Il paradosso di Insigne che ha giocato più minuti di Mertens

Nonostante l'inizio di stagione abbia detto chiaramente che il belga è il calciatore più in forma, Insigne gioca di più (soprattutto in campionato).

Ieri abbiamo scritto di Mertens, di questo suo inizio di stagione a mille all’ora, di ciò che rappresenta in questa squadra come calciatore, atleta, simbolo. Anche come uomo poliedrico, capace di interpretare (non riciclarsi, è una cosa diversa) più ruoli. Insomma, di colui che, ci autocitiamo, «ha ereditato da Higuain e poi da Milik il ruolo di trascinatore». Però, ci siamo tenuti in serbo una cosa per oggi: Mertens non è il calciatore più utilizzato tra gli esterni offensivi “titolari” del Napoli. Nonostante abbia giocato una partita pure intera, quanto a minutaggio, da falso nueve (circa 90′ tra l’ingresso in Napoli-Roma e Napoli-Besiktas), il belga ha un minutaggio inferiore a quello di Lorenzo Insigne. Che, invece, è all’unanimità uno dei calciatori peggiori in questo inizio di stagione. Su questo, c’è poco da dire.

Confrontiamo le cifre, allora: Insigne ha giocato 8 partite di campionato, 6 da titolare e 2 da subentrato, per un totale di 518 minuti. Ha saltato per intero solo il match di Crotone. In Champions, invece, tre presenze (una da titolare) per 102′ di gioco. Dries Mertens, da parte sua, può vantare le stesse 3 partite in Champions, ma tutte da titolare, per 245′ minuti di gioco; in campionato, le presenze sono 8, di cui 3 da titolare, per un totale di 364′ minuti di gioco.

Fare le somme, a questo punto, vuol dire scoprire che Insigne ha giocato per 621′ e Mertens per 609′.

La differenza è minima, certo. Ma fa riflettere il fatto che, pur essendo chiaramente il calciatore più in forma dell’organico, con 5 gol e altrettanti assist, il belga abbia dovuto in qualche modo accomodarsi in panchina per far spazio al fantasma di Insigne. Che noi abbiamo difeso a spada tratta, anche recentemente (qui, in un pezzo di Alfonso Fasano), ma che non è ancora riuscito a scrostarsi di dosso i residui di un finale di campionato (l’ultimo) vissuto malissimo e di un’estate passata a battagliare (il suo entourage, più che lui) sulla questione rinnovo.

Ecco, il punto è che non ci pare giusto. Non per Insigne che in qualche modo doveva e deve essere recuperato, quanto per una necessaria meritocrazia della condizione, per una giusta gerarchizzazione della forma. Va bene, anzi benissimo, il turnover. Ma va da sé che quando un calciatore non è in forma e il suo concorrente, di converso, sprizza calcio da tutti i pori, è quest’ultimo che dovrebbe andare in campo.

L’alternanza Mertens/Insigne è una cosa vecchia come il Napoli di Benitez, ha ormai festeggiato i tre anni. Ha vissuto di dinamiche complesse, poi sembrava essersi adagiata sulla superiorità tattica di Insigne rispetto all’anarchia svolazzante del belga. Tutto è stato rimesso in discussione dall’addio di Higuain, come spiegato ieri, e dal fatto che Insigne abbia limitato il suo contributo, finora, a quattro assist (comunque importanti) e a una presenza un po’ assente, diciamo così, per quanto riguarda il resto. È bello e significativo il fato che il Napoli possa concedersi un ricambio così di livello, ci mancherebbe che Il Napolista non sposasse, ora come sempre, le logiche del turnover. Però, almeno, lasciateci dire che si tratta di un paradosso.

Alcuni potrebbero ribattere che Dries è stato schierato nelle partite più importanti, soprattutto quelle di Champions. Vero, ma è vero pure che per Napoli-Roma è toccato a Insigne, anzi al peggiore Insigne possibile, andare in campo. Mertens è entrato nella ripresa e ha dato la scossa alla partita. Quello che serviva, anche in un ruolo non suo. Domani sera, contro l’Empoli, toccherà a entrambi. Vuoi o non vuoi. Loro, che si abbracciano dopo il gol-gioiello in Champions di Dries e dopo una corsa di 50 metri di Lorenzo. Loro, che sono amici e che sarebbe bellissimo vederli giocare bene entrambi, cosicché Sarri possa andare (ancora di più) in difficoltà quando si tratta di scegliere. Insigne ha la possibilità di invertire il trend di questo inizio di stagione: come scritto anche altre volte, a noi basta che sia un giocatore importante. Non importa sia determinante. A quello, per il momento, ci pensa Mertens.

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