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Napoli bravo e sfortunato, noi orgogliosi eccetera. Non è cambiato niente

Togliere Insigne è stato come non fare giocare Muriel. Hanno sbagliato entrambi. Ora, però, mi aspetto una reazione di personalità.

Napoli bravo e sfortunato, noi orgogliosi eccetera. Non è cambiato niente
Insigne, Koulibaly e Ghoulam (foto Cuomo)

Il mio Juve Napoli 2-1

– Per molti, il gol del figlio di Sarri al 71′ è l’occasione per mettere definitivamente una pietra sopra all’ingombrante passato.
– Io sono d’accordo. Sono certo che non sentiremo più parlare del tiro deviato di Zaza che ci ha assillato per mesi e da qui fino alla prossima fregatura ci fossilizzeremo sulla svirgolata e sulla corta respinta di Ghoulam.
La sconfitta allo JS è ormai un remake della sconfitta dell’anno precedente. Questa volta si è giocato meglio, la partita è stata ben preparata, non meritavamo di perdere, abbiamo avuto spesso il controllo, ci è mancata la fortuna, ci è mancato forse quel pizzico di convinzione, la Juve ha vinto senza dominare e solo per degli errori individuali, con due tiri, è riuscita a prevalere. Grazie lo stesso. Siamo orgogliosi, ecc. ecc.
– Vi invito a leggere i commenti della sconfitta dello scorso febbraio. A parte qualche piccolo dettaglio, sono state dette le stesse cose.
– La partita con la Juve, essendo la indiscussa leader del nostro campionato, è il vero termometro per capire dove ci troviamo, come stiamo e cosa siamo in questo momento. E cosa saremo subito dopo.
A mio avviso, l’attuale Juve, e ripeto attuale, non vale quelle precedenti. Ha problemi a centrocampo, che nella scarsezza della Serie A restano inezie, in cui ieri forse il migliore è stato Hernanes, e ripeto Hernanes, e non ho percepito la solita solidità difensiva che da anni è la certezza della squadra. Resta la migliore (dopo il Genoa) ma ha subito almeno un gol in 7 partite su 11.
– L’attuale Juve ha inoltre perso male contro l’Inter a pezzi di De Boer e, non meritando, contro il Milan di Paletta e Abate.

Sarri si è travestito da Giampaolo

– Lo scorso anno, per la prima volta, ci siamo presentati allo JS senza subire il gioco dei bianconeri. Perdemmo per quella famosa deviazione di cui sopra nel finale una partita ormai avviata allo 0-0. Si rivelò decisiva e ciò che imputai alla squadra fu di non aver giocato e osato come avrebbe potuto. La paura di perdere, mista alla sfortuna, ci fece perdere.
– Ieri, a mio avviso, fino a un certo punto si è impostata nel modo giusto. Poche azioni pericolose, molto tatticismo ed equilibrio a centrocampo, miglior palleggio per noi, più fisicità per loro. La classica partita in bilico. E il solito episodio sfortunato (per non dire la solita cazzata) ci ha portato in svantaggio, ma, a differenza dello scorso febbraio, questa volta ci è stato concesso tutto il tempo per raddrizzarla.
– Difatti, piano piano, con convinzione, abbiamo guadagnato campo e grazie alla premiata ditta Insigne & Calle ci siamo riportati in parità.
– Ho pensato: è il momento tanto atteso. Adesso bisogna affondare il colpo.
Io non so cosa sia passato per la testa di Sarri, cosa ha visto e cosa abbia sentito, sta di fatto che nel momento topico in cui era cambiata l’inerzia della gara, in cui si “sentiva” che era possibile fare del male, si è travestito da Giampaolo e ha tolto Muriel per inserire Schick, ha tolto Insigne per inserire Giaccherini.

I panni sporchi si lavano in famiglia

– Voleva salvaguardare la fascia sinistra dagli attacchi di Cuadrado?
Quali attacchi se in quel momento il pallone lo avevamo quasi sempre noi?
Insigne non è Robben, né Ribery. Nel primo tempo più di una volta ho smadonnato contro di lui, certo, ma in quella fase è sembrato l’uomo più “dentro” alla partita, quello più vivo. Toglierlo per inserire uno che invece è parso, dopo 3 minuti, più morto di tutti e 21 in campo, è stato come staccare la spina. Giaccherini ha indebolito l’apporto offensivo, quando si poteva osare, e a Cuadrado non è sembrato vero di confrontarsi con un moscerino.
Insigne è uscito borbottando e Sarri nel post partita lo ha invitato al silenzio. Due atteggiamenti che sinceramente non condivido. I panni sporchi si lavano a Castelvolturno. Che sporchi Insigne lamentandosi o che sporchi Sarri lamentandosi pubblicamente che Insigne non deve lamentarsi.
– Ottimo invece il mister quando tra le righe ha ricordato a Vialli i trascorsi farmaceutici (senza conseguenze) della sua ex squadra.
– Dall’uscita di Lorenzo e per più di mezz’ora il Napoli è tornato ad essere il giovane timido che ha vergogna di bussare alla porta. Ha praticamente atteso inerme la sentenza che, nolente o volente, per un colpo di genio o di fortuna, allo JS avviene matematicamente.

