verificare questo, facciamo un veloce rewind dei gol subiti dopo Napoli-Milan: quello di Kiev, quello contro il Bologna, i due contro il Benfica, quello di Bergamo e i tre con la Roma di ieri. Una prima analisi superficiale ci dice che le reti subite per errori di reparto, di concetto, non individuali, sono quelle contro la Dinamo (ininfluente), il Benfica (ininfluenti) e il terzo della Roma di ieri. Gli altri, pensiamoci, sono tutti frutto di strafalcioni singoli, lontani dai concetti difensivi: i due di ieri con Koulibaly ed Hysaj in bambola, il colpo di naso di Ghoulam a Bergamo e la “parata” non proprio performante di Reina in Napoli-Bologna. Gli errori di concentrazione e/o tecnici fanno parte del gioco, certo, quindi queste reti subite restano colpe dei calciatori del Napoli; allo stesso tempo, però, condannare l’intero sistema difensivo per quelle che sono palesemente degli errori isolati è quantomeno ingeneroso.

La parte della teoria che non è vera riguarda il numero di conclusioni concesse: 9.6 in campionato, 8 in Champions League. La quota è effettivamente altina, soprattutto se rapportata a quella dell’unica squadra che ha fatto meglio del Napoli, ovviamente la Juventus (6.9). Se i numeri in sé non sono eccessivamente negativi al confronto (l’anno scorso Napoli sempre secondo per numero di tiri concessi a partita ma con una quota non molto differente, 9), è il trend a essere preoccupante: le 7 conclusioni concesse a Chievo e Benfica sono diventate 10 a Bergamo e 14 contro la Roma.

Quindi, come dire: c’è un problema che sta nascendo adesso, e va in qualche modo ascritto all’assenza di Raul Albiol. Durante la sosta, poco dopo la partita con l’Atalanta, abbiamo pubblicato un pezzo in cui analizzavamo l’importanza dello spagnolo come uomo di prima impostazione del Napoli. Vero, lo confermiamo. L’abbiamo visto anche ieri. Ma è vero pure che lo spagnolo ha un’esperienza e un carisma notevoli, skills fondamentali per guidare la difesa e che non possono appartenere, per questioni anagrafiche, a Koulibaly, Hysaj, Ghoulam. Non che il difensore serbo ex Torino non sia un buon difensore, ma è una questione diversa: di leadership, innanzitutto. Ma anche di ascendente, di storia vissuta, di qualità che sono cresciute negli anni e nelle grandi partite giocate. Cose che fanno la differenza nella gestione della linea, nel comando degli uomini e nella guida per Koulibaly. L’errore del francosenegalese, ieri, va al di là della presenza/assenza del suo compagno centrale; la cattiva interpretazione del fuorigioco sul gol di Salah, forse, sarebbe stata diversa con Raul al suo posto.

Oltre l’assenza di Albiol e gli errori individuali, c’è la scarsa condizione di Elseid Hysaj: l’albanese gioca al di sotto delle sue possibilità, ieri è stato più volte e facilmente saltato da Diego Perotti. Che è un signor giocatore così come una signora squadra è la Roma, ma tra l’essere superati sistematicamente e il “periodo negativo” c’è una certa differenza, e lo capisci quando Diego Perotti si trasforma in Papu Gomez, a Bergamo: anche allora, l’ex Empoli fu fatto letteralmente a pezzi sulla sua corsia. Un segnale che è stato trascurato, e che sublima il pessimo stato di forma di uno dei migliori calciatori dello scorso campionato per rendimento. Mancanze che influenzano in senso negativo il giudizio sul sistema difensivo del Napoli.

Il sistema difensivo del Napoli, appunto. La conclusione è, deve essere una considerazione su quello che sta avvenendo nella terza linea del Napoli. Che, numeri alla mano, sta semplicemente vivendo un periodo di appannamento nelle prestazioni individuali che finiscono per inficiare quelle di squadra. Errori di concentrazione e un momento negativo in senso assoluto di alcuni interpreti. Potremmo sintetizzare così il racconto di un momento che fa il paio, dall’altra parte del campo, con problemi di natura offensiva (un solo gol, su calcio d’angolo, nelle ultime due partite). L’abbiamo detto all’inizio: c’è qualcosa che non va. Abbiamo cercato di capire cosa, come e perché. Il rientro di Albiol può essere la prima tesserina per risistemare il mosaico. Ci sembra un primo elemento positivo, vedremo se basterà.

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