Hanno pesato le assenze di Albiol, Milik e Hamsik

– Il gol del figlio di Sarri al 71′ ha rotto gli equilibri (e non solo) e la squadra non ha avuto più la forza mentale per riappropriarsi del campo e di un pareggio che avrebbe meritato per il gioco espresso.
– Solo nel finale, in seguito a due calci piazzati, il Napoli ha impensierito Buffon con un quasi autogol e con una mischia in area che non ha avuto esito.
Si dirà che Albiol e Hamsik in queste partite in cui ci si deve misurare sono indispensabili e che con Milik saremmo andati in carrozza. Si dirà che comunque per larghi tratti abbiamo di gran lunga giocato meglio. Certo. Sono alibi comprensibili e validissimi e di certo tutto il buono che si è visto ieri va preservato, ma io mi incavolo proprio perché era palese che si potesse osare e si è deciso di non osare; è palese che la Juve ha delle difficoltà e non le abbiamo sfruttate; è palese, e non lo dico io ma lo stesso tecnico ripetutamente, che questa squadra non ha le caratteristiche per gestire e ci siamo messi a giochicchiare dopo l’1-1 per far passare il tempo. Così è tornato imperante ed inevitabile il braccino e il timore di non sbilanciarsi per poi prendere il solito gol balordo che imputeremo alla sfortuna di una respinta corta.

Contro la Juve se non rischi, perdi

– Giocando sempre così, nel 95% dei casi diremo che siamo stati più belli della Juve. Ma nel 96% la perderemo.
E il prossimo anno scriveremo che abbiamo giocato meglio di stasera. Che la media dei tiri in porta è aumentata e che il possesso palla è stato del 70%, ma commenteremo sempre l’unico tiro in porta con doppia deviazione della Juve che ci ha fatto dimenticare la svirgolata di Ghoulam e che ci ha fatto perdere. Diremo Grazie lo stesso, siamo orgogliosi, ecc. ecc.
Perché ormai si è capito, contro di loro, se non rischi, perdi.
– Pokeristicamente, il Napoli mi ha ricordato quei giocatori che azzardano gonfiando il piatto (inserendo Diawara diciannovenne e affidandosi a Chiriches) e poi, quando hanno le carte migliori, invece di fare all-in, passano la mano.
– La Juve, che non gioca bene, che specula da sempre sugli errori altrui, con un centrocampo ancora in fase di allestimento, con l’oggetto misterioso Pjanic, con una difesa sempre più acciaccata, con Marchisio appena rientrato e senza Dybala che è il faro della squadra, ci ha vinto con la testa. E con la personalità. E per ultimo, ma per ultimo, con la fortuna. Esattamente come lo scorso anno. Esattamente come la Juve che vince così quasi ogni partita da 2 anni.
– Pokeristicamente, la Juve mi ricorda quei giocatori che fanno sempre check e passano per tutta la serata e poi vincono l’ultimo piatto, il più ricco, con un bluff.

Ci manca ancora la mentalità

Non voglio crocifiggere Sarri per una sostituzione che il campo ha decretato sbagliata, così come non va frustato chi svirgola un pallone in area, non va gettato nell’olio bollente chi sbaglia un rigore o chi entra in campo con meno energia di coloro che giocano da più di un’ora, ma la personalità, o la mentalità, che ti fa vincere anche tante partite ingarbugliate e i campionati è ancora sette punti sotto, e non mi riferisco solo alla classifica, a una Juve che attualmente è tutto, tranne che imbattibile.
Ecco dove ci troviamo.
– La squadra è giovane, ha dei talenti tipo Zielinski o Diawara (che ieri è stato per me il migliore insieme ai due centrali difensivi) che ci fanno sperare in un futuro roseo e pieno di soddisfazioni e certamente la mentalità per consolidarsi ha bisogno di tempo, ma è anche vero che gli input per crescere devono provenire da chi ha più esperienza in campo e sembra invece che si nascondi e da chi è la guida fuori dal campo e sembra invece che abbia timore di osare fino in fondo e che il gioco sia l’unica medicina plausibile.
Ecco come stiamo.
– Siamo forti e giochiamo bene, a volte benissimo, ma siamo ancora acerbi per poter sovvertire i momenti negativi e i problemi di una stagione dentro e fuori dal campo.
Ecco chi siamo.
– E tornando allo scorso febbraio, mi aspetto che questa sconfitta non produca gli stessi strascichi e singhiozzanti remake, che poi ci fanno dire sempre le stesse cose. Ma mi piacerebbe vedere una reazione veemente da squadra tosta e con mentalità. Al di là del gioco. E soprattutto senza svirgolate e respinte corte. Già in Turchia.
Ecco cosa (mi auguro) saremo.
All-in.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
